Il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) garantisce a tutti i cittadini prestazioni e servizi a tutela della salute, gratuitamente o dietro pagamento di un ticket. Agli anziani sono riservati una serie di servizi, tra cui quelli infermieristici-ambulatoriali, domiciliari, di comunità, servizi riabilitativi ambulatoriali e domiciliari, attività di ricovero in R.S.A.
Oggi, la popolazione della maggior parte dei Paesi di tutto il mondo è costituita soprattutto da anziani. Per questa ragione, appare sempre più necessario programmare un’assistenza sanitaria in grado di rispondere ai bisogni di questa fascia sociale.
Gennaio 2023, il Governo siglò il “Patto per la Terza età”
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All’inizio del 2023, il Governo sottoscrisse il “Patto per la Terza età”, ponendo le basi della riforma improcrastinabile delle politiche a favore degli anziani. E soprattutto la loro marginalizzazione.
La riforma aveva previsto numerosi interventi sanitari, sociali, assistenziali e relazionali con l’obiettivo di curare gli anziani e dare risposte a tutti i loro bisogni.
Per questi motivi, il Governo aveva previsto il potenziamento dell’assistenza domiciliare con progetti individualizzati, che avrebbero dovuto limitare la permanenza degli anziani nelle strutture sanitarie. E agli strumenti economici previsti per la non autosufficienza, destinò anche un pacchetto di interventi di prestazioni socio-sanitarie. Incentivò nuove forme di co-housing, prevedendo più servizi e ausili per le situazioni di maggiore fragilità e diede maggiore diffusione alle cure palliative. Inoltre, prestò particolare attenzione ai caregiver, visto che gli anziani rappresentano il cuore della società e un prezioso patrimonio di valori.
Riconoscere alle persone anziane una continuità di vita
Il “Patto per la Terza età” scaturì dall’esigenza di riconoscere alle persone anziane una continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio. Non solo, visto che si era pensato anche a una specifica governance nazionale delle politiche in favore della popolazione anziana. Con il compito di:
- coordinare gli interventi e la promozione di misure a favore dell’invecchiamento attivo e dell’inclusione sociale;
- sostenere il cosiddetto “turismo lento”;
- promuovere nuove forme di coabitazione solidale per le persone anziane e di coabitazione intergenerazionale, anche nell’ambito di case-famiglia e condomini solidali;
- promuovere interventi per la prevenzione della fragilità delle persone anziane;
- integrare gli istituti dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) e del servizio di assistenza domiciliare (SAD);
- riconoscere il diritto delle persone anziane alla somministrazione di cure palliative domiciliari e presso hospice;
- prevedere interventi a favore dei caregiver familiari.
Finanziamenti e decreti attuativi entro gennaio 2024
Il Patto per la Terza Età avrebbe avuto bisogno delle risorse necessarie per essere attuato, fu, infatti, adottato con la clausola dell’invarianza finanziaria. Ovvero, le misure che sarebbero state introdotte, non avrebbero dovuto generare nuovi oneri. Questo vincolo si era reso necessario per inserire la riforma nel Pnrr. Ora bisogna trovare i finanziamenti necessari ed emanare i decreti attuativi entro fine gennaio 2024.
Il Patto è un provvedimento che tende a migliorare le condizioni di vita delle persone anziane con nuovi modelli di intervento. Modelli diretti a favorire l’invecchiamento attivo e a fornire cure e assistenza agli anziani, garantendo accessi facilitati ai servizi sociosanitari e rafforzando l’assistenza domiciliare. Si tratta di preparare un nuovo sistema di welfare per consentire alle famiglie di affrontare il carico assistenziale e i costi. Ciò specialmente in presenza di un anziano non autosufficiente. Tra un mese circa si saprà se il Patto sarà attuato.