L’inquinamento marino da plastica, aiutiamo l’ambiente

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La maggiore fonte di inquinamento marino è la plastica. Ogni anno – si stima – 8 tonnellate ne finiscono in mare, delle quali circa 53mila nel Mar Mediterraneo. Quindi si tratta di un tema che riguarda l’Italia molto da vicino. Ecco perché lo scorso anno ha visto finalmente la luce una legge molto importante – la Legge Salvamare – che permette ai pescatori di raccogliere plastica galleggiante dalle acque intorno a loro e trasportarla fino a riva; prima ciò non era consentito: potevano essere denunciati per trasporto illecito di rifiuti. Un paradosso che ora è stato risolto dal legislatore.

Tuttavia quello dell’inquinamento marino da plastica è un problema ancora molto imponente. Rischiamo infatti che, nel 2050, nel mare vi siano più rifiuti plastici che pesci. Un problema che è anche di salute, sin da ora, visto che sempre più spesso microplastiche sono rinvenute all’interno del pesce che finisce sulla nostra tavola. Così come anche altre sostanze che si riversano in mare e che inquinano l’ambiente e rendono insana la fauna, provocando tossicità anche per l’uomo.

L’OnaOsservatorio Nazionale Amianto e Osservatorio Vittime del Dovere, presieduti dall’avv. Ezio Bonanni, da tempo lottano per la tutela ambientale che in questo caso si traduce anche in diritto alla salute. Gli osservatorio offrono consulenza gratuita sui temi della salute: per ottenerla chiama l’800.034.294.

Inquinamento marino, tutta colpa dell’usa e getta

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L’inquinamento marino da plastica deriva soprattutto dall’usa e getta, che spesso si disperde nell’ambiente con grande facilità. Per dirla tutta, anche a causa della scarsa sensibilità ambientale di alcuni, che lasciano i rifiuti sulle spiagge o li riversano lungo i canali, che poi li portano a mare. Ogni anno sul litorale italiano si recuperano tonnellate di rifiuti, grazie alle iniziative ambientali come Beach Litter e simili.

Si stima che ogni minuto l’equivalente di un camion sia la quantità di plastica che si riversa in mare. Solo nel Mar Mediterraneo, 570mila tonnellate.

La plastica può arrivare in mare dai tanti oggetti che restano dispersi sulle spiagge e in altri ambienti, potenzialmente anche dai nostri scarichi. Tra le plastiche più trovate, ci sono tappi di bottiglia, imballaggi e buste, attrezzature da pesca, confezioni varie.

Per colpa della plastica, centinaia di specie animali restano danneggiate o uccise. L’esempio più comune è quello delle tartarughe che restano intrappolate, strozzate o ferite nelle reti da pesca abbandonate.

L’Agenda Onu 2030 prevede che entro il 2025 sia necessario “prevenire e ridurre in modo significativo ogni forma di inquinamento marino, in particolar modo quello derivante da attività esercitate sulla terraferma, compreso l’inquinamento dei detriti marini e delle sostanze nutritive“. Le Nazioni Unite hanno come obiettivo di sviluppo sostenibile, la pulizia dei mari dalla plastica.

In mare anche rifiuti in amianto, pericolo per la salute

C’è anche l’amianto tra i rifiuti in mare. Nel nostro Paese ci sono diversi casi, soprattutto di ritrovamenti in spiaggia. Ci sono stati casi in Liguria, nelle spiagge di Travello (Trelo) e di San Michele di Pagana, nel comune di Rapallo, in provincia di Genova; e poi anche a Poveromo, in provincia di Massa Carrara, in Toscana, in questo caso al confine con la Liguria. Frammenti probabilmente provenienti da vecchie tubature in eternit.

Eclatante fu il caso di Viareggio nel 2017: vennero ritrovati 50 quintali di eternit, tra cui anche tegole spezzate e lesionate. Dieci chilogrammi, invece, nel 2022 sulla spiaggia del Poetto in Sardegna, in provincia di Cagliari.

Evitare l’inquinamento marino da plastica

L’inquinamento marino da plastica è un problema globale. Tutti si devono impegnare per affrontarlo in modo efficace. Con alcune azioni si può contribuire ad evitarlo.

Ridurre l’uso di plastica monouso e l’uso di sacchetti di plastica sono in cima alla lista. Usare alternative riutilizzabili, come stoviglie di vetro, metallo o bambù; oppure borse riutilizzabili quando si fa la spesa o si acquistano altri prodotti può fare la differenza per l’ambiente ed anche per la salute. Inoltre, quando facciamo la spesa, possiamo preferire prodotti con imballaggi ridotti oppure in materiali biodegradabili o compostabili.

Riciclare correttamente fa parte della buone pratiche anche per prevenire l’inquinamento in generale. Anche sensibilizzare gli altri può dare i suoi frutti, nonché votare in modo responsabile, sostenendo esponenti che portino avanti politiche ambientali sostenibili. Parlare, condividi le informazioni con amici, familiari e colleghi dell’importanza di prevenire l’inquinamento marino da plastica è importante. La scuola in questo può fare la sua parte educando gli studenti.

Consulenza gratuita sui temi della salute e inquinamento

La fibra killer amianto e gli altri inquinanti, ogni anno, ancora fanno troppe vittime. Sia in termini di ammalati che di morti, nonché di famiglie distrutte da dolore e problemi di salute, non ultima quella mentale visto che il benessere psicofisico vacilla in condizioni di difficoltà.

Il “Libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022“, scritto proprio dall’avv. Bonanni, rende bene l’idea della situazione amianto in Italia ed afferma che la prevenzione è fondamentale in ogni ambito, soprattutto in tema ambientale, di sicurezza sul lavoro e per quanto riguarda la salute. Con l’App Amianto, si può verificare la mappa dei siti contaminati da asbesto e fare segnalazioni.

Vuoi verificare se hai diritto a particolari tutele o risarcimenti? Per ottenere una consulenza gratuita, oltre a chiamare il numero verde 800.034.294, si può compilare il form o scrivere su whatsapp per essere ricontattati.

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