Covid 19: la pandemia di coronavirus

Covid-19 coronavirus

Tutti sappiamo bene cosa sia il Covid-19, il virus che da 2 anni a questa parte ha cambiato le nostre abitudini. Quando se ne è parlato per la prima volta in molti pensavano che fosse un virus come gli altri e che avrebbe interessato, al più soltanto la Cina. Il livello di globalizzazione raggiunto in tutto il mondo ha fatto sì, però, che si diffondesse in fretta.

In molti non hanno avuto scampo. Le vittime sono state per la maggior parte persone anziane e pazienti con patologie pregresse. Il SARS-CoV-2 ha ucciso però anche giovani perfettamente in salute e ha comportato danni a lungo termine in una larga parte della popolazione che si è ammalata.

Il nuovo coronavirus è stato chiamato sindrome respiratoria acuta grave Coronavirus-2 (SARS-CoV-2). COVID 19 è il nome dato alla malattia associata al virus. SARS-CoV-2 è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente identificato nell’uomo.

I coronavirus, come abbiamo scoperto in questi due anni leggendo i quotidiani e guardando ore di trasmissioni televisive di approfondimento, sono virus che circolano tra gli animali e alcuni di essi infettano anche l’uomo. I pipistrelli sono considerati ospiti naturali di questi virus, ma anche molte altre specie di animali sono considerate fonti. Questa è soltanto una delle teorie sulla nascita del SARS-CoV-2, ma ancora non si hanno conferme per nessuna delle ipotesi formulate.

Covid 19, i sintomi

Il Covid 19 causa diversi sintomi, a seconda della gravità della malattia. I più comuni sono febbre, tosse, mal di gola, debolezza, affaticamento e dolore muscolare, perdita dell’olfatto e del gusto. Altri sono cefalea, brividi, mialgia, astenia, vomito e/o diarrea. Nei casi più gravi la malattia si può trasformare in polmonite, può portare inoltre a sindrome da stress respiratorio acuto e ad altre complicazioni, tutte potenzialmente mortali.

Le persone più a rischio

Le persone più a rischio, tra le quali è stata riscontrata una più alta percentuale di mortalità, sono quelle con età superiore ai 60 anni e quelle con patologie preesistenti. Tra queste ipertensione arteriosa, problemi cardiaci, diabete, malattie respiratorie croniche, cancro. E ancora i pazienti immunodepressi (per patologia congenita o acquisita, trapiantati o in trattamento con farmaci immunosoppressori), hanno maggiori probabilità di sviluppare forme gravi di malattia.

Anche i lavoratori o i cittadini esposti ad amianto, e ancora di più chi ha contratto una malattia asbesto correlata, sono soggetti a rischio per il COVID 19. La fibra killer, infatti, colpisce spesso gli organi delle vie respiratorie e in particolare i polmoni e la pleura.

Le vittime di malattie legate all’amianto, proprio per questo, sono di fatto svantaggiate e più fragili di fronte al nuovo coronavirus. Gli esperti Ona – Osservatorio nazionale amianto e il suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, considerano le persone esposte all’amianto comunque soggetti fragili e in questo senso, più a rischio.

Per richiedere una consulenza gratuita i lavoratori e i cittadini possono contattare il numero verde 800 034 294.

Metodo di diffusione

Il SARS-CoV2 si trasmette tramite aerosol da una persona infetta. In particolare quando starnutisce, tossisce, parla o respira e si trova vicino ad altre persone. Tramite le feci di casi infetti e con il contatto di superfici sulle quali si trova il virus. Il covid si trasmette anche quando la persona infetta è asintomatica.

Come proteggersi dal Covid 19

Il Ministero della Salute ha diffuso ormai da tempo le regole da seguire per proteggersi dal Covid 19, ma anche per proteggere chi ci circonda.

Il primo consiglio che dà è quello di vaccinarsi. E poi, come è stato ripetuto all’infinito: indossare correttamente la mascherina, sul posto di lavoro, ma anche all’interno delle abitazioni private in presenza di persone non conviventi.

Poi è importante mantenere una distanza di sicurezza con le altre persone di almeno un metro. Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o in assenza con soluzioni idroalcoliche. Evitare luoghi affollati, gli ambienti chiusi con scarsa ventilazione. Garantire una buona ventilazione di ambienti chiusi, inclusi abitazioni e uffici. Evitare abbracci e strette di mano.

E’ importante starnutire e tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie. Gettare il fazzoletto in modo appropriato e lavare poi le mani. Non bere con il bicchiere o con la bottiglia di un’altra persona, in particolare durante l’attività sportiva. Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani.

Il Covid 19 e le sue varianti

Il SARS-CoV-2 muta, come fanno tutti i virus: si replica e crea copie di se stesso e quando lo fa, a volte cambia leggermente. Questi cambiamenti sono chiamati mutazioni o varianti.

In tutto il mondo sono state scoperte centinaia di varianti

Le varianti più significative sono dall’ultima arrivata:

  • Omicron (Variante B.1.1.529) rilevata per la prima volta in Sud Africa il 24 novembre 2021. Attualmente predominante in Italia ed Europa.
  • Delta (Variante VUI-21APR-01, nota anche come B.1.617) rilevata per la prima volta in India.
  • Gamma (Variante P.1) con origine in Brasile.
  • Beta (Variante 501Y.V2, nota anche come B.1.351) identificata in Sud Africa.
  • Alfa (Variante VOC 202012/01, nota anche come B.1.1.7) identificata per la prima volta nel Regno Unito.

Vaccini e varianti

Anche la viariante Omicron può essere combattuta con il vaccino anti Covid. Almeno secondo quanto dicono gli esperti sulla base di studi preliminari. E’ stato accertato che l’efficacia dei vaccini è maggiore, con questa mutazione, per chi ha completato il ciclo vaccinale. Si riduce dopo 120 giorni dalla seconda dose. Per questo è importante anche la dose booster.

Il Ministero della salute spiega però che “anche se la protezione fornita dalla vaccinazione diminuisce nel tempo, i vaccini rimangono altamente efficaci nel prevenire le manifestazioni gravi causate da COVID 19 e le sue varianti, diversi mesi dopo il ciclo vaccinale completo.

Le persone che sono completamente vaccinate hanno infatti un rischio significativamente inferiore di sviluppare una forma di malattia grave o di avere la necessità di ricovero in ospedale, rispetto alle persone non vaccinate o vaccinate da molto tempo.

Le dosi di richiamo (booster) somministrate mesi dopo un ciclo vaccinale completo, inoltre, possono ripristinare la protezione iniziale fornita dalla vaccinazione, anche in presenza di nuove varianti come Omicron”.

Scorpi quali sono i vaccini anti-covid19 approvati dall’Agenzia Italiana del Farmaco.

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