Smettere di fumare: come e perché

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Smettere di fumare per preservare la salute rappresenta una sfida considerevole per i fumatori, specialmente quando la dipendenza dalla nicotina è elevata. Tuttavia, smettere di fumare offre numerosi vantaggi che possono costituire una motivazione significativa per intraprendere il percorso verso l’abbandono dell’abitudine al tabacco.

Il consumo di sigarette è associato a un aumento del rischio di infarto, enfisema e diverse altre patologie, inclusi i tumori. Il fumo agisce sinergicamente con altri agenti cancerogeni, come l’amianto, aumentando le possibilità di contrarre malattie asbesto correlate.

L’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), guidato dall’Avvocato Ezio Bonanni, promuove la prevenzione e diffonde stili di vita più sani per ridurre il rischio di malattie oncologiche e oltre.

L’abbandono del fumo è un percorso individuale, e non esiste un metodo universale migliore; è importante trovare le motivazioni personali e utilizzare le risorse disponibili per sostenere il processo di smettere.

Perché smettere di fumare: quali sono le motivazioni?

Le motivazioni per smettere di fumare sono molteplici, comprendendo aspetti economici, sociali ed estetici. Il fumo influisce negativamente sull’aspetto, causando ingiallimento dei denti, macchie sulla pelle e alterazioni della prestazione fisica.

Smettere di fumare contribuisce al benessere psicologico, rompendo il legame con la dipendenza e consentendo di apprezzare appieno momenti sociali e attività quotidiane.

La ragione primaria per abbandonare il fumo, tuttavia, è la salute, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il fumo di sigaretta rappresenta la principale causa evitabile di morte nella società, contribuendo ai tumori polmonari, cardiaci e ad altre patologie. Ogni anno, infatti, il fumo uccide milioni di persone in tutto il mondo.

Smettere di fumare non solo beneficia la salute personale ma anche salute delle persone circostanti. L’esposizione al fumo passivo infatti aumenta il rischio di cancro e malattie cardiache per coloro che sono soggetti ad esso.

Abitudine al fumo di sigaretta: rischi per la salute nel dettaglio

I tumori del polmone, della gola, della bocca e della trachea si sviluppano a causa delle sostanze cancerogene contenute nel fumo di sigaretta.

Il fumo accresce anche il rischio di sviluppare altri tipi di cancro, come quelli al seno, alla vescica, all’intestino, alle ovaie e ad altri organi. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) evidenzia il fumo come uno dei principali fattori di rischio per il cancro al colon.

Inoltre, il tabagismo aumenta il rischio di patologie cardiovascolari e polmonari, come l’enfisema, influenzando il movimento delle ciglia nelle vie aeree e danneggiando le pareti degli alveoli polmonari, responsabili dello scambio tra ossigeno e anidride carbonica. Contribuisce inoltre ai processi di aterosclerosi che possono portare a infarti e ictus.

Secondo l’OMS, il fumo provoca la morte di 7 milioni di persone ogni anno in tutto il mondo, di cui oltre sei milioni a causa del consumo diretto e il resto per esposizione passiva.

In Italia, si stima che le morti correlate al fumo oscillino tra 70.000 e 83.000 ogni anno, con oltre un quarto delle vittime compreso tra i 35 e i 65 anni.

I danni alla salute del fumo passivo: quali sono?

Interrompere il consumo di tabacco non solo preserva la nostra salute, ma è altrettanto cruciale per il benessere delle persone che ci circondano. Le vittime del fumo passivo sono esposte a circa 4.500 sostanze chimiche, di cui più di 60 sono considerate cancerogene. Tra queste, il benzene, noto per favorire lo sviluppo di leucemie, è particolarmente rilevante.

L’effetto combinato di queste sostanze aumenta significativamente il rischio di cancro e malattie cardiache per coloro che sono abitualmente esposti al fumo passivo. Le persone in questa categoria hanno un 25% in più di probabilità di contrarre tumori polmonari o patologie cardiache rispetto a coloro che non sono esposti al fumo passivo. Si stima che ogni anno 19.000 non fumatori europei perdano la vita a causa dell’esposizione al fumo passivo, sia a casa che sul luogo di lavoro.

I bambini esposti al fumo passivo sono particolarmente a rischio, con una maggiore probabilità di sviluppare bronchiti, polmoniti, attacchi di asma, otiti e meningiti rispetto ai loro coetanei non esposti. Per i neonati, in particolare, l’esposizione al fumo passivo aumenta il pericolo di morte in culla.

Come si fa a smettere di fumare? Gli strumenti a disposizione

Sono molti gli strumenti a disposizione di chi vuole smettere di fumare. Alcuni sono strumenti messi a disposizione da centri antifumo e Ministero della Salute, altri sono strumenti che già possediamo, ma che possiamo imparare ad affinare.

L’Istituto Superiore di Sanità ha un portale dedicato a come smettere di fumare, dove si trova una guida utile per smettere, una serie di informazioni sulla nicotina, i numeri verdi e gli indirizzi dei centri antitabagismo in Italia. Anche il test di Fagerstorm di autovalutazione aiuta a capire quanto è alta la propria dipendenza da nicotina, utile a determinare quali strategie mettere in atto prima di smettere di fumare e su come preparare il corpo.

Esistono poi libri e in particolare medicinali, che possono essere un valido aiuto per combattere il tabagismo.

Lo strumento imprescindibile per smettere di fumare però è la forza di volontà che si fonda sulla forza della motivazione personale, oltre che su tendenze e psicologia personale.

La forza di volontà: strumento principale per smettere di fumare

La determinazione personale si configura come l’elemento chiave per conseguire la cessazione del fumo. Abbandonare l’abitudine tabagica richiede un desiderio profondo, un’autoconsapevolezza che identifichi la volontà di intraprendere questa scelta come il miglior corso d’azione per il proprio benessere.

Solo il 3% delle persone riesce a smettere basandosi esclusivamente sulla motivazione intrinseca. Nel caso in cui l’obiettivo non sia raggiunto, è essenziale evitare sensi di colpa e scoraggiamenti che alimenterebbero un circolo vizioso, potenzialmente intensificando il consumo di tabacco.

Perciò, è cruciale non sentirsi sconfitti di fronte a eventuali insuccessi iniziali, poiché abbandonare il fumo rappresenta una sfida impegnativa che può richiedere diversi tentativi.

Numerosi fumatori hanno ottenuto successo nel loro percorso di smettere dopo vari sforzi. L’apporto di persone vicine, la consultazione di centri antifumo, una comprensione approfondita del fumo e della nicotina possono costituire valide risorse a cui fare affidamento. Queste fonti possono contribuire a chiarire le motivazioni personali e a rafforzare la forza di volontà.

I centri antifumo sul territorio nazionale: un aiuto valido

In tutta Italia, sono presenti quasi 400 Centri antifumo che forniscono supporto per smettere di fumare attraverso diverse modalità, tra cui consulenze individuali, terapie di gruppo e la prescrizione di prodotti sostitutivi della nicotina o farmaci disassuefacenti.

L’approccio proattivo attraverso il counseling telefonico si è dimostrato efficace. L’accesso a questi centri di solito comporta un costo, ma in alcuni casi è gratuito. Tutte le informazioni sui Centri antifumo sono disponibili sulla guida dell’Osservatorio fumo alcol e droga (OssFAD) dell’Istituto Superiore di Sanità o possono essere ottenute chiamando il numero verde contro il fumo (800 554 088) dello stesso Istituto, che offre anche consulenze su questioni legate al tabagismo.

Medicinali per smettere di fumare: funzionano?

I trattamenti sostitutivi, come cerotti, gomme da masticare e altri prodotti a base di nicotina, agiscono sul disagio fisico causato dalla privazione di nicotina, aumentando le probabilità di successo nel cessare il fumo del 50-70%. Questi prodotti sono disponibili senza prescrizione medica in farmacia. Sono sicuri anche durante la gravidanza, se utilizzati sotto controllo medico, seguendo attentamente dosaggi e tempistiche (almeno per 2-3 mesi, riducendo il dosaggio generalmente di un terzo ogni mese).

Oltre ai trattamenti sostitutivi esistono i farmaci dissuasori.

Il medicinale più utilizzato per aiutare nei momenti più critici è il bupropione, un farmaco della famiglia degli antidepressivi che, con un’apposita formulazione, riduce i sintomi dell’astinenza da nicotina.

Un altro farmaco che può essere prescritto è la vareniclina, che riduce il desiderio della sigaretta e ne attenua il piacere. Devono essere prescritti dal medico e non sono forniti gratuitamente dal Sistema sanitario nazionale, neppure per i fumatori con patologie croniche legate al fumo e quindi con più urgenza di smettere. Il costo è spesso molto elevato.

La citisina è un prodotto galenico in capsule che ha un costo inferiore rispetto agli altri farmaci. Può essere acquistato in farmacia dietro prescrizione medica. Il principio attivo è ricavato dal maggiociondolo, un arbusto con fiori gialli e pendenti come un ciondolo che fiorisce a maggio. Si comporta come antagonista parziale della nicotina e inganna il nostro cervello contro i sintomi dell’assuefazione. Uno studio recente ha dimostrato che, con l’aiuto di questa sostanza e del counseling telefonico, il 59,2% dei partecipanti non fumava dopo 3 mesi e circa il 49 dopo un anno.

Sigarette a tabacco riscaldato e sigarette elettroniche

Quanto alle sigarette elettroniche, le indagini condotte finora non consentono di escludere potenziali rischi associati a questa innovativa modalità di fumare, sia per l’individuo che per chi lo circonda. L’utilizzo di sigarette elettroniche offre l’opportunità di evitare l’esposizione al catrame e ad altre sostanze tossiche derivanti dalla combustione del tabacco. Tuttavia, persistono incertezze sulla sicurezza delle sostanze presenti nei composti da “svapare”.

Per quanto riguarda le sigarette a tabacco (tipo Iqos) riscaldato non sono ancora disponibili studi in grado di dimostrare che l’uso di sigarette a riscaldamento del tabacco riduca il rischio di cancro rispetto alle sigarette classiche.

Gli studi che mostrano un livello inferiore di sostanze tossiche sono spesso sostenuti dai produttori stessi di tabacco, con evidenti conflitti di interesse per gli autori nella pubblicazione di risultati favorevoli a questi prodotti.

Attualmente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sottolineato l’importanza di monitorare attentamente le emissioni di composti nocivi, quali nicotina, aldeidi e monossido di carbonio, derivanti da questi nuovi prodotti. Pur presentando in generale livelli inferiori di sostanze tossiche rispetto alle sigarette convenzionali, è fondamentale considerare che tali prodotti e dispositivi non implicano automaticamente un rischio minore, bensì potenzialmente differente. I prodotti a tabacco riscaldato rilasciano infatti altre sostanze nocive, il cui impatto sulla salute necessita ancora di una comprensione completa.

Libri che aiutano a smettere di fumare: quali sono i migliori?

Inoltre, esistono risorse letterarie utili per intraprendere il percorso di smettere di fumare, affrontando temi quali:

  • le motivazioni alla base del gesto di accendere una sigaretta o di abbandonare definitivamente l’abitudine;
  • strategie per rafforzare la propria determinazione;
  • suggerimenti pratici per superare le sfide durante il processo di cessazione;
  • testimonianze di coloro che hanno conseguito successo in questa impresa.

Tra i titoli consigliati figurano:

  • “Spegnila!” di Donatella Barus e Roberto Boffi;
  • “Puoi smettere di fumare se sai come farlo” di Allen Carr;
  • “101 motivi per non fumare” di Fabio Beatrice e Johann Rossi Mason.

Consigli per smettere di fumare: le linee guida

Gli esperti hanno stilato delle linee guida e dei consigli per smettere di fumare:

  1. smettere di fumare è possibile;
  2. il desiderio impellente della sigaretta dura solo pochi minuti;
  3. i sintomi dell’astinenza si attenuano già nella prima settimana; 
  4. informa amici e parenti della tua decisione perché possano supportare la tua decisione;
  5. già dopo 20 minuti dalla cessazione del fumo si hanno i primi effetti benefici;
  6. ricorda che non tutti ingrassano quando si smette di fumare e comunque l’incremento di peso è moderato (2-3 chili);
  7. quando si smette di fumare è bene bere abbondantemente, ridurre il consumo di zuccheri e grassi, aumentare il consumo di frutta e verdura e muoversi di più;
  8. se non riesci a smettere da solo parlane col tuo medico di famiglia;
  9. un supporto specialistico, centri antifumo e alcuni farmaci sono validi aiuti;
  10. le ricadute non devono scoraggiare perché possono essere utili per riconoscere e affrontare i momenti critici;
  11. non fumare ti arricchisce non solo in salute, ma anche economicamente e salvaguarda la salute di chi ti sta intorno, soprattutto quella dei bambini.

Qual è il metodo migliore per smettere di fumare?

Non esiste un approccio universalmente migliore per smettere di fumare, poiché ognuno deve individuare le proprie motivazioni e il metodo più idoneo per mantenere la decisione presa.

Alcune persone hanno successo nel tagliare drasticamente senza ricadute, mentre altre trovano aiuto attraverso libri, centri antifumo o una combinazione di strumenti disponibili. La chiave è sperimentare diverse vie e non scoraggiarsi in caso di insuccesso, ma piuttosto perseverare nei tentativi.

Il medico di base può essere un prezioso alleato per orientarci verso strumenti adeguati, quali centri antifumo, farmaci, sostitutivi della nicotina o consulenza psicologica.

Fa male smettere di fumare di colpo?

Non ci sono controindicazioni nel smettere di fumare di colpo, e per alcuni fumatori, questa è stata una strategia di successo. Tuttavia, ridurre gradualmente è consigliato in situazioni di forte dipendenza per mitigare i sintomi di astinenza, che possono includere depressione, ansia e altri disturbi. La crisi di astinenza varia da individuo a individuo e in base al grado di dipendenza, ma smettere improvvisamente non è pericoloso.

L’astinenza da nicotina può comportare un aumento di peso, poiché la nicotina è un soppressore dell’appetito. Cambiare gradualmente le abitudini alimentari può aiutare a prevenire l’aumento di peso. Ridurre le porzioni, preferire pasti più leggeri e frequenti, bere molti liquidi, limitare l’alcol, scegliere frutta e verdura come spuntini, e aumentare l’attività fisica sono strategie utili.

Cosa succede al corpo quando smetti di fumare?

I benefici dello smettere di fumare si manifestano rapidamente. Dopo 20 minuti, la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca tornano alla normalità. Dopo 12 ore, i livelli di monossido di carbonio nel sangue diminuiscono e quelli di ossigeno si normalizzano. Inoltre, già dopo 24 ore, i polmoni iniziano a eliminare il muco e i depositi dovuti al fumo.

Dopo 2 giorni, l’organismo si libera dalla nicotina, recuperando il senso di gusto e olfatto. Dopo 3 giorni, la respirazione migliora e l’energia si ristabilisce. In 2-12 settimane, la circolazione del sangue migliora, e a 3-9 mesi, si osserva un notevole miglioramento nella respirazione con una riduzione di tosse e sibili.

Dopo 1 anno, il rischio cardiovascolare è dimezzato rispetto ai fumatori, e dopo 15 anni, il rischio di tumore polmonare può equipararsi a quello di chi non ha mai fumato o essere ridotto del 50%, a seconda di vari fattori, tra cui l’intensità del fumo e la durata dell’abitudine.

Come funziona la dipendenza da nicotina

Sapere come funziona la dipendenza da nicotina a livello chimico-fisico ci aiuta ad avere uno sguardo esterno e a non giudicarci e scoraggiarci durante eventuali fallimenti o per essere diventati dipendenti dalla sostanza.

Il livello di dipendenza psicologica della nicotina è infatti molto elevato, leggermente più basso di quello da cocaina, anche se i danni fisici sono inferiori.

Non appena la nicotina entra in circolo, si diffonde rapidamente attraverso la circolazione sanguigna e raggiunge il cervello, dove agisce sui neuro-recettori dell’acetilcolina. A basse concentrazioni, stimola l’attività di tali recettori.

A concentrazioni elevate, la nicotina blocca i recettori nicotinici dell’acetilcolina, causando la paralisi dei muscoli scheletrici, compresi quelli respiratori. Questo fenomeno spiega il suo utilizzo come insetticida.

Inoltre, la nicotina, come gli altri agonisti, agisce sugli eterorecettori nicotinici presenti sulle fibre pre-sinaptiche dei neuroni dopaminergici, con un effetto di modulazione positiva che aumenta il rilascio di dopamina.

Ciò genera una sensazione di piacere, con un meccanismo che in certi aspetti è simile a quello innescato dalla cocaina. La dipendenza fisica dalla nicotina è quindi correlata alla necessità biochimica di mantenere elevati livelli di dopamina. Inoltre, molti alcaloidi presenti nel tabacco sono potenti inibitori delle monoamino ossidasi (MAO): le sigarette non solo stimolerebbero i neuroni dopaminergici a rilasciare dopamina, ma ne limiterebbero anche la degradazione enzimatica. Questo contribuisce a rendere la dipendenza dalla nicotina ancora più ostica da superare.

Oltre a ciò, la nicotina ha un effetto peculiare a livello gastrico, agendo in sinergia con altri componenti del fumo di tabacco. Pochi minuti dopo l’assunzione di fumo di tabacco, si verifica un aumento del 15% della secrezione di acido cloridrico (HCl) da parte della mucosa gastrica, insieme a un incremento generale della peristalsi gastrointestinale. Questo potrebbe spiegare il motivo per cui il desiderio di sigaretta aumenta dopo i pasti, soprattutto se abbondanti.

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