Il tumore alle ovaie

Il tumore delle ovaie

Il tumore alle ovaie è una neoplasia a carico delle ovaie che, al giorno d’oggi, rappresenta il secondo tumore tra quelli ginecologici e il sesto più diffuso tra le donne:

  • 5.200 circa sono le donne che ogni hanno vengono colpite in Italia
  • il tumore ovarico è al decimo posto nella classifica dei tumori più diffusi
  • rappresenta il 3% di tutte le diagnosi di tumore

Quelle fornite a Airc sono cifre abbastanza eloquenti che rendono l’idea dell’incidenza della patologia.

Vedremo tra poco quali sono tutte le cause più frequenti di tumore alle ovaie, ma anticipiamo che anche l’amianto è stato riconosciuto tra gli agenti eziologici di questo tipo di cancro.

L’Osservatorio Vittime del Dovere ha fatto emergere come la neoplasia dell’ovaio possa essere causata anche dalle esposizioni all’amianto e al talco contaminato da fibre di amianto.

L’ International Agency for Research on Cancer ha avvalorato questa evidenza inserendo la sostanza tra quelle che possono provocare la neoplasia.

Il tumore alle ovaie e le sue tipologie

Dopo questo rapido excursus, breve ma doveroso, sul caso del “talco all’aminto” di Johnson & Johnson torniamo ad analizzare la neoplasia a carico delle ovaie.

Il tumore alle ovaie può essere di diversa tipologia e questo, come accennato poco sopra, dipende da quali cellule interessa.

Le noplasie ovariche si dividono infatti in:

  1. Tumori epiteliali: sono i più frequenti e rappresentano il 90% dei casi. Si originano dalle cellule epiteliali che rivestono la superficie delle ovaie.
  2. Tumori germinali: hanno il 5% di incidenza e hanno origine dalle cellule germinali, in pratica le cellule che generano gli ovuli.
  3. Tumori stromali: pari all’1% dei casi, si originano dallo stroma, il tessuto strutturale dell’ovaio e nel quale vengono prodotti gli ormoni femminili.

I tumori germinali e quelli stromali vengono diagnosticati in maniera più frequente, rispettivamente, nelle donne di età inferiore ai 20 anni e in quelle con più di 50.

Il tumore alle ovaie: i fattori di rischio

Abbiamo parlato, anche facendo riferimento al caso JohonsJohnson & Johnson, della correlazione tra aminto e tumore ovarico

Proprio a questo proposito lo IARC ha classificato il talco che contiene amianto come elemento cancerogeno.

Una ulteriore conferma del legame arriva dalla ricerca “Asbestos exposure and ovarian fiber burden” (Esposizione ad asbesto e carico di fibre nell’ovaio) di Heller, Gordon, Westhoff, Gerber (1996).

Lo studio riporta proprio il ritrovamento di fibre di asbesto nel tessuto ovarico di donne esposte.

L’esposizione ad amianto, le radiazioni ionizzanti, l’esposizione ad agenti tossici e cancerogeni, il talco, se contaminato da amianto, sono le principali fonti di rischio.

Le fibre di asbesto, trasportate dal flusso sanguigno e dal sistema linfatico, arrivano fin nelle ovaie dove provocano l’infiammazione e, successivamente, il tumore.

Tra gli altri fattori di rischio per il tumore alle ovaie troviamo:

  • L‘età: il maggior numero dei casi sono a carico di donne tra i 50 e i 69 anni
  • Il sovrappeso e l’obesità
  • La lunghezza del periodo ovulatorio, una prima mestruazione precoce e/o una menopausa tardiva.
  • Il non aver avuto figli
  • le mutazioni ereditarie nei geni BRCA1 e BRCA2 possono causare una predisposizione allo sviluppo di questo tipo di cancro.
    Per il 39/46% di probabilità se si ha la mutazione Brca 1, per il 10/27% se si ha quella del gene Brca 2. Per questo motivo, in questi casi, è buona prassi sottoporsi a controlli periodici.
    Altri casi da tenere sotto controllo sono quelli di ovulazioni ripetute e di alterazioni del sistema endocrino, nei quali si possono avere maggiori probabilità di contrarre la malattia.

Quali possono essere i sintomi?

La quasi totale assenza di sintomi iniziali rende molto difficile riconoscere il tumore alle ovaie. Con il progredire della patologia i sintomi si fanno più evidenti.

I segnali che le donne non devono assolutamente trascurare e che possono essere riconducibili a questo tipo di tumore sono: l’addome gonfio, il meteorismo e il bisogno frequente di urinare.

Unitamente a questi sintomi possono verificarsi dolore addominale, palvico, alla schiena o alle gambe.

E ancora nausea, diarrea o costipazione, e, infine, dolore durante l’atto sessuale.

Pià rari a verificarsi sono inappetenza, perdite vaginali, variazioni delle abitudini intestinali e difficoltà nel respirare.

La diagnosi del tumore alle ovaie

In caso di presenza dei suddetti sintomi o di altri motivi che inducano a pansare di avere serie problematiche alle ovaie, occorre innanzitutto ricorrere a una visita ginecologica.

Già attraverso una prima visita e la normale palpazione dell’addome è possibile stabilire se siano presenti conformazioni anomale.

Successivamente sarà necessario sottoporsi a una ecografia transaddominale o transvaginale da eseguire in combinazione con il marcatore serico CA125.

Quest’ultimo infatti può risultare elevato in caso di tumore, di pancreatite e di epatopatie croniche.

Oltre all’ecografia, vengono utilizzate la TC dell’addome e la risonanza magnetica con lo scopo di verificare la presenza di eventuali metastasi nel cavo addominale.

Nelle situzioni in cui ci siano casi di cancro alle ovaie in famiglia, legati alla positività ai geni BRCA1 e BRCA2, è opportuno procedere a degli screening periodici.

La diagnosi precoce del tumore alle ovaie fa salire il tasso di sopravvivenza all’85%, mentre invece, con la malattia in stadio avanzato e con la presenza di metastasi questo scende al 25%.

La cura del tumore alle ovaie

Le cure per il tumore alle ovaie prevedono diversi gradi di intervento chirurgico.

Si può procedere con un approccio di tipo conservativo, nel caso l’estensione del tumore lo consenta e la vittima si intenzionata ad avere figli successivamente. 

Si procede quindi cercando di preservare almeno un ovaio, l’utero e la tuba. 

Se, in caso contrario, la neoplasia è molto estesa, l’asportazione sarà più complessa e interesserà anche le tube e le ovaie. 

In ultima istanza, in casi molto complessi, si procederà a un’ isterectomia totale, con la quale vengono rimossi sia l’utero che la cervice.

Dopo l’intervento di rimozione del tumore solitamente si procede con la chemioterapia

La radioterapia, in caso di tumore ovarico, viene utilizzata solo  a scopo palliativo. 

Il tumore alle ovaie e la tutela legale delle vittime

Come tante altre patologie asbesto correlate anche il tumore alle ovaie viene inserito dall’Inail nella lista I, la lista in cui si trovano tutte quelle patologie la cui origine lavorativa è di elevata probabilità.

Ancora una volta viene confermata la pericolosità dell’esposizione ad asbesto. 

Grazie all’inserimento nella Lista I dell’Inail si realizza così il presupposto per la tutela giuridica delle vittime di cancro alle ovaie.

Per questo le donne che per esigenze di lavoro siano esposte a sostanze cancerogene come l’amianto, devono essere sottoposte a cure e sorveglianza sanitaria, ovvero prevenzione secondaria).

L’indennizzo da parte dell’Inail

Alle lavoratrici affette da cancro alle ovaie dovuto ad amianto, sarà sufficiente provare la presenza del minerale sul posto di lavoro per avere diritto all’indennizzo.

Il medico legale, ottenuta la conferma della reale presenza di asbesto nell’ambiente lavorativo, redigerà il certificato di malattia professionale con il quale poter avviare la domanda di indennizzo INAIL.

In caso di rigetto della domanda, la lavoratrice esposta ad amianto e affetta dal tumore alle ovaie può ricorrere in via amministrativa, come stabilisce l’ex art.104 del d.p.r. 1124/1965.

Successivamente si può decidere di andare avanti con un ricorso giudiziario.

Con il riconoscimento dell’origine professionale la lavoratrice avrà diritto a una rendita Inail , prestazione mensile che si ottiene nel caso in cui il grado invalidante non sia inferiore al 16%.

L’indennizzo è l’altra opzione, alla quale si ha diritto in caso di danno biologico compreso in una percentuale dal 6% al 15%.

L’indennizzo INAIL, inoltre, è reversibile agli eredi in caso di decesso (per i coniuge e figli fino al 18° anno, fino al 21° se studenti e fino al 26° se studenti universitari).

In caso di decesso della vittima per tumore alle ovaie, sono gli eredi  a poter richiedere la rendita di reversibilità. Infine si ha diritto anche alle prestazioni aggiuntive del Fondo Vittime Amianto.

Il prepensionamento da parte dell’Inps

Le lavoratrici affette da tumore ovarico riconducibile ad esposizione professionale ad amianto, hanno diritto ad accedere ad un prepensionamento con un rivalutazione contributiva con coefficente di 1,5.

Le lavoratrici già pensionate, invece, possono usare le maggiorazioni per riliquidare la pensione e maggiorarne i ratei.

La pensione di invalidità

Nei casi in cui le vittime non abbiano accesso alla pensione, pur con la maggiorazione del 50%, possono depositare all’INPS la domanda di pensione d’invalidità amianto.

L’art.41-bis della legge 58 del 2019, infatti, ha ampliato la tutela dei lavoratori affetti da patologie asbesto correlate (commi 250-bis e 250-ter dell’art.1, L.232/2016).

Grazie all’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Vittime del Dovere, il limite originario di questa normativa è caduto.

Tutti coloro che abbiano subìto un danno biologico per l’esposizione ad amianto, quindi, oltre all’accredito delle maggiorazioni contributive, possono accedere alla pensione d’inabilità. La prestazione però non è cumulabile con altri benefici, come ad esempio la rendita Inail. Il 31 marzo di ogni anno è la data entro la quale è possibile fare domanda per richiederla.

Tumore delle ovaie e vittime del dovere

Molti casi di malattie asbesto correlate, tra cui cancri ovarici, ci sono stati tra coloro che hanno prestato servizio nelle Forze Armate e nel Comparto Sicurezza. Il numero maggiore di casi è presente nell’Esercito, l’Aeronautica, i Carabinieri e la Marina Militare.

La Procura della Repubblica di Padova ha registrato 1.101 casi di malattie asbesto correlate tra i soli dipendenti del Ministero della Difesa, impiegati nella Marina Militare Italiana. Questo per l’ampio utilizzo di amianto nella costruzione di basi a terra, e soprattutto, in quelle navali. Con la sentenza della Corte di Appello di Venezia del 21 giugno 2022, nel cosiddetto processo Marina bis, è stato ulteriormente sottolineato il rapporto causale tra esposizione all’amianto e l’insorgenza delle malattie. In questo caso i due marinai deceduti avevano ricevuto una diagnosi di mesotelioma pleurico.

Grazie all’art. 20 L. 183/2010, le vittime dell’amianto in Marina Militare hanno ricevuto tutela con il riconoscimento dello status di vittima del dovere.

Tumore alle ovaie e amianto: il caso Johnson & Johnson 

Una sentenza a favore di 22 donne che si sono ammalate a causa della presenza di amianto nel talco per bambini: questo l’epilogo della vicenda che ha visto coinvolta la Johnson & Johnson e che ha reso famosa in tutto il mondo la correlazione tra il minerale e il tumore alle ovaie.

Questo processo, di fatto, è divenuto emblematico del rapporto che può esserci tra cancro ovarico e esposizione alle fibre di amianto.

La Corte Suprema degli Stati Uniti d’America, in ultima battuta, ha respinto anche l’appello che l’azienda aveva presentato contro il verdetto risarcitorio di 2,12 miliardi di dollari. Quello che può essere definito un caso epocale non è di certo il solo.

Dai dati pubblicati sul New York Times si apprese come, fino a quel momento, erano state ben 9000 le donne che avevano intentato azioni legali nei confroni della società.

Inoltre, a carico dell’azienda americana risultavano essere in piedi ben 19 mila cause nelle quali avrebbe dovuto rispondere della presenza di sostanze cancerogene nei suoi prodotti.

L’assistenza dell’Osservatorio Vittime del Dovere

L’Osservatorio Vittime del Dovere è una ente che fornisce assistenza medica e legale per tutti coloro che sono affetti da patologie provocate da esposizione all’amianto per motivi professionali.

L’avv. Ezio Bonanni e il suo staff forniscono assistenza completa alle vittime, a salvaguardia di ambiente e salute personale.

Vittime che possono così intraprendere un percorso per ottenere il riconoscimento della malattia professionale e i dovuti risarcimenti e indennizzi. Per avere una consulenza gratuita basta compilare il formulario qui sotto.