Prevenzione secondaria, il monitoraggio della salute

Prevenzione secondaria

In questa pagina approfondiamo la forma di prevenzione secondaria. Tale forma di prevenzione consiste essenzialmente nella tutela della salute delle persone. La diagnosi precoce ed un rapido accesso alle cure, infatti, possono fare la differenza. Non sempre è così, ma nella maggior parte dei casi contribuisce ad aumentare le possibilità di guarigione e di sopravvivenza.

La prevenzione secondaria consiste nella tutela della salute con un attento monitoraggio medico. Un semplice accesso alla sanità e la diagnosi precoce possono infatti fare la differenza per molte persone che in passato sono state esposte all’amianto e a tutti gli altri cancerogeni. La prevenzione secondaria avviene però quando il danno si è già, almeno parzialmente, concretizzato.

Ecco perché è importantissimo anche il ruolo della prevenzione primaria, che consiste essenzialmente nel condurre uno stile di vita sano e in una corretta informazione da parte di istituzioni, associazioni e tra individui. E’ necessario proporre una sensibilizzazione costante sui temi della salute e del rispetto dell’ambiente, ma anche della sicurezza sul luogo di lavoro, sulla necessità di eseguire bonifiche nei luoghi inquinati. Conoscere i diversi tipi di sostanze cancerogene è importante per tenersi il più possibile alla larga da esse, evitando le esposizioni, e per mettere in atto tutte quelle azioni che possono aiutare a mantenersi in salute. L’App Amianto può aiutare e a difendersi dalle esposizioni inconsapevoli di asbesto, offrendo una mappatura dei siti contaminati, e a sollecitare le bonifiche locali.

La Prevenzione secondaria: la tutela della salute

I più diffusi cancerogeni che si possono incontrare sul lavoro sono: amianto; antimonio; berillio, cadmio e mercurio insieme in particolare nell’industria manifatturiera; il cromo e il nichel sempre in ambito industriale e soprattutto durante le operazioni di saldatura. Negli ambienti quotidiani: benzene e piombo soprattutto in relazione all’uso dei carburanti; arsenico nell’ambiente naturale montano e nell’acqua, oltre che nella produzione industriale del settore tessile; la formaldeide sempre nell’ambito del tessile e persino in ambiente casalingo nelle tappezzerie e come prodotto della combustione del tabacco.

Purtroppo in presenza di patologie gravissime e spesso a diagnosi tardiva come i mesoteliomi, la prevenzione con sorveglianza sanitaria non basta e nella maggior parte dei casi si va incontro a prognosi infauste, nonostante l’aspettativa di vita sia migliorata negli ultimi anni grazie a tecniche di cura sempre più accurate e innovative. Nuove terapie e l’approccio multimodale, che combina chemioterapia e radioterapia per potenziare i loro effetti benefici, stanno facendo la differenza. Anche in questo caso però bisogna prestare notevole attenzione perché, se usate in dosi massicce, anche chemio e radio possono risultare tossiche per i pazienti. Ecco allora che possono entrare in gioco gli anticorpi monoclonali, come stimolazione della risposta naturale del sistema immunitario contro le cellule tumorali.

Il caso amianto in Italia: ritardi nelle bonifiche e salute

Tutti i tipi di amianto sono cancerogeni, come confermato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) nella sua monografia. Le patologie collegate a questi minerali fibrosi possono insorgere anche dopo decenni e il prezzo da pagare è molto alto, come riporta “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022” dell’avv. Ezio Bonanni. Nel 2021 infatti in Italia ci sono state circa 7.000 morti per patologie collegate all’esposizione alla fibra killer, che è presente ancora nel nostro Paese con 40 milioni di tonnellate in migliaia di siti, nonostante dal 1992 l’amianto sia vietato nel nostro Paese.

I numeri dell’amianto fanno ancora impressione. Per numerosi anni in Italia sono state milioni le persone esposte, perché tale sostanza ha avuto largo successo in edilizia e nel settore dei trasporti per le sue caratteristiche. In questo contesto si comprende come la bonifica rappresenti la forma di prevenzione. Dove è importante rimuovere l’amianto? Ovunque ci si trovi di fronte a materiali che si stiano sfaldando. La bonifica impedisce che le micro particelle dell’asbesto danneggiato (da sollecitazioni o intemperie) possano diffondersi nell’aria. L’inalazione e l’ingestione delle fibrille infatti provocano problemi di salute alle persone esposte. Per rimuovere l’asbesto sono necessarie particolari tecniche, che devono essere eseguite da ditte specializzate.

La necessità oggi è dunque che dal governo arrivino nuovi input ed incentivi per accelerare questo processo ed impedire che ci si continui ad ammalare. Dell’importanza delle bonifiche si è parlato recentemente a Bologna il 10/03/2022 durante il convegno dal titolo “Amianto: prevenzione e bonifica, tutela della salute e dell’ambiente”. E tale urgenza è stata ribadita anche nell’incontro dello stesso avv. Bonanni con il sottosegretario alla Salute on. Andrea Costa il 15/03/2022. Al seguente link, c’è tutta la normativa in materia di amianto, attualmente vigente in Italia.

L’intervento dell’Europa per proteggere i lavoratori dall’amianto

Il Parlamento europeo, con grande consapevolezza sul tema dell’amianto e sul ritardo generale nelle bonifiche, il 20 ottobre 2021 ha varato una Risoluzione che propone alla Commissione europea l’aggiornamento della direttiva 2009/148/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi dell’esposizione all’amianto sul luogo di lavoro. Accanto a questo, inoltre, ha proposto l’avvio di una European Strategy for the Removal of All Asbestos (ESRAA); ossia di una strategia europea per la rimozione dell’amianto da tutti gli Stati membri per prevenire le malattie collegate all’esposizione a questa sostanza cancerogena e prevenire una nuova ondata di vittime, successiva a quella che abbiamo già oggi. Come seconda proposta, non meno importante della prima ma ad essa complementare, l’invito a varare una direttiva quadro perché gli Stati membri elaborino strategie nazionali di rimozione.

Scoprire subito la malattia grazie alla prevenzione secondaria

Per proteggersi dagli effetti degli agenti nocivi che è possibile trovare nei luoghi che frequentiamo abitualmente, per vita o per lavoro, è bene attuare ben precise forme di prevenzione che coinvolgono l’ambiente, la salute, la sicurezza, ma anche il riconoscimento dei diritti.

Il caso dell’amianto è emblematico, ma per tutti i tipi di cancerogeni è essenziale il monitoraggio della salute come forma di prevenzione secondaria. Attuare un principio di precauzione può salvare molte vite. Esistono strutture specializzate e trattamenti specifici per i pazienti oncologici. Eseguire test di screening, attraverso esami che possono essere anche poco invasivi, deve essere una cosa semplice ed accessibile per tutta la popolazione. Il percorso della malattia, inoltre, deve essere facilmente riconoscibile e gli operatori sanitari devono essere adeguatamente formati. Seguire precise linee guida per sostenere il paziente nelle varie fasi che lo attendono è importante.

Un ruolo cruciale è rappresentato dal Sistema sanitario nazionale: deve essere in grado di farsi carico dei costi dello screening sulla popolazione e fornire adeguata assistenza. In particolare screening oncologico è sempre raccomandabile perché permette di individuare eventuali neoplasie: riconoscere il tipo di tumore, fare la stadiazione e iniziare a curarlo subito è fondamentale. L’art.259 Dlgs 81/2008 (Testo unico sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro) individua nella Asl la competenza o l’obbligo giuridico di sorveglianza sanitaria.

Prevenzione secondaria: sorveglianza sanitaria Inail

Lo Stato italiano, per mezzo del Testo Unico sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (art. 242 Dlgs 81/2008) ha previsto la sorveglianza sanitaria per tutti i lavoratori esposti a rischi per la salute. Programmi di screening e visite mediche regolari per i lavoratori sono necessari per scoprire in tempo eventuali patologie e per far sì che l’accesso alle cure delle persone sia il più rapido possibile. Ne ribadisce l’importanza l’Avv. Bonanni durante l’incontro del 16.01.2023 con il Dott. Montilla e la Dott.essa Melpignano.

Fondamentale dunque è anche la redazione, da parte del datore di lavoro, del DVR Documento di Valutazione dei Rischi: tale documento mette nero su bianco tutti i pericoli che corre il lavoratore sul posto di lavoro e li quantifica in potenziali danni. “Per gli agenti cancerogeni e mutageni la valutazione del rischio deve essere molto attenta ed approfondita“, riporta l’Inail in un approfondimento.

I lavoratori che corrono rischi di salute devono dunque essere sottoposti a sorveglianza sanitaria. Il medico stabilisce il programma ed esso deve essere attuato sulla base di protocolli ed evidenze. Fanno parte della sorveglianza sanitaria anche tutti gli accertamenti preventivi per valutare l’assenza di controindicazioni nello svolgimento di determinate mansioni per il lavoratore.
Alla constatazione della presenza di sostanze cancerogene e/o mutagene sul luogo di lavoro, il protocollo di sorveglianza dovrà prevedere accertamenti mirati per il rischio specifico.

La tutela legale delle vittime e dei familiari

La prevenzione terziaria invece si realizza con la tutela legale. Se la persona esposta ha già subìto danni ed ha sviluppato una malattia a causa di una esposizione prolungata ad agenti nocivi per motivi di lavoro, può farsi riconoscere la natura professionale della malattia. Con la prevenzione terziaria si può avere accesso alla giusta assistenza, sia con il paziente in vita sia in caso di decesso.

Gli esposti e i loro familiari hanno diritti che possono far valere: ricevere indennizzi, rendite o pensioni da enti come Inail o Inps. Chiedere risarcimenti per i danni patiti quando la malattia è riconosciuta come professionale e deve essere fatta valere sia la responsabilità contrattuale che quella extracontrattuale.

I pubblici dipendenti possono ricevere assistenza per intraprendere un procedimento amministrativo: la cosiddetta causa di servizio. Chi ha operato o presta ancora servizio nelle Forze Armate o nel Comparto Sicurezza, può ottenere lo status di Vittima del dovere che comporta ulteriori tutele. Inoltre può essere chiesto

In base alla percentuale di danno biologico riscontrato, si possono richiedere all’Inail: indennizzo una tantum (per danno superiore al 6%); rendita mensile (oltre 16%). Le vittime di amianto possono accedere alle prestazioni aggiuntive del Fondo Vittime Amianto.

All’Inps si può chiedere il prepensionamento o la rivalutazione del trattamento pensionistico eventualmente già in essere, grazie a maggiorazioni contributive del 50% per il periodo riconosciuto. Si può richiedere anche la pensione di inabilità amianto, ma essa non si può cumulare con altre prestazioni, quindi bisognerà scegliere. Le domande per quest’ultima devono essere prestante entro il 31 marzo di ogni anno.

Osservatorio Vittime del Dovere e consulenza gratuita

L’Osservatorio Vittime del Dovere può essere una valida guida per tutti coloro che hanno bisogno di orientarsi nelle problematiche legate all’esposizione di tutte le sostanze nocive. L’Osservatorio infatti offre tutela legale per problemi di salute connessi ad esposizione ambientale e/o legati a malattie per le quali deve essere riconosciuta la natura professionale.

Come si è visto, sono tanti e vari i diritti che possono essere riconosciuti. Parliamo di prestazioni Inail e Inps ma anche di speciali tutele riservate a particolari categorie di lavoratori. L’Osservatorio si pone come guida e punto informativo per ottenere il riconoscimento di questi diritti e tutele. Ma si pone anche come punto di riferimento informativo, attraverso questo giornale Diritto alla Salute.

Per i pazienti e i familiari delle vittime è possibile richiedere una consulenza gratuita scritta, che può essere usata come seconda opinion che mai sostituisce il parere del proprio medico curante. L’invito è infatti sempre quello di rivolgersi al proprio medico e alle strutture del servizio sanitario nazionale, ma anche di informarsi il più possibile sul ventaglio di possibilità esistenti per la propria condizione. In questo senso l’Osservatorio può essere un valido aiuto per tutti, offrendo assistenza e mettendosi a disposizione per la consulenza gratuita. Per contattare l’Osservatorio e i suoi professionisti, si può scrivere ai numeri di seguito o compilare il form.

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