Tumore esofago, l’elevata mortalità

Tumore all'esofago

Il tumore all’esofago colpisce quell’organo di forma cilindrica che collega la gola allo stomaco. Questo tipo di cancro si trova all’ottavo posto su scala globale per diffusione e al sesto posto per mortalità. In Italia ogni anno si registrano 2.400 casi di tumore all’esofago, di cui 1.700 tra gli uomini e 700 nelle donne. I decessi sono 1.900: 1.400 tra i maschi e 500 nelle femmine. Da questi dati si evince tutta la pericolosità di questo tumore a causa dell’elevata mortalità che lo caratterizza.

In generale, ogni anno in Italia ci sono oltre 370.000 nuove diagnosi di cancro e più di 180.000 decessi (100.200 uomini ed 81.100 donne). Le cause di tumore sono tante e spesso ogni neoplasia è multifattoriale: stile di vita, alimentazione, condizioni ambientali, esposizione a sostanze nocive come l’amianto o altri cancerogeni, malattie pregresse, familiarità o predisposizione genetica per determinate mutazioni.

Ambiente e salute sono strettamente collegati, e vanno entrambi tutelati con gli strumenti che abbiamo a disposizione e con nuovi modelli di sviluppo più sostenibili. In questo contesto la transizione ecologica avviata nel nostro Paese può essere d’aiuto, ma lo è soprattutto la prevenzione ed in particolare la prevenzione primaria, con una corretta informazione ed interventi per la bonifica dei siti contaminati. La sorveglianza sanitaria, per quanto fondamentale per la diagnosi precoce (che però non sempre è possibile, come ad esempio nel caso dei mesoteliomi o di altre patologie difficili da diagnosticare), arriva comunque troppo tardi, ossia dopo che il danno è stato fatto.

Tumore esofago, una patologia letale

All’interno dell’esofago passano il bolo alimentare appena masticato e i liquidi diretti allo stomaco, nella prima fase della digestione. Questo organo tubolare è lungo tra i 25 e i 30 centimetri, è largo appena 2 o 3 centimetri ed è rivestito da uno strato di mucosa e di ghiandole. Il cardias è la valvola che fa passare gli alimenti nello stomaco impedendo che risalgano. Il tumore che colpisce l’esofago si forma nei tessuti che lo rivestono ed è caratterizzato da una crescita incontrollata di cellule ghiandolari o appartenenti alle mucose. Molto più di rado il tumore si sviluppa nelle cellule muscolari.

Come si è detto in precedenza, la mortalità di questa tipologia di tumore è estremamente alta: su 2.400 casi di tumore all’esofago in un anno, si contano 1.900 decessi, con una maggiore incidenza tra gli uomini. Anche la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi, per i superstiti, è molto bassa: i dati parlano del 12% per gli uomini e del 17% per quanto riguarda le donne.

Sono due i tipi di tumore all’esofago e si distinguono in base al tessuto da cui originano.

  • Carcinoma a cellule squamose (squamocellulare o spinocellulare): è il più frequente – circa il 60% dei casi – e si sviluppa nella zona centro-superiore dell’organo.
  • Adenocarcinoma: si sviluppa dalle ghiandole e si presenta più spesso nell’ultimo tratto.

La posizione del tumore è importante perché determina le modalità di intervento.

Quali sono i sintomi del tumore esofago?

I pazienti affetti da tumore all’esofago presentano sintomi come la perdita di peso progressiva, disfagia (difficoltà nella deglutizione) anch’essa progressiva e che interviene prima sui solidi e poi sui liquidi. Altri sintomi possono essere il vomito precoce a causa del ristagno del cibo ingerito e sanguinamento (che a sua volta può causare anemia e senso di stanchezza). L’emorragia tumorale può determinare feci scure per via della presenza di sangue digerito. Tosse persistente e alterazione/calo del tono di voce possono completare il quadro.

In caso tumore all’esofago di stadio avanzato è possibile trovare metastasi alle ossa e al fegato.

La diagnosi avviene attraverso anamnesi e visita da parte del medico, e con esami strumentali quali la radiografia dell’esofago con mezzo di contrasto e l’endoscopia esofagea (durante la quale può essere prelevato tessuto per la biopsia).

Con l’eco-endoscopia si valuta la profondità dell’infiltrazione e si individuano gli eventuali linfonodi interessati da metastasi. Tomografia computerizzata (TC) e PET (tomografia a emissione di positroni) permettono al medico di valutare la presenza di piccole metastasi ed in generale l’estensione della malattia.

La stadiazione del tumore si effettua attraverso il sistema TNM.

Fattori di rischio per cancro esofageo e cure disponibili

Sono diversi i fattori di rischio per il tumore all’esofago. Tra questi ci sono:

  • Età superiore ai 60 anni
  • Sesso maschile
  • Fumo e alcol (rischio aumentato fino a 100 volte per chi consuma entrambi)
  • Sovrappeso
  • Condizioni ereditarie: tilosi palmare e plantare; papillomatosi dell’esofago
  • Patologie pregresse: Sindrome do Plummer-Vinson (rischio aumentato di 30 volte); esofagite peptica causata da reflusso (esofago di Barrett)
  • Infezione da virus (HPV – papilloma virus umano) o batteri (Helicobacter pylori)

Studi parlano di aumentata probabilità anche in caso di consumo eccessivo di carne rossa e conservata, ma anche di una riduzione del rischio con una dieta ricca di frutta e verdura.

Gli strumenti di cura dipendono dallo stadio della malattia. Se essa è in fase iniziale, si può ricorrere alla chirurgia; quest’ultima è invece controindicata in caso di metastasi a distanza e se il tumore all’esofago è esteso anche a organi vicini come trachea e bronchi.

La chemioterapia può essere usata come terapia neoadiuvante (prima) o adiuvante (dopo) rispetto all’intervento. Nei pazienti non operabili si associano chemioterapia e radioterapia. Farmaci specifici invece agiscono in modo selettivo sui fattori di sviluppo del cancro.

Per i pazienti allo stadio terminale e che stanno soffrendo per la loro condizione fisica, sono disponibili cure in supporto dell’alimentazione e dell’idratazione, e cure palliative per tenere sotto controllo il dolore.

Tutela legale per tumore esofago

Nel mondo e in Italia sono ancora troppi i siti contaminati dall’amianto: nel nostro Paese sono presenti ancora 40 milioni di tonnellate di asbesto in edifici pubblici e privati, nonché nei luoghi di lavoro come ad esempio impianti produttivi. Il ritardo nella bonifica costituisce un ostacolo alla prevenzione primaria. Se n’è parlato anche nella audizione al Senato del 17 febbraio 2022 (dal minuto 13′) e in un incontro con il sottosegretario di Stato on. Andrea Costa il 15 marzo 2022: è stata ribadita la necessità e l’urgenza di un cambio di passo. Occorre un piano strutturato per le bonifiche.

Non si può non evidenziare infatti che i ritardi nelle bonifiche in Italia sono nell’ordine di decenni: l’amianto è stato bandito con la legge 257/92. Da allora non si è avuta un’opera di rimozione integrale di questo materiale da edifici pubblici e privati, che invece sarebbe l’unico metodo di certa messa in sicurezza dell’ambiente. Le conseguenze di questa inerzia si traducono in malattie e decessi, come riporta “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022” pubblicato dall’avv. Ezio Bonanni, pioniere della lotta contro l’amianto in Italia. Per farsi un’idea di quanti sono e dove si trovano i siti ancora contaminati, è possibile scaricare l’App amianto.

Il tumore all’esofago può essere riconosciuto come malattia professionale. I lavoratori danneggiati possono far valere i loro diritti con la tutela legale, quale forma di prevenzione terziaria.

L’Inail indennizza i lavoratori ai quali è riconosciuta la malattia professionale, causata dall’esercizio delle proprie funzioni. L’Inps offre maggiorazioni contributive. Inoltre è possibile agire in sede civile per il risarcimento danni. Per ottenere tali riconoscimenti è necessario dimostrare il nesso causale tra malattia e lavoro; a conferma del rischio vanno anche portati i dati epidemiologici. Nei prossimi paragrafi vedremo come nel dettaglio.

Cosa è possibile chiedere all’Inail?

L’Inail ha stilato degli elenchi in base ai quali mette in relazione le patologie con le probabili cause. La Lista I è quella della maggiore probabilità. A seguire ci sono la Lista II e la Lista III, per le quali la correlazione tra malattia ed esposizione professionale a determinati fattori nocivi deve essere provata dal lavoratore. Sussiste invece la presunzione legale di origine per la Lista I, perché la correlazione è già riconosciuta dallo stesso istituto e per il riconoscimento di malattia professionale è sufficiente la presenza della sostanza nell’ambiente.

Per il tumore all’esofago, la correlazione è per:

  • Radiazioni ionizzanti (Lista I)
  • Industria della gomma (Lista II)
  • Esposizione all’amianto (Lista III)

Anche se per il tumore all’esofago l’amianto è considerato in Lista III, cioè quella con la minore correlazione, la capacità cancerogena dell’amianto è accertata. Ogni tipo di asbesto è cancerogeno e questo dato è confermato dalla IARC nella sua monografia. Pertanto anche il tumore all’esofago può essere riconosciuto come patologia asbesto correlata di natura professionale.

Le vittime del cancro all’esofago, così come quelle del tumore al colon retto, stomaco e faringe – patologie inserite nella Lista II per l’amianto) in base alla gravità del danno biologico, hanno diritto a:

  • Indennizzo da parte dell’Inail se il danno biologico è superiore al 6%, se inferiore è dovuto dal datore di lavoro; in caso di rigetto è possibile fare ricorso giudiziario
  • Rendita: è una somma mensile stabilita in base alla percentuale di danno biologico subìto dalla vittima, con una soglia minima del 16%
  • Fondo Vittime Amianto: se si dimostra che la patologia è asbesto correlata, tali prestazioni si sommano alla rendita mensile o, in caso di decesso, alla reversibilità in favore dei familiari (coniuge e figli minorenni).

Tumore all’esofago, cosa riconosce l’Inps

L’Inps riconosce ai lavoratori maggiorazioni contributive con coefficiente 1,5 per il periodo riconosciuto di malattia professionale. Questo significa che per il periodo di malattia professionale riconosciuto dall’Inail, nel proprio montante contributivo il lavoratore vedrà il 50% in più.

In questo modo sarà più facile per il lavoratore ottenere:

  • Prepensionamento, se raggiunge la soglia utile;
  • Pensione di inabilità amianto (non cumulabile con rendita Inail) se non raggiunta la soglia del prepensionamento; domande entro il 31 marzo di ogni anno;
  • Rivalutazione del trattamento, se il lavoratore è già in quiescenza.

Risarcimento del danno per tumore all’esofago

L’Inail riconosce soltanto il danno da ridotta capacità lavorativa e il danno biologico subìto dal lavoratore. Invece i danni vanno riconosciuti per intero e ci si può rivalere sul datore di lavoro.

Il danno biologico può essere risarcito in maniera differenziale rispetto a quanto già erogato dall’Inail; bisogna far valere sia la responsabilità contrattuale che extracontrattuale. Per le quantificazioni ci si riferisce alle tabelle del Tribunale di Milano.

Gli altri danni risarcibili invece possono essere:

  • morale, la sofferenza psicologica che subisce la vittima
  • esistenziale, che riguarda il peggioramento della qualità della vita
  • catastrofale, ossia la sofferenza psichica della vittima durante il fine vita
  • tanatologico, la perdita del bene vita

Per tali danni il calcolo si esegue con lo scomputo per poste omogenee delle prestazioni Inail; tutte le somme sono liquidabili agli eredi in caso di decesso della vittima. Gli stessi familiari stretti possono richiedere un risarcimento danno iure proprio per la sofferenza patita da loro stessi.

Vittime del Dovere e causa di servizio

I dipendenti pubblici (non privatizzati) possono avviare la causa di servizio per il riconoscimento della somma. Si tratta di un procedimento amministrativo.

Chi ha prestato servizio in Forze Armate e Comparto Sicurezza può vedersi riconosciuto anche lo status di Vittima del Dovere, che dà diritto a speciali tutele:

  • vitalizio di 500€ al mese;
  • speciale vitalizio mensile di 1.033€;
  • esenzione del ticket sanitario;
  • esenzione Irpef sulle pensioni;
  • due annualità di pensione per gli aventi diritto alla reversibilità;
  • in caso di decesso della vittima o invalidità che costituisca impedimento permanente al lavoro, al coniuge o ai figli della vittima si accorda la possibilità di assunzione per chiamata diretta con precedenza su tutte le altre categorie;
  • accesso a borse di studio;
  • assistenza psicologica;
  • dall’80% di invalidità o inidoneità al servizio: speciale elargizione di 200.000€ oltre rivalutazione monetaria; oppure 2.000€ per punto percentuale, più rivalutazione monetaria.

Consulenza gratuita per tumore all’esofago

L’Osservatorio Vittime del Dovere APS svolge un ruolo di guida per il riconoscimento della malattia professionale. Questo giornale Diritto alla Salute vuole essere lo strumento informativo utile dell’associazione per chiunque si trovi in difficoltà o abbia necessità di conoscere le informazioni utili e corrette su determinati argomenti, anche delicati.

L’associazione ha come scopo essere una guida medico-legale e fornire assistenza a chi la richieda, senza però mai sostituire il rapporto medico-paziente. Anzi, il consiglio è sempre quello di rivolgersi al proprio medico curante e di usufruire del servizio sanitario nazionale. La consulenza è gratuita e rappresenta una seconda opinione. L’avv. Bonanni e il suo team di legali e professionisti sono disponibili per assistenza e tutela legale per le vittime e i loro familiari.

Compila il form o chiama i numeri per ottenere una consulenza gratuita ed essere ricontattato.

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