Colangiocarcinoma per causa amianto

colangiocarcinoma

Il colangiocarcinoma è una patologia asbesto correlata che interessa le vie biliari del fegato. L’insorgenza del colangiocarcinoma dipende da diversi fattori, tra cui l’amianto. A confermarlo sono diversi studi ed esami istologici condotti su pazienti esposti alla fibra killer.

Il colangiocarcinoma, come tutte le patologie asbesto correlate, è una patologia silenziosa che si manifesta senza particolari sintomi allarmanti. Di conseguenza, la diagnosi è spesso tardiva e difficile da identificare. Per questo motivo, l’Osservatorio Nazionale Amianto ricorda l’importanza dell’educazione alla salute e la partecipazione ai programmi di prevenzione per scongiurare tutte le patologie asbesto correlate. Solo in questo modo sarà possibile agire tempestivamente ed efficacemente contro il cancro.

Colangiocarcinoma: patologia asbesto correlata rara

Il colangiocarcinoma è un tumore raro. Rappresenta solamente il 2% delle patologie tumorali ed è una patologia altamente aggressiva, che per la maggior parte delle volte si ripresenta con forme recidive dopo l’intervento chirurgico. La patologia insorge generalmente nelle persone adulte. Infatti, i soggetti maggiormente a rischio hanno un’età compresa tra i 40 ed i 65 anni. Al momento della diagnosi, il tasso di sopravvivenza è di 5 anni (se diagnosticato tempestivamente), mentre la sopravvivenza mediana è inferiore ad 1 anno.

Solo nel 2020, in Italia, sono stati stimati circa 5.400 nuovi casi di colangiocarcinoma. Inoltre, l’incidenza con cui si manifesta la patologia sta aumentando in tutto il mondo, in linea con l’incremento d’incidenza di tutte le altre patologie asbesto correlate. Questi numeri sono emersi durante la giornata mondiale dedicata alla neoplasia, ovvero il 12 Febbraio. Ogni anno, le associazioni promuovono attività che hanno come finalità quella di aumentare la consapevolezza di una patologia ancora poco conosciuta.

convegno colangiocarcinoma amianto

Tra le cause del colangiocarcinoma anche l’amianto

Grazie alla raccolta dei dati epidemiologici, oggi siamo in grado di riferire la correlazione tra l’insorgenza del colangiocarcinoma con l’esposizione all’amianto. Approfondisce questa relazione il professore Giovanni Brandi, durante il convegno a Modena “Amianto nell’acqua potabile, nelle scuole e negli edifici pubblici e nei luoghi di vita e di lavoro” del 28 novembre 2015.

Tuttavia, non sempre l’amianto rappresenta l’unico fattore eziologico responsabile del tumore. Infatti, oltre alla fibra killer, concorrono alla formazione della neoplasia molti altri fattori di rischio, quali:

  • mutazioni genetiche;
  • colangite sclerosante primitiva (infiammazione cronica del fegato);
  • sindrome di Cairoli (patologia ereditaria dei dotti biliari);
  • calcoli biliari e infezioni parassitarie;
  • epatite B e C (infezioni virali);
  • cirrosi epatica ed eccessivo consumo di alcol;
  • obesità;
  • fumo di sigaretta.

Come diagnosticare il colangiocarcinoma

La diagnosi di colangiocarcinoma è tutt’altro che semplice. Questo perché il paziente non sviluppa sintomi o segni evidenti correlabili alla malattia. Per questo motivo, le indagini diagnostiche e l’anamnesi della malattia iniziano quando ormai il tumore si è insediato nel fegato. Solitamente, i campanelli di allarme sono da ricercare nel cambiamento del colore delle sclere (la parte bianca dell’occhio), cambiamento di colore delle feci che diventano più chiare e dell’urina che, invece, diventa più scura.

Si tratta di sintomi che, fin quando non raggiungono un’intensità allarmante, non destano preoccupazione nel paziente. Tuttavia, una volta consultato il medico, si può ricorrere alla strumentazione diagnostica per accertare la presenza della massa tumorale. Ad esempio, la TAC, la risonanza magnetica (o colangio-RM), la colangio-pancreatografia retrograda endoscopica (CPRE) e le analisi del sangue per l’individuazione di marker tumorali, rappresentano i mezzi più efficaci per confermare la diagnosi di colangiocarcinoma.

Come curare il colangiocarcinoma

I protocolli di cura per il colangiocarcinoma sono differenti e la scelta si basa sulle caratteristiche della patologia. I fattori che influenzano la scelta del protocollo più adatto tengono conto dell’estensione dell’area del tumore, della presenza di metastasi e soprattutto dello stato di salute del paziente. In particolare, le differenti opzioni terapeutiche sono la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia.

La chirurgia si applica quando la massa tumorale è localizzata ed è di piccole dimensioni. Purtroppo, però, solo una piccolissima percentuale di pazienti riceve la diagnosi quando il tumore è ancora nello stadio primitivo (circa il 20%). In questo caso, l’asportazione chirurgica interessa i dotti biliari investiti dalle cellule tumorali e parte del sistema di membrane del fegato. In alcuni casi, i pazienti sono sottoposti a laparoscopia, una forma di chirurgia mini-invasiva che permette di eseguire interventi senza dover effettuare l’apertura dell’addome.

Tuttavia, quando il tumore ha dimensioni troppo grandi per essere asportato e sviluppa cellule metastatiche, il protocollo di cura coincide con la chemioterapia. La chemioterapia è un trattamento che può essere supportato anche da alcune sedute di radioterapia. Quest’ultime hanno lo scopo di alleviare il paziente dal dolore e di ridurre le dimensioni della massa tumorale. In alcuni casi, è possibile valutare anche l’applicazione di uno stenting biliare e il drenaggio biliare tramite bypass.

Correlazione tra colangiocarcinoma e amianto

La scoperta della correlazione tra l’insorgenza del colangiocarcinoma ed esposizione all’amianto risale al 1983. In quegli anni, l’esame istologico di un lavoratore morto a causa del colangiocarcinoma ha rivelato la presenza di amianto a livello dei dotti biliari. Qualche anno più tardi, la correlazione tra la malattia ed il cancerogeno ha trovato conferma in alcuni studi retrospettivi.

Il primo studio è stato condotto su 155 persone affette da colangiocarcinoma, ricoverate presso l’Ospedale Universitario Sant’Orsola-Malpighi tra il 2006 e il 2010. I casi sono stati confrontati individualmente per periodo di calendario di nascita, sesso e regione di residenza all’ospedale storico e al controllo della popolazione. Inoltre, è stata valutata l’esposizione professionale all’amianto sulla base dell’anamnesi lavorativa di ciascun paziente. I risultati hanno confermato la correlazione, dato che 69 pazienti esposti all’amianto su 155 erano affetti da colangiocarcinoma.

Il secondo studio, invece, è stato condotto su 5430 pazienti affetti da colangiocarcinoma, residenti in quattro differenti paesi nordici, a partire dal 1920. Questo secondo studio ha fornito le prove a favore della correlazione tra esposizione ad amianto e lo sviluppo del colangiocarcinoma.

Studi analoghi sono stati condotti anche in Italia. In particolare Federica Grosso, oncologa specializzata in tumori rari, ha evidenziato come l’esposizione alle fibre di amianto abbia causato il colangiocarcinoma. Tale rivelazione si è basata su alcune osservazioni effettuate tramite microscopio elettronico su alcuni campioni del fegato dei pazienti.

Fondi previdenziali per le malattie asbesto correlate

Le patologie asbesto correlate sono riconosciute dall’INAIL, Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, come malattia professionale. In particolare, la malattia professionale è quella patologia che il lavoratore sviluppa durante lo svolgimento del proprio lavoro per esposizione ad un fattore di rischio. L’amianto, come tanti altri cancerogeni, rappresenta un fattore di rischio non solo per la salute umana, ma anche per l’ambiente.

Tuttavia, il colangiocarcinoma non è ricompreso tra le malattie professionali riconosciute dall’INAIL. Quindi, secondo l’Istituto, se il lavoratore contrae il colangiocarcinoma in seguito ad esposizione a polveri e fibre di amianto, non ha diritto all’erogazione delle prestazioni economiche. Per questo motivo l’Osservatorio Nazionale Amianto con il suo Presidente, l’Avv. Ezio Bonanni, offre assistenza legale e gratuita a tutte le vittime dell’asbesto. Il servizio è offerto gratuitamente anche ai familiari delle vittime primarie che possono vedersi riconoscere i propri diritti.

In particolare, il riconoscimento dell’origine professionale del colangiocarcinoma dà diritto alla rendita mensile, il cui valore è proporzionale all’entità del danno biologico subito. Inoltre, se viene dimostrato anche il nesso di causalità tra la patologia e l’esposizione all’amianto, le persone hanno diritto ad un indennizzo economico ulteriore previsto dal Fondo Vittime Amianto.

Avv. Ezio Bonanni e la lotta contro l’amianto

L’Avv. Ezio Bonanni è pioniere, in Italia, nella lotta contro l’amianto. Continua a difendere il diritto alla salute e al lavoro di tutte le persone malate a causa dell’esposizione all’amianto. L’Avv. Bonanni affronta il terribile tema dell’amianto in numerose pubblicazioni, denunciando i ritardi della bonifica su tutta la penisola. In particolare, nell’ultima pubblicazione (“Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed. 2022“), afferma che: “Si stimano oltre 2,5 miliardi di metri quadrati di coperture in onduline, non ancora prestate a bonifica”.

Inoltre, sappiamo che in Italia sono presenti ancora 2.292 scuole1.000 biblioteche ed edifici culturali e oltre 250 ospedali contaminati dalla fibra killer. Questi dati sono continuamente aggiornati grazie ai cittadini e alle istituzioni che collaborano con l’Osservatorio Nazionale Amianto.

Unisciti anche tu alla lotta contro l’amianto e segnala in modo gratuito e anonimo siti contaminati dall’amianto. Da oggi è possibile grazie all’APP Amianto, uno strumento gratuito accessibile da smartphone e pc.

Numero verde colangiocarcinoma
Assistenza gratuita colangiocarcinoma