Mesotelioma, tumore del rivestimento degli organi interni

Mesoteliomi

Il mesotelioma è una tipologia di tumore che colpisce le cellule del mesotelio, cioè quella membrana che riveste gli organi interni come fosse una pellicola. Di questo tumore esistono diversi tipi, a seconda della sede che ne viene colpita: per uno sguardo ai diversi tipi di mesotelioma, puoi consultare questa pagina e cliccare sui link dedicati alle singole tipologie.

Per ottenere una consulenza gratuita su questa ed altre patologie asbesto correlate, puoi chiamare il numero verde 800.034.294 oppure compilare il form per essere ricontattato. Lo staff specializzato dell’Osservatorio Vittime del Dovere e dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), associazioni presiedute dall’avv. Ezio Bonanni, saprà spiegarti quali sono le tutele di cui puoi beneficiare e saperne di più sui tuoi diritti.

In questa pagina troverai anche una guida alla ricerca di assistenza finanziaria per i pazienti affetti da mesotelioma.

Quali sono i tipi di mesotelioma e cause

I tumori del mesotelio possono essere di tue tipi: benigni o maligni. I primi possono essere rimossi per via chirurgica senza ulteriori trattamenti. I mesoteliomi maligni invece sono più rari e colpiscono prevalentemente gli uomini.

Il fattore di rischio principale per lo sviluppo di mesoteliomi è l’esposizione all’amianto (asbesto) determina la quasi totalità (90%) dei tumori del mesotelio. Trattandosi di una malattia professionale riconosciuta dallo Stato, i casi sono iscritti nel Registro nazionale mesoteliomi.

La percentuale minore di fattori di rischio per lo sviluppo dei mesoteliomi è invece rappresentata da:

  • esposizione a radiazioni ionizzanti
  • diossido di torio (in passato utilizzato in radiologia come mezzo di contrasto)
  • mutazioni del gene BAP1, un gene oncosoppressore risultato inattivo in circa il 60% dei pazienti affetti da mesotelioma

I mesoteliomi sono una forma tumorale molto grave e quasi sempre con una prognosi infausta. Tra le pubblicazioni dell’avv. Bonanni, specializzato nella tutela delle vittime di amianto, c’è un valido approfondimento su questo gruppo di patologie. Si tratta del testo Come curare e sconfiggere il mesotelioma ed ottenere tutele previdenziali e il risarcimento danni.

Fin troppe vite si interrompono e e ancora troppe famiglie vengono distrutte a causa di malattie gravissime come i mesoteliomi. Patologie che, va sottolineato, sarebbero state evitabili attraverso un’opera di bonifica ambientale preventiva che però ancora oggi è in grave ritardo.

Mesotelioma e amianto, un connubio inscindibile

L’amianto era un materiale molto utilizzato tra gli anni Settanta e Ottanta, in particolare nell’edilizia e nel mondo dei trasporti. E’ stato usato persino nel settore cosmetico, quando le particolari caratteristiche dei minerali fibrosi lo hanno permesso (antofillite). Tutti i tipi di amianto, comunque sono cancerogeni e questo dato è confermato nella monografia IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro).

Lo sviluppo dei sintomi della malattia può avvenire anche dopo 40 o 50 anni: si ritiene quindi che il picco dei tumori si verificherà nei prossimi anni.

Esiste una diretta proporzionalità tra il rischio di sviluppare la malattia e il tempo di esposizione all’amianto. Il rischio è tanto più alto quanto più è durata l’esposizione. Questo dato è confermato dal Ministero della Salute nella pubblicazione “Stato dell’arte e prospettive in materia di contrasto alle patologie asbesto-correlate“, in particolare a pagina 41 in cui afferma:

L’aumento dell’incidenza di mesotelioma dovuto a un periodo di esposizione ad asbesto è proporzionale all’ammontare di tale esposizione e a una potenza del tempo trascorso da quando l’esposizione è avvenuta”.

Devono essere considerate anche l’esposizione passiva (ad esempio i familiari del lavoratore che torna a casa con indumenti sporchi di polveri di asbesto) e l’esposizione ambientale (vicinanza o frequentazione di luoghi contaminati).

Tumori del mesotelio, le diverse tipologie

A seconda dell’area in cui si trova, il mesotelio ha nomi diversi: pleura per i polmoni, peritoneo nell’addome, tunica vaginale nella zona dei testicoli e pericardio invece quella attorno al cuore.

I mesoteliomi hanno alla base l’infiammazione cronica causata dalla esposizione all’amianto. I vari tipi di mesotelioma prendono il nome dalla membrana che invadono:

  • pleurico: si sviluppa nella pleura, la membrana sierosa che ricopre i polmoni
  • pericardico: attacca il pericardio, la membrana che avvolge il cuore
  • peritoneale: si genera nel peritoneo, che ricopre gli organi interni dell’addome
  • del testicolo: colpisce il sacchetto – chiamato tunica vaginale – che avvolge i testicoli

Il più diffuso dei mesoteliomi è quello pleurico (3 casi su 4), a seguire c’è quello peritoneale; molto più rari invece sono il mesotelioma pericardico e quello del testicolo.

I sintomi specifici sono: versamento pleurico (accumulo di liquidi nella cavità pleurica), con fiato corto e tosse; perdita di peso, dolore addominale, ascite (accumulo di liquido nel peritoneo), nausea e vomito per il mesotelioma peritoneale.

Mesotelioma e sopravvivenza: i trattamenti

amianto e uranio convegno

Purtroppo spesso i sintomi arrivano quando il tumore è già ad uno stadio medio o avanzato, quindi difficile da trattare: ecco perché la prognosi è infausta nella maggior parte dei casi ed è comunque bassa l’aspettativa di vita a distanza di 5 anni (8% uomini e 10% donne).

A fare un quadro chiaro riguardo le aspettative di vita delle vittime di mesotelioma è Marcello Migliore, professore di chirurgia toracica di fama internazionale, intervenuto durante il convegno del 23.11.2023 che si è tenuto alla Regione Lazio: “Amianto e Uranio, in guerra e in pace: ricchezza e povertà dall’energia alla salute“.

La diagnosi di mesotelioma arriva con esami strumentali come la radiografia e la tomografia computerizzata (TC), analisi di campioni con la biopsia, analisi immunoistochimiche e indagini genetiche.

Cura del mesotelioma: l’approccio multimodale

La cura dei mesoteliomi avviene quasi sempre in centri specializzati che eseguono perlopiù cure palliative. La prima valutazione riguarda l’intervento chirurgico. Tale opzione però è valida quando il tumore è in fase precoce: a volte la chirurgia è curativa; nella maggior parte dei casi non consente la rimozione totale del cancro, ma può avere funzione palliativa. Gli altri trattamenti consistono nella rimozione periodica di liquido (toracentesi, paracentesi, pericardiocentesi) e nella chemioterapia. In via sperimentale sono usati anche farmaci biologici e l’immunoterapia.

Le opzioni di cura disponibili per i mesoteliomi sono dunque:

L’approccio multimodale rappresenta il metodo di cura più efficace per i mesoteliomi, perché aiuta a rallentare il decorso della malattia. Purtroppo spesso però la stessa chemioterapia risulta tossica per i pazienti perché, per quanto specifica, non lo è ancora abbastanza e talvolta uccide anche le cellule sane e non solo quelle tumorali. Di recente per la cura del cancro è infatti stata aggiunta anche la somministrazione degli anticorpi monoclonali. Essi sono proteine che derivano dai globuli bianchi ed in particolare dai linfociti B, capaci di legarsi a cellule specifiche attraverso gli antigeni (porzioni di macromolecole). Tali legami antigene-anticorpo stimolano il processo di difesa dell’organismo.

La prevenzione come arma di difesa dal mesotelioma

La prevenzione ed in particolare la bonifica dei luoghi in cui è presente amianto, sono determinanti per fermare gli effetti della fibra killer. Oltre al cancro, infatti, l’esposizione alle fibre di amianto provoca anche altre malattie, dette patologie asbesto correlate, tutte molto gravi e con effetti devastanti sui pazienti colpiti e di conseguenza sulle loro famiglie. E’ necessario rendersi conto di quanto sia necessario ed importante dare una sterzata per rendere più veloce il processo di bonifica del territorio. Perché ambiente e salute sono strettamente collegati.

La bonifica dei luoghi contaminati è l’unica arma davvero efficace che abbiamo a disposizione per fermare lo sviluppo di nuovi casi di mesotelioma. Rimuovere del tutto l’amianto significherebbe infatti eliminare alla radice la principale e quasi unica causa della malattia, che quasi mai beneficia di una diagnosi precoce. E che se anche ci fosse, non eliminerebbe purtroppo la sofferenza e le gravi infermità tipiche dei tumori, come confermato dal Consensus report di Helsinki. Una fotografia del drammatico panorama italiano si può trovare nella pubblicazione “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022” in cui si denunciano i gravi ritardi nelle bonifiche, con tutte le conseguenze collegate.

Accelerare sulla prevenzione: il pressing istituzionale

L’accento sulla necessità di una maggiore prevenzione incentivando ulteriormente le bonifiche, è stato posto in più occasioni di recente, in vista anche del trentennale della Legge 257/92 che ha vietato l’amianto in Italia. Il quadro normativo italiano completo per la tutela contro l’amianto è disponibile sul sito della Camera dei deputati.

Uno degli importanti appuntamenti di sensibilizzazione c’è stato durante il convegno di Bologna “Amianto: prevenzione e bonifica, tutela della salute e dell’ambiente” del 10 marzo 2022. In occasione dell’incontro istituzionale tra l’avv. Bonanni e l’on. Andrea Costa, sottosegretario di Stato alla Salute, il 15 marzo 2022, si sono invece poste le basi per una sinergia che acceleri la messa in sicurezza del nostro Paese. Prima ancora se ne era parlato anche in Senato, durante la Commissione Affari Costituzionali del 17 febbraio 2022, durante la quale si è discusso relativamente all’Istituzione della Giornata in memoria delle vittime dell’amianto e assegnazione di un riconoscimento onorifico ai comuni maggiormente colpiti (Ddl 1359).

La rimozione dell’amianto anche tra gli obiettivi europei

Se non si fa prevenzione, si verificano morti e nuove diagnosi di malattia. La bonifica dei luoghi è condicio sine qua non per l’attuazione della prevenzione primaria: nonostante siano passati trent’anni dall’approvazione della legge italiana di divieto dell’amianto, ancora oggi purtroppo quasi nessuno mette in sicurezza i luoghi contaminati a meno che non sia obbligato. Lo Stato spesso si fa carico dei costi con incentivi, ma purtroppo si rileva anche che nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) non sono previsti significativi interventi.

L’Europa ha capito che serve uno scossone legislativo per tutti gli Stati membri, non solo per l’Italia. Si tratta di un passo necessario per fermare la strage dell’amianto, soprattutto tra i lavoratori esposti. Il 20 ottobre 2021 il Parlamento europeo ha sollecitato – approvando una Risoluzione specifica – la Commissione Ue ad aggiornare la direttiva 2009/148/CE contro le esposizioni all’amianto dei lavoratori. Ha inoltre posto le basi per attuare una strategia europea per la rimozione dell’amianto – denominata European Strategy for the Removal of All Asbestos (ESRAA) – nonché per l’emanazione, sempre da parte della Commissione, di una direttiva quadro che obblighi agli Stati membri ad elaborare proprie strategie nazionali per avviare le bonifiche locali in modo sistemico.

Mesotelioma: i lavori più a rischio per esposizione

Riporta il VII Rapporto Mesoteliomi: “I settori maggiormente coinvolti sono: edilizia (16,2% del totale della casistica), metalmeccanica (8,8%), tessile (6,3%) e cantieri navali, sia di costruzione che di riparazione e manutenzione (7,4%). Il restante quadro è estremamente variegato, con la presenza di numerosi ambiti produttivi nei quali l’esposizione è avvenuta per la presenza del materiale nel luogo di lavoro e non per uso diretto”. I dati riguardano il periodo 1993-2018 e 24.864 casi di mesotelioma per i quali sono state approfondite le modalità di esposizione.

Ci sono anche: attività di fabbricazione metallo (5,7%), industria del cemento-amianto (3%) e dei rotabili ferroviari (3,2%).

Prosegue il VII Rapporto. “Significative esposizioni nei trasporti terrestri (3,9%) e marittimi (2%); movimentazione merci nei porti (1,5%). La presenza di materiale di coibentazione in amianto nei luoghi di lavoro è poi responsabile dei casi di mesotelioma insorti in conseguenza di un’esposizione in: zuccherifici (0,8%) e industrie alimentari (2,1%); industria chimica e plastica (3,3%); vetro (1,3%); carta (0,9%); gomma (1,3%); raffinerie di petrolio (1%); energia elettrica e gas (1,7%). Un numero rilevante di occasioni di esposizione (1039, il 4,7% del totale) è attribuito al settore auto e moto, soprattutto per l’amianto presente nei freni delle automobili prodotte prima del bando”.

Settore difesa: le responsabilità della Marina militare

Tra i settori elencati nel Rapporto, c’è anche quello della difesa (4,4%), come la Marina Militare che tra le forze armate italiane è la più colpita per casi di mesotelioma.

Fino al 2015 sono stati 830, di cui 570 proprio nella Marina. Nel 2022 presso la Corte d’Appello di Venezia si è celebrato il processo Marina Bis, arrivato a sentenza il 21 giugno. Il nesso causale tra esposizione all’amianto e sviluppo delle patologie è stato riconosciuto ancora una volta ed a questo si è aggiunto un ulteriore fondamentale passaggio: la responsabilità penale della Marina Militare. Quattro le condanne per omicidio colposo a carico di ex ammiragli. Leggi le motivazioni della sentenza, depositate a dicembre 2022.

I marinai colpiti da mesotelioma e da altre malattie asbesto correlate a causa del proprio servizio alle dipendenze dello Stato, così come gli altri dipendenti delle forze armate e del settore pubblico, rientrano a pieno titolo tra le Vittime del Dovere.

Tutela legale per diagnosi mesotelioma

Ulteriori step per difendersi dal mesotelioma sono la prevenzione secondaria (monitoraggio della salute) e la prevenzione terziaria (tutela legale). Per poter intanto evitare luoghi pericolosi e sollecitare bonifiche locali in modo autonomo, è possibile scaricare lApp Amianto che offre una mappatura dei siti contaminati.

La tutela legale per le vittime del mesotelioma e delle loro famiglie è complessa ma fondamentale per far valere i propri diritti. Essa scatta già in caso di placche ed ispessimento della pleura. Non va dimenticato, inoltre, che praticamente la totalità dei mesoteliomi si sviluppa come malattia professionale, riconosciuta in tal senso anche dallo Stato con la presunzione legale di origine. La correlazione con l’esposizione all’asbesto è infatti inserita nella Lista I dell’Inail (Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) e quando c’è la diagnosi, si può già chiedere il suo intervento.

Il riconoscimento del diritto (Cassazione, sezione lavoro, 23653/2016) avviene con la sola presenza di fibre di amianto nel luogo di lavoro senza una particola soglia di esposizione da considerare.

“Chi sia stato esposto all’amianto per motivi professionali (anche soltanto ambientali) ha diritto di vedersi riconosciuta l’origine professionale della malattia ed erogata la tutela assicurativa sociale prevista dalla legge” – è riportato nella sentenza.

Indennizzo e rendita Inail per mesotelioma

Le prestazioni dell’Inail si calcolano in considerazione del danno biologico patito dal lavoratore a causa dell’esposizione a sostanze cancerogene e/o nocive che gli abbiano procuratore qualche patologia.

Dal 6% si ha diritto ad un indennizzo una tantum, dal 16% invece si ha diritto invece ad una rendita mensile che per effetto della reversibilità anche dopo il decesso del paziente può continuare ad essere versata ai familiari (coniuge e figli minorenni). L’Inail interviene con una tutela anche in caso di mesotelioma per esposizione ambientale (10mila euro una tantum). Al di sotto del 6% l’indennizzo si ritiene a carico del datore di lavoro perché scatta la franchigia Inail.

Il Fondo Vittime Amianto interviene con una prestazione aggiuntiva (valida per tutte le malattie asbesto correlate) che si somma a quella dell’Inail.

Benefici contributivi per gli esposti all’amianto

I lavoratori che hanno subìto una esposizione all’amianto, hanno diritto a vedersi riconoscere dall’Inps una maggiorazione contributiva del 50% nel periodo riconosciuto dall’Inail. Tale percentuale si determina dall’applicazione del coefficiente 1,5 al periodo contributivo per il quale è stato riconosciuta la malattia professionale.

Queste maggiorazioni contributive possono aiutare il lavoratore ad ottenere

  • il prepensionamento (art. 13, co. 7, L. 257/92) se ci sono i requisiti
  • la rivalutazione del trattamento pensionistico, in caso il lavoratore sia già in pensione
  • la pensione di inabilità amianto (art. 1, comma 250, della L. 232/16) se, nonostante l’applicazione della maggiorazione contributiva non si raggiunge il pensionamento; la scadenza per le domande è fissata per il 31 marzo di ogni anno e non è cumulabile con altri benefici.

Risarcimento del danno per mesotelioma: come funziona

Il risarcimento del danno è cosa diversa rispetto all’indennizzo. Quest’ultimo è infatti una somma che viene percepita in seguito ad una qualche forma di pregiudizio come ristoro; il risarcimento interviene invece ogni qualvolta ci sia una condotta contraria alla legge. L’esposizione all’amianto per un lavoratore rientra in questa fattispecie e tutti i datori di lavoro ne devono rispondere.

Il risarcimento del danno va distinto tra patrimoniale e non patrimoniale. Il primo riguarda la perdita di denaro a seguito di un pregiudizio: nella richiesta di risarcimento del danno deve essere fatta valere sia la responsabilità contrattuale che quella extracontrattuale.

Il danno non patrimoniale riguarda invece i problemi che sono stati subìti:

  • a livello biologico dal paziente, che dalla malattia è colpito nella sua integrità fisica e nella sfera psichica;
  • morale, che riguarda la condizione che l’ha portato alla sofferenza psicologica per un fatto illecito compiuto da altri a suo danno;
  • esistenziale, con il peggioramento della qualità della vita;
  • catastrofale, che riguarda l’inevitabile sofferenza psichica della vittima nella fase del fine vita;
  • tanatologico, in caso di perdita del bene vita

Il danno imputabile al datore di lavoro è differenziale ed il calcolo avviene attraverso lo scomputo per poste omogenee delle prestazioni Inail.

In caso di decesso del paziente, le somme saranno liquidate agli eredi. Inoltre, anche gli stretti congiunti hanno il diritto al risarcimento del danno iure proprio: anche la loro vita, dopo la diagnosi ed eventuale morte per mesotelioma del proprio congiunto, ne esce distrutta.

Dipendenti pubblici: causa di servizio e Vittime del Dovere

Per la diagnosi di mesotelioma, per i dipendenti pubblici non privatizzati c’è la possibilità di attivare un particolare procedimento amministrativo chiamato causa di servizio per il riconoscimento della malattia professionale.

Gli operanti nelle Forze Armate e nel Comparto Sicurezza, inoltre possono chiedere lo status di Vittime del Dovere. Per queste categorie si applicano speciali tutele e prestazioni che per aver operato, nello svolgimento del proprio servizio, in condizioni ambientali avverse e di maggiore logoramento. In particolare per la Marina Militare Italiana ci sono ulteriori tutele per chi è stato imbarcato (art.20 della L. 183/10).

Altri diritti sono costituiti dalle speciali prestazioni per le vittime del dovere, ossia:

  • vitalizio di 500€ al mese
  • speciale vitalizio di 1.033€ al mese
  • esenzione del ticket sanitario
  • esenzione Irpef sulle pensioni
  • due anni di pensione per gli aventi diritto alla reversibilità
  • assunzione a chiamata diretta per il coniuge o i figli della vittima, con precedenza su tutte le altre categorie, in caso di decesso o invalidità che costituisca impedimento permanente al lavoro
  • accesso a borse di studio
  • assistenza psicologica
  • per invalidità dall’80% o inidoneità al servizio, 200.000€ di speciale elargizione, oltre rivalutazione monetaria; oppure 2.000€ per punto percentuale, oltre rivalutazione monetaria

Affrontare l’impatto emotivo del mesotelioma

Il mesotelioma è un tumore altamente invalidante anche dal punto di vista psicologico. Sono numerosi i fattori che lo rendono particolarmente difficile da affrontare; e che coinvolgono, inevitabilmente, anche le famiglie delle persone colpite. Tanto da indurre l’Università di Torino a proporre l’adozione di un protocollo di psicoterapia specifico per le vittime di mesotelioma.

A subire gli effetti psicologici della patologia sono tutti, con ansia, depressione, senso di impotenza e di ingiustizia. Il mesotelioma maligno (MM) è inoltre considerato dalla psiconcologia un evento traumatico proprio per le sue caratteristiche, con una prognosi spesso infausta e tardiva. Un trauma che colpisce in modo ancora più devastante le donne, che sono i soggetti statisticamente meno portati ad sviluppare un mesotelioma.

Consulenza sanitaria gratuita per mesotelioma

L’Osservatorio Vittime del Dovere APS è una associazione che assiste ed offre consulenza gratuita per le vittime di tutte le patologie legate a sostanze nocive e cancerogene. Si pone come guida per i pazienti e per le loro famiglie, mettendo a disposizione i propri professionisti per una consulenza scritta che resti come punto di riferimento per chi la richieda.

Lo scopo dell’associazione è fare corretta informazione ed assistere le persone sulle problematiche di salute e legali inerenti l’esposizione ad agenti nocivi. Lo strumento informativo adottato è questo giornale, “Diritto alla Salute“, attraverso il quale è anche possibile contattare l’associazione. Naturalmente le informazioni contenute sul sito e redatte in forma scritta nelle consulenze gratuite, non sostituiscono in alcun modo il parere del medico curante e del servizio sanitario nazionale, ai quali bisogna sempre rivolgersi. I servizi dell’associazione sono però utili per ottenere un secondo punto di vista ed avere il quadro complessivo delle opzioni dal punto di vista medico legale e sanitario.

Per ottenere una consulenza gratuita, è sufficiente contattare i numeri di seguito o compila il form.

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