Sempre più giovani sono colpiti dal burnout, la sindrome dello stress da lavoro. In crescita anche i disturbi alimentari e il disagio psicologico ad esso correlati. Ad approfondire la questione è, in una nota, la psicoanalista Adelia Lucattini della Società Psicoanalitica Italiana.
Il burnout è un problema diffuso nella popolazione ed è ancora sottovalutato, soprattutto nei giovani, dove si constata un progressivo aumento. Le conseguenze più eclatanti, soprattutto dopo la pandemia, sono il licenziamento in massa (la cosiddetta “fuga dal lavoro”) in alcune categorie di lavoratori, improvvisa e imprevista, e l’abbandono dell’università, anche poco prima della laurea, per gli studenti.
Stress da lavoro, le cause nella quotidianità
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Turni pesanti, eccessivi carichi di lavoro, dovuti anche a carenza di personale, sono caratteristici del burnout, tra essi è da annoverare anche il tempo eccessivo dedicato allo studio, senza pause, né momenti di svago e senza alcuna attività fisica.
I carichi lavorativi eccessivi e i problemi relazionali sul luogo di lavoro, possono portare all’esaurimento psicofisico, poiché sono microtraumi quotidiani che si accumulano. Le smisurati incombenze lavorative se protratte nel tempo, la mancanza di controllo sul proprio lavoro anche per mansioni non definite, il distacco dall’istituzione a cui si appartiene, dovuto a isolamento o mancato inserimento in un gruppo di lavoro e un basso senso di appartenenza; un clima teso e rancoroso tra colleghi in assenza di un ambiente organizzativo normalmente supportivo, necessario per distendere le situazioni stressanti; l’insicurezza lavorativa, la preoccupazione del demansionamento e la paura di perdere il lavoro. Infine, contribuiscono a questo stato di malessere la mancanza di riconoscimento del lavoro svolto, delle proprie capacità e dell’impegno profuso”. Tutti questi fattori generano disagio psicologico e dunque stress.
Lo stress da lavoro spiegato dalla psicoanalista
“Lo stress da lavoro, riconosciuto anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una sindrome – afferma la psicoanalista – può avere serie conseguenze non solo di natura psichica, ma anche fisica. Per le sue caratteristiche e le conseguenze dirette su lavoratori e studenti, il burnout è considerato una condizione che influenza lo stato di salute e il benessere generale delle persone. Il sentirsi esausti, sfiduciati e insicuri, è tipicamente causato da uno stress intenso e prolungato, al lavoro in sede o a casa (smart working). Il burnout è una condizione ben diversa dalla “depressione reattiva”, che è legata a traumi, lutti, perdite e separazioni“.
Mentre nella “depressione reattiva”, vi è un umore depresso, stanchezza fisica e mentale, insonnia, deficit di attenzione e concentrazione, nel burnout che letteralmente significa “bruciato”, “esaurito” o “scoppiato”, i sintomi sono altri. Si possono verificare “esaurimento”, prosciugamento emotivo e fisico; si può provare “alienazione dal lavoro” ed infine può verificarsi una diminuzione dell’efficienza lavorativa, con perdita di motivazione, concentrazione e creatività.
“I primi segnali sono psicologici con insonnia; – continua Lucattini – fatica ad andare al lavoro e ansia. Col passare del tempo, compaiono somatizzazioni, nello specifico correlate allo stress protratto che porta ad una attivazione surrenalica con maggiore liberazione di adrenalina e non adrenalina e anche di cortisolo, che causa immunodepressione con disturbi fisici ricorrenti. Lo stress, inoltre, ha un effetto a livello cardiaco (tachicardia parossistica o tachiaritmie), a livello gastroenterico (gastriti o coliti funzionali), emicrania, disturbi cutanei (eritema, eczema, orticaria, etc.)”.
Possibili soluzioni per controllare il burnout
Le possibili soluzioni contro il burnout o stress da lavoro, possono variare a seconda della situazione personale e dell’ambiente stesso di lavoro. È sicuramente importante agire prontamente per affrontare lo stress e prevenirne il peggioramento. Il supporto di un professionista della salute mentale è sempre consigliabile.
Tra le possibili soluzioni, c’è il dialogo. Parlare con un supervisore o responsabile delle risorse umane per condividere sentimenti e cercare supporto. Anche stabilire confini tra il lavoro e la vita personale è utile: non portare il lavoro a casa e prendersi del tempo per se stessi. Delegare compiti e responsabilità quando possibile e coinvolgere gli altri membri del team: questo può alleggerire il carico di lavoro e ridurre lo stress.
Riconoscere i sintomi del burnout, come stanchezza cronica, irritabilità, disinteresse per il lavoro e problemi di salute, è altrettanto importante. Riconoscere i segnali precoci ti aiuterà a intervenire prima che la situazione peggiori.