rave party

Vicino al casello autostradale di Modena Nord, da sabato migliaia di giovani sono accorsi per un rave party di Halloween. In 3.500 sono arrivati, anche dall’estero, per la festa abusiva chiamata “Witchtek 2K22” che sarebbe dovuta durare fino a martedì. Dal Ministero dell’Interno hanno dato disposizione di interrompere il party il prima possibile; per sicurezza sono state chiuse anche alcune uscite dell’autostrada, come Carpi e Campogalliano sulla A22 e sulla A1 Modena Nord e Sud. Con tutti gli inevitabili disagi del caso.

A parte il raduno non autorizzato, il capannone è anche pericolante e così è arrivata la polizia. Già da ieri è presente il cordone delle forze dell’ordine intorno all’edificio; il proprietario ha anche sporto denuncia per l’occupazione abusiva. Al megafono è stato annunciato che la polizia non entrerà, ma che il capannone deve essere sgomberato al più presto perché da sequestrare. Così da questa mattina, non senza proteste ma pacifiche, è in corso il deflusso dei partecipanti; circa in 660 sono già stati identificati. Gli organizzatori stanno smontando gli impianti audio e di amplificazione; chi ha campeggiato all’esterno dell’area, sta portando via le proprie cose.

Oggi il consiglio dei ministri avvierà un piano contro i raduni abusivi come il rave party di Modena. L’idea è quella di obbligare gli organizzatori al ripristino dello stato dei luoghi; ma anche di intercettare chat e social network, per sapere in anticipo quali saranno i luoghi di ritrovo e presidiarli prima dell’arrivo dei partecipanti.

Rave party, la psicoanalista: “Non solo trasgressione”

Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della Società psicoanalitica italiana (Spi), ha voluto offrire uno spunto di riflessione sul rave party di Modena e più in generale sul fenomeno dei rave. La sintesi del discorso è che la società non deve lasciare soli i ragazzi, ma farsi carico delle loro esigenze, compreso il disagio psichico, strutturando un programma di ascolto psicoanalitico per superare il trauma collettivo che i giovani e gli adolescenti hanno vissuto in questi anni tra Covid, restrizioni e lockdown.

Spiega Lucattini: “Dopo tanti mesi di chiusura ci dobbiamo aspettare non una ma molte aggregazioni spontanee o anche non autorizzate, come i rave party. Ci possiamo aspettare che non siano più fenomeni ‘occasionali‘. I Rave – continua la specialista – sono un’aggregazione non autorizzata di migliaia di giovani che si trovano per ballare e ascoltare musica. Non sono stati mai una forma di protesta o di opposizione alle autorità, ma piuttosto una trasgressione che si manifesta attraverso musica assordante e ballo non-stop associati all’occupazione di un “territorio”.

Ciò secondo la dottoressa “definisce un’appartenenza e consolida un’identità, un grande “campo psichico”, in cui ritrovarsi tutti insieme. Nessuno specialista ignora che nei Rave Party, vi è anche abuso di alcol e sostanze stupefacenti. Dal lockdown in poi, l’aumento di uso di alcool non solo tra gli adulti e i giovani, ma anche tra gli adolescenti è documentato dalle transazioni online e dalle vendite, sia nei negozi autorizzati che nei locali”.

Abuso di alcol e stupefacenti in aumento dal 2020

I dati parlano di un aumento delle vendite online di alcolici del 400% nel 2020, per poi riscendere al 200% nel 2021. Pur sempre un incremento spaventoso ed “espressione di un gravissimo e diffuso disagio psicologico, che trova nell’alcool una forma di inefficace e dannosissima autocura“. La repressione non ha mai funzionato anche in paesi in cui attualmente ci sono regimi non democratici, l’uso di alcool e droghe è dilagante e fuori controllo. Ciò che non si può più rinviare sono investimenti massicci sulla prevenzione del disagio psicologico, con una disponibilità gratuita o a prezzi sociali di punti di ascolto con psicoterapeuti, psicoanalisti e psichiatri” – ha sottolineato la specialista.

Fondamentale anche il ruolo della scuola e delle altre istituzioni. Associazionismo e attività ludiche diffuse in modo capillare sul territorio, la chiave per canalizzare in modo corretto gli interessi e favorire la socializzazione. E creare intorno ai giovani un futuro, restituire loro speranza. “È importante che i giovani possono mantenere e coltivare i propri ideali, che abbiano una speranza nel futuro attraverso lo studio e la possibilità di avere un lavoro dignitoso. Che possano superare difficoltà nel momento, investendo in sé stessi con l’aiuto della scuola e della dello Stato attraverso le Istituzioni che lo rappresentano”.