Poveri

L’accesso all’assistenza sanitaria è un diritto fondamentale, garantito in Italia dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) a tutti i cittadini. Negli ultimi anni, a causa di una politica poco attenta ai bisogni delle persone, gli attacchi alla sanità pubblica sono stati tali da portarla allo sbando. E oggi, chi ha bisogno di cure e si rivolge al SSN, non sempre può usufruire delle prestazioni richieste. L’alternativa è la sanità privata, riservata a chi può spendere in visite e terapie.

E i poveri? Attendono lo scorrimento delle interminabili liste d’attesa, peggiorano e possono anche morire. Per garantire che le persone a basso reddito abbiano accesso all’assistenza sanitaria di cui hanno bisogno, sono sorti in alcune città ambulatori retti da volontari. Questi assicurano una prima assistenza agli ammalati meno gravi. Per chi accusa problemi più seri, invece, non resta che l’accesso al Pronto soccorso, solitamente zeppo di pazienti.

Politiche di assistenza sanitaria per i poveri

In passato, si è pensato a garantire l’accesso all’assistenza sanitaria per i poveri. Una delle politiche più comuni è stata quella di fornire copertura sanitaria universale. Questo significa che tutti, indipendentemente dal reddito, hanno avuto accesso a servizi sanitari essenziali. Molti sono stati i modi in cui i governi hanno potuto fornire una copertura sanitaria universale. Tra questi, devono essere ricordati i programmi di assicurazione sanitaria pubblica e l’espansione dei servizi sanitari pubblici.

Un altro modo in cui i governi hanno garantito l’accesso all’assistenza sanitaria per i poveri è stato attraverso programmi di assistenza sanitaria. Programmi che prevedevano costi bassi o gratuiti. Questi programmi includevano visite mediche, farmaci e servizi di prevenzione gratuiti, come vaccinazioni e screening per il cancro.

Le politiche che i governi possono adottare

I governi possono, tuttavia, adottare politiche per ridurre i costi dei farmaci e dei dispositivi medici. Ad esempio, possono negoziare prezzi più bassi con le case farmaceutiche o creare programmi di acquisto di massa per ridurre i costi. Ciò in un’ottica di equità sanitaria,un’opportunità perché tutti possano raggiungere uno stato generale di benessere. Stato che comprende la salute clinica, mentale, sociale, emotiva, fisica, influenzata non solo dall’assistenza sanitaria, ma anche da fattori sociali, economici e ambientali.  

Inoltre, i governi possono adottare politiche per migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria nelle comunità a basso reddito. Ciò può includere l’apertura di cliniche sanitarie nelle aree a basso reddito. O l’espansione dei servizi sanitari mobili per raggiungere le persone che vivono in aree remote.

Problemi peggiorati a causa della pandemia

Agli annosi problemi sanitari si aggiungono oggi anche i danni provocati dalla pandemia. Il Covid ha aumentato i problemi di salute mentale e comportamentale delle persone. I fattori di stress sanitari, sociali e finanziari della pandemia hanno, inoltre, portato a galla la mancanza di accesso a servizi di salute mentale tempestivi. A subirne maggiormente le conseguenze sono stati i poveri. Fortunatamente, il Governo ha approvato la misura denominato “bonus psicologo”, ritenendo la salute una priorità della sanità pubblica.

Urge ora una maggiore consapevolezza pubblica, una crescente attenzione politica e un maggiore coinvolgimento dello Stato per offrire opportunità migliori per gli indigenti. E agire su importanti questioni relative all’accesso e all’equità sanitaria.