Con l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle malattie croniche, le persone di avanti con gli anni cercano modi per vivere una vita più sana e soddisfacente, magari facendo dell’attività fisica. Uno studio condotto in Australia su oltre 11mila donne, conferma che la mezza età è il momento perfetto per fare darsi allo sport

Attività fisica in età avanzata: il segreto per una vita piena di energia

L’attività fisica al centro di uno studio australiano condotto su donne di mezza età

Stando ai risultati di uno studio australiano, le ultracinquantenni che hanno seguito le linee guida sull’attività fisica per almeno 150 minuti a settimana, hanno dimostrato di avere una migliore salute fisica nel lungo termine rispetto a quelle che non lo hanno fatto. E l’incredibile notizia è che anche coloro che non si erano mai esercitate regolarmente prima della mezza età hanno beneficiato della nuova routine. E gli uomini? Per “par condicio”, i risultati suggeriscono che anche gli uomini potrebbero trarre beneficio da una simile svolta in età avanzata. Come si è arrivati a questa conclusione?

L’importanza dell’esercizio fisico nella mezza età: il segreto per invecchiare bene

Lo studio ha seguito le donne nel corso di venti anni, monitorando i loro livelli di attività fisica e la loro salute complessiva. I risultati sono stati sorprendenti. Anche un aumento modesto nell’attività fisica ha portato a benefici significativi per la salute, con una differenza anche di soli tre punti percentuali nei punteggi che si traduce in un miglioramento della qualità della vita.

«In combinazione con le prove esistenti, questo studio contribuisce a fornire prove crescenti dei benefici derivanti dal mantenimento o dall’adozione di uno stile di vita attivo nella mezza età». Questo il commento dei ricercatori. E fin qui, nulla di nuovo. 

Mens sana in corpore sano

Praticare sport migliora l’umore, la cognizione, promuove il sonno, aumenta l’autostima e migliora in generale il benessere emotivo

Nelle sue Satire, il poeta romano Decimo Giunio Giovenale scriveva: «Orandum est ut sit mens sana in corpore sano» ovvero «Preghiamo gli dèi affinché possiamo avere una mente sana in un corpo sano».

Parole sante. L’ attività fisica in età avanzata non solo ha benefici sulla salute fisica, ma può anche avere un impatto significativo sulla salute mentale. A seguire, alcune delle implicazioni positive che l’esercizio fisico può avere sulla salute mentale nelle persone anziane:

Migliora l’umore: l’esercizio fisico può aiutare a migliorare l’umore, riducendo lo stress, l’ansia e la depressione. L’attività fisica stimola la produzione di endorfine, sostanze chimiche del cervello che agiscono come analgesici naturali e migliorano l’umore;

Migliora la cognizione: studi hanno dimostrato che l’attività fisica regolare può migliorare le funzioni cognitive, inclusa la memoria, l’attenzione e la capacità di pensiero. Ciò può contribuire a ridurre il rischio di declino cognitivo e di sviluppare disturbi neurodegenerativi come l’Alzheimer e il deterioramento cognitivo lieve;

Promuove il sonno: l’esercizio fisico regolare può favorire un sonno di migliore qualità e ridurre i disturbi del sonno come l’insonnia. Un sonno adeguato è essenziale per la salute mentale e il benessere generale;

Aumenta l’autostima e la fiducia: l’essere attivi fisicamente può aumentare l’autostima e la fiducia in sé stessi. Raggiungere obiettivi di fitness e vedere miglioramenti nella propria salute fisica può aumentare la fiducia nelle proprie capacità;

Promuove il benessere emotivo: l’attività fisica può essere un modo efficace per gestire lo stress e affrontare i momenti difficili. Partecipare a attività fisiche piacevoli e sociali, come ballare, fare passeggiate all’aperto o praticare lo yoga, può favorire il benessere emotivo e la connessione sociale.

Lo studio, condotto dall’University of Queensland and the University of Newcastle, è stato pubblicato su PLOS Medicine.

Fonte

Nguyen B, Clare P, Mielke GI, Brown WJ, Ding D (2024) Physical activity across midlife and health-related quality of life in Australian women: A target trial emulation using a longitudinal cohort