Il cancro al seno triplo negativo (TNBC) rappresenta una delle forme più aggressive e temute della malattia, caratterizzata da una prognosi spesso infausta. Tuttavia, gli scienziati stanno perseguendo un approccio rivoluzionario: utilizzare le stesse sostanze chimiche prodotte dalla malattia per combatterla

Cos’è il cancro al seno triplo negativo

Cancro al seno: un nuovo approccio terapeutico dona speranza

Il cancro al seno triplo negativo (TNBC) è un sottotipo particolare di cancro al seno caratterizzato dalla mancanza di tre recettori: estrogeni, progesterone e HER2. Questo significa che le cellule tumorali non rispondono alle terapie ormonali o alla terapia mirata contro il recettore HER2, una proteina che aiuta a gestire le funzioni di crescita riparazione e della cellula del seno.

Al contrario, i tumori al seno “normali” possono esprimere uno o più di questi recettori, rendendo possibili terapie mirate specifiche. Ad esempio, i tumori che esprimono recettori ormonali possono essere trattati con terapie a base di ormoni, mentre quelli che sovraesprimono HER2 possono beneficiare della terapia mirata contro questa proteina.

Poiché il TNBC non risponde alle terapie convenzionali, è necessario sviluppare approcci terapeutici alternativi. In aggiunta, la ricerca ha dimostrato che non tutti i tumori triplo negativi sono uguali.

Valutazione dei diversi tipi di tumore

Per distinguere i diversi tipi di tumori al seno triplo negativo, i patologi hanno sviluppato un metodo noto come “deficit di ricombinazione omologa“. Questa valutazione viene effettuata sui campioni bioptici dei pazienti e annotata nel referto patologico. La differenziazione consente ai medici di adottare un trattamento personalizzato per ogni tipo di cancro al seno triplo negativo.

I tumori al seno triplo negativo con un alto punteggio di deficit di ricombinazione omologa spesso rispondono bene ai farmaci dannosi per il DNA, come quelli a base di platino e gli inibitori della PARP, una famiglia di proteine coinvolte in alcuni processi inclusi la riparazione del DNA e apoptosi. Di contro, i tumori con un basso punteggio di deficit di ricombinazione omologa hanno poche opzioni terapeutiche efficaci.

Cause ignote

Le cause esatte del cancro al seno triplo negativo non sono del tutto comprese, ma si ritiene che possano essere influenzate da una combinazione di fattori genetici, ambientali e comportamentali, simili a quelli che contribuiscono ad altri tipi di cancro al seno.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il TNBC costituisce circa il 10-15% di tutti i tumori al seno. È più comune in donne più giovani e in quelle di origine afroamericana o di etnia latina.

Quanto alle conseguenze, è noto per essere più aggressivo rispetto ad altri sottotipi di cancro al seno e può comportare una prognosi meno favorevole. Le donne con questa patologia possono essere ad alto rischio di recidiva e di metastasi.

Trattamenti standard

Il trattamento del cancro al seno triplo negativo può includere una combinazione di interventi chirurgici, chemioterapia, radioterapia e, in alcuni casi, terapie mirate come l’immunoterapia. Come detto, questa forma tumorale non risponde bene alle linee guida standard, ma oggi una novità potrebbe ridare speranza alle donne.

Utilizzare i metaboliti tumorali nel trattamento del cancro al seno triplo negativo, potrebbe essere una svolta.

Da tempo i ricercatori medici hanno ipotizzato che i metaboliti prodotti dai tumori triplo negativi potrebbero essere utilizzati per sviluppare nuove strategie terapeutiche. Ed è in questa direzione che si sono concentrati gli sforzi dei ricercatori dell’Università Fudan di Shanghai (Cina). Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine.

Focus sullo studio

Cancro al seno triplo negativo: utilizzare il metabolita GDP-M potrebbe aiutare a combattere questa forma aggressiva di tumore

Esaminando campioni tumorali provenienti da 401 pazienti con vari punteggi di deficit di ricombinazione omologa, la dottoressa Ding e il suo team hanno identificato un metabolita di particolare interesse: la guanosina difosfato-mannosio (uno zucchero nucleotidico). Noto come GDP-M., non solo potenzia l’immunità antitumorale, ma aumenta i punteggi di carenza, accumulandosi principalmente nelle cellule tumorali e promuovendo la degradazione della proteina BRCA2, fondamentale per la riparazione del DNA.

Attraverso studi su modelli murini e cellule umane di cancro al seno, Ding e il suo team hanno dimostrato che il trattamento con GDP-M può sensibilizzare i tumori ai farmaci dannosi per il DNA, come il cisplatino, potenziando l’attività antitumorale. Inoltre, il GDP-M ha migliorato l’efficacia degli anticorpi del checkpoint immunitario e degli inibitori della PARP, offrendo così una nuova prospettiva terapeutica.

Chimicamente, il GDP-M può essere prodotto metabolicamente dal batterio Escherichia coli o sintetizzato in laboratorio.

Fonti

Jia-Han Ding et al, Guanosina difosfato-mannosio sopprime la riparazione della ricombinazione omologa e potenzia l’immunità antitumorale nel cancro al seno triplo negativo, Science Translational Medicine (2024).