Come mai alcuni individui guardano il volto di una persona e vedono contorni distorti e tratti demoniaci al posto dei lineamenti reali? A causare il misterioso fenomeno è una condizione estremamente rara chiamata prosopometamorfopsia (PMO). Uno studio condotto dal Dartmouth College di Grafton (Stati Uniti), ha condotto un singolare esperimento per comprendere al meglio la patologia

Conosciamo la prosopometamorfopsia

Prosopometamorfosia (PMO) è un distrubo visivo raro e poco conosciuto, spesso confuso con la schizofrenia

La prosopometamorfopsia (PMO) è una condizione rara e tuttora misconosciuta. Il termine deriva dal greco “prosopo”, che significa “viso“, e “metamorfopsia“, che si riferisce alle distorsioni visive.

Quanto alle caratteristiche, chi ne è affetto sperimenta una percezione visiva alterata di forma, dimensione, colore e fisionomia dei tratti del viso. La durata dei sintomi può variare notevolmente. Può durare pochi giorni o persistere per settimane, se non addirittura anni.

Difficile stabilire quante persone soffrono di PMO, in quanto non esiste una letteratura scientifica sufficiente e nemmeno una casistica ufficiale.

Cerchiamo di capire meglio questa bizzarra patologia grazie a uno studio pubblicato nella sezione “Immagini cliniche” di The Lancet, in cui i ricercatori hanno presentato il caso più unico che raro di un paziente.

Tra realtà e distorsioni: il misterioso mondo della prosopometamorfopsia

disturbi visivi da PMO: gli scienziati hanno condotto un signolare esperimento

Gli scienziati hanno riferito il caso di un uomo di 58 anni affetto da prosopometamorfopsia (PMO). Per lui, mentre sullo schermo e sulla carta i volti appaiono normali, quando incontra una persona dal vivo, i tratti somatici risultano completamente distorti.

All’interno della comunità medica, si tratta di caso straordinario, in quanto la maggior parte dei pazienti con PMO sperimentano distorsioni facciali in tutti i contesti. Tuttavia, per quest’uomo, la percezione si trasforma solo ed esclusivamente quando è a contatto diretto con i volti reali.

Per condurre lo studio, i ricercatori hanno adottato un approccio innovativo. Hanno mostrato al paziente la fotografia di una persona, proiettandola sullo schermo di un pc. Contestualmente, gli hanno fatto incontrare il soggetto ritratto “dal vivo”.

Risultato?

Neanche a dirlo, il paziente ha visto “il diavolo”…

Successivamente, i ricercatori hanno manipolato digitalmente la fotografia, per adattare le distorsioni percepite dal paziente in tempo reale «Questo approccio ci ha permesso di visualizzare in tempo reale la percezione del paziente delle distorsioni facciali». A spiegarlo Antônio Mello, autore principale dello studio condotto dal Dipartimento di Scienze Psicologiche e del Cervello di Dartmouth.

Ma a livello pratico, cosa comporta questa patologia?

Occhio ai fraintendimenti

Per coloro che ne sono affetti, questa condizione può portare a fraintendimenti e diagnosi errate da parte degli operatori sanitari, che spesso la associano alla schizofrenia o ad altri disturbi mentali, come dimostra il caso riportato dai ricercatori del Dartmouth College.

Tuttavia, è importante sottolineare che la PMO non è una malattia psichiatrica, ma un disturbo visivo. Dunque è fondamentale aumentare la consapevolezza degli esperti del settore sulle peculiarità e dinamiche della prosopometamorfopsia.

Cosa avrebbe detto Lombroso?

Se Cesare Lombroso, il famoso criminologo del XIX secolo, avesse sofferto di PMO, che spiegazione avrebbe fornito attraverso le sue teorie sulla fisionomia criminale? Bella domanda…

Fonti

Visualizzazione delle distorsioni facciali nella prosopometamorfopsia, The Lancet.

Materiale fornito dal Dartmouth College