Liquido seminale - plastica

È ormai risaputo che adulti e bambini ingeriscono minuscole particelle di plastiche con il cibo e l’acqua. Oggi, uno studio ha rivelato la presenza delle microplastiche anche nel liquido seminale, destando preoccupazione nella comunità scientifica. La scoperta, condotta da ricercatori di diverse università italiane, rappresenta un’ulteriore conferma della minaccia ambientale per la riproduzione umana.

Lo studio ha riscontrato la presenza delle microplastiche in sei campioni su dieci di liquido seminale di uomini sani residenti in Campania. La rivista “Science of the Total Environment lo ha pubblicato in preprint. È stato, inoltre, presentato in anteprima al congresso della “Società italiana della riproduzione umana” (Siru). Solo pochi mesi fa, lo stesso team aveva pubblicato sulla rivista “Toxics” l’individuazione di microplastiche nelle urine di alcuni residenti di Napoli e Salerno.

Microplastiche nel liquido seminale, a rischio la fertilità

Il recente studio, guidato da Luigi Montano, uroandrologo dell’Asl Salerno, rientra nel progetto EcoFoodFertility, prima ricerca al mondo sul rapporto ambiente, alimentazione e salute riproduttiva. L’attenzione è stata posta soprattutto sulle zone ad alto rischio ambientale per la presenza di contaminanti, allo scopo di individuare i loro effetti sulla salute. Le prime valutazioni sono state condotte sul seme umano, poiché rappresenta la “sentinella” della salute dell’uomo e dell’ambiente.

Il team del dr. Montano ha rilevato una presenza maggiore di microplastiche in relazione alla più scarsa qualità seminale, che può determinare l’infertilità. Su questo punto sono, però, necessari ulteriori approfondimenti. Infatti, «le stesse microplastiche contaminanti – ha reso noto la Siru – fanno da “cavallo di Troia” per altri contaminanti ambientali». Questi, legandosi alle microplastiche, procurano ulteriori danni agli organi riproduttivi, molto sensibili agli inquinanti chimici.

Le vie di accesso nel corpo umano delle microplastiche

Le microplastiche entrano nell’organismo umano attraverso la respirazione, l’alimentazione e anche per via cutanea. La loro origine è varia, possono, infatti, provenire da cosmetici, detergenti, dentifrici, cibi, bevande o da particelle aero disperse nell’ambiente.

Le alterazioni importanti della barriera ematotesticolare, l’epididimo e le vescicole seminali sembrano essere le vie più probabili di passaggio al seme umano. «Si stanno continuando a indagare altre matrici umane», ha dichiarato Montano. «Se confermate negli esperimenti in corso, rappresenterebbero una dimostrazione di quanto la contaminazione della plastica sia da considerare un’emergenza da affrontare nell’immediato. Averle già trovate in una matrice così sensibile per la conservazione e l’integrità del nostro patrimonio trasmissibile di certo non è una notizia confortante. È a rischio il futuro della nostra specie, oggi più che mai minacciata nella sua essenza».

Plastica nel liquido seminale e nel corpo umano

Una ricerca italiana risalente a qualche fa ha confermato per la prima volta la presenza di microplastiche nella placenta umana, poi scoperte anche nel sangue. La microplastica è stata trovata anche nelle feci degli adulti e in quelle dei bambini, che si alimentano con cibi contenuti in recipienti di plastica.

La scoperta delle microplastiche nel sangue ha preoccupato la comunità scientifica. Il flusso sanguigno, difatti, può trasportare le particelle negli organi, oltrepassando la barriera ematoencefalica. Quest’ultima regola il passaggio di sostanze chimiche contenute nel sangue, dirette o provenienti dal cervello, e protegge il sistema nervoso dagli avvelenamenti.

La plastica è presente nell’acqua, nel cibo e nell’aria

La plastica si trova nell’acqua di tutto il pianeta, sia in quella contenuta nelle bottiglie, sia in quella corrente. Ma in bottiglia si trovano anche bibite, sughi e altri alimenti che quotidianamente finiscono sulle nostre tavole. Quindi la beviamo, la mangiamo e non la riutilizziamo a dovere, visto che ne ricicliamo meno del 10%.

Infine, la respiriamo perché si trova nelle fibre di acrilico dell’abbigliamento, negli imballaggi, nelle buste di plastica e nelle microsfere degli scrub per il viso e dei dentifrici.

I rischi per l’uomo e per l’ambiente

La plastica non è biodegradabile e finisce quasi sempre dispersa nell’ambiente, da cui passa nel cibo, nell’acqua e infine nel corpo umano. I rischi per la salute sono immaginabili. Infatti, le microplastiche possono causare infiammazioni e infertilità, insorgenza precoce della pubertà, obesità e diabete. Sembra anche che siano responsabili del tumore ai polmoni. Per questi motivi, l’Unione Europea ha introdotto lo scorso anno delle restrizioni sull’uso della plastica nei prodotti per l’infanzia.