Il funzionamento del numero 1500 sarà garantito fino al 31 dicembre 2023. Parola del ministro della salute Orazio Schillaci, che ha dato rassicurazioni sul numero di pubblicità utilità. Inserito nel decreto legge sul rafforzamento della Pubblica amministrazione approvato in Consiglio dei Ministri il 6 aprile, il numero 1500 resterà attivo fino a fine anno.
“Avevamo preso l’impegno di trovare una soluzione per il mantenimento del 1500 e la salvaguardia dei livelli occupazionali” – ha dichiarato il ministro. “Con questa norma il Ministero della Salute assicura il servizio fino a dicembre, in attesa dell’affidamento a un nuovo operatore economico”.
Eliminare il numero 1500, che aveva visto la sospensione a partire dal primo gennaio di quest’anno, avrebbe significato la perdita di 500 posti di lavoro. I sindacati Cgil, Cisl e Uil, non appena intervenuta la sospensione del servizio, erano intervenuti. Con i ministeri del Lavoro, delle Imprese e della Salute, hanno cercato una soluzione. Che è arrivata pochi giorni fa.
Numero 1500 per il Covid, sospeso a gennaio
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Dagli incontri con i ministeri era emerso l’impegno a valorizzare le competenze dei lavoratori, acquisite in tre anni di servizio, nella comunicazione relative all’emergenza Covid e malattie virali endemiche. Il numero 1500 infatti era stato attivato il 27 gennaio 2020 per offrire consulenza telefonica e informazioni sul Covid.
Gli operatori – tutti formati appositamente insieme a dirigenti sanitari – davano informazioni alla popolazione. I temi erano le misure di prevenzione da adottare, le vaccinazioni ed il “Green Pass“. Quest’ultima, era la famosa certificazione verde che serviva per dimostrare l’avvenuta vaccinazione e che era in molti casi obbligatoria per viaggiare e andare al lavoro.
Nelle fasi più gravi della pandemia il servizio è stato attivo ogni giorno 24 ore su 24; nei mesi precedenti alla sospensione, invece, era attivo dalle 8 alle 20, tutti i giorni della settimana. Fino a gennaio riceveva 25mila chiamate al giorno.
“Sono state oltre 8 milioni le chiamate al 1500 tra il 2020 e il 2022. Terminata l’emergenza Covid, il numero di pubblica utilità può continuare a essere un utile strumento di supporto ai cittadini per una corretta informazione e per mantenere il rapporto di fiducia con il Ministero della Salute”. Così ha spiegato il ministro Schillaci.
Servizio multiuso: prima erano le ondate di calore
Il numero 1500, prima di essere dedicato al Covid, era già stato attivo altre volte in passato. Il tema però erano state le ondate di calore e lo scopo era quello di fornire indicazioni utili ai cittadini per proteggersi contro i pericoli del calore eccessivo in estate.
“L’istituzione del servizio – si legge sul sito del Ministero della Salute in un vecchio comunicato stampa che parlava del servizio – risale all’estate del 2004; quando a seguito delle numerosi morti avvenute durante la precedente stagione, a causa degli effetti del caldo eccessivo, principalmente tra la popolazione anziana, il ministero della Salute ha messo a disposizione dei cittadini un call center per avere consigli medici e pratici per meglio affrontare il caldo“.
Per fare un esempio, tra il 14 luglio e il 31 agosto 2006, al call center del Ministero della Salute erano arrivate circa 6.700 telefonate: una media di circa 137 chiamate al giorno. Lo riporta l’Istituto superiore di Sanità, che ha anche rilevato: “In particolare, durante la settimana 21-27 luglio sono state registrate il 27% del totale delle telefonate pervenute (1.806), con un picco il giorno 23 (circa 500 chiamate)“.