Gli scienziati del Medical School Duke-NUS e dell’Università Nazionale di Singapore hanno annunciato un’ importante novità riguardo al COVID-19.

Un vaccino nasale potrebbe rivoluzionare l’approccio alla protezione contro il virus.

Cosa lo rende così speciale e quali potrebbero essere le implicazioni per il futuro della prevenzione del COVID-19? Scopriamo insieme i dettagli della ricerca…

Novità in arrivo: addio alle iniezioni 

Novità: un nuovo vaccino nasale contro il COVID brevettato dai ricercatori di Singapore

Ecco le novità a portata di naso. Quello proposto dagli scienziati malesiani non è il solito vaccino somministrato tramite iniezione. La soluzione intranasale, offrirebbe una protezione più efficace e una copertura di durata superiore. 

Per testarne la validità, il gruppo di ricerca, ha condotto uno studio dettagliato sui criceti, mettendo a paragone le risposte immunitarie scatenate dal vaccino, somministrato sia tramite la via nasale sia sottocutanea. 

A confronto, anche l’analisi dell’efficacia del vaccino, con e senza l’uso di adiuvanti, sostanze aggiunte al vaccino per potenziare la risposta immunitaria dell’organismo. 

Pubblicati su eBioMedicine, i risultati della ricerca hanno mostrato che una semplice “spruzzatina” alle narici ha potenziato la resistenza anticorpale della mucosa alla malattia indotta da SARS-CoV-2.

Quanto alla sua copertura, attivando una risposta immunitaria direttamente nel punto di ingresso, il vaccino intranasale ha migliorato la memoria immunitaria sistemica a lungo termine del virus. 

«I nostri dati mostrano che, rispetto alla vaccinazione sottocutanea, la via intranasale ha migliorato la risposta di alcune cellule immunitarie, note come cellule T, che hanno ridotto la gravità della malattia», ha spiegato la professoressa associata Ashley St John, del programma Emerging Infectious Diseases della Duke-NUS, autrice principale dello studio.

«Non solo, ma ha anche prodotto un numero maggiore di cellule T centrali di memoria rispetto alla vaccinazione sottocutanea, il che potrebbe portare a una protezione più duratura» e una ridotta necessità di vaccini di richiamo.

Facciamo chiarezza: il ruolo delle cellule T “archivi immunitari” e degli adiuvanti

Cellule T: salgono un ruolo importante nella lotta al COVD. Sono capaci di riconoscere ed eliminare le cellule infettate

Le cellule T, un gruppo di leucociti appartenenti alla famiglia dei linfociti, regolano la comunicazione cellulare e controllano l’infiammazione. Svolgono insomma un ruolo vitale nel preservare la salute del corpo.

Migliorano la memoria del sistema immunitario e innescano risposte protettive a lungo termine, quasi fossero degli “archivi immunitari”, in grado di respingere il virus nel caso in cui si dovesse ripresentare.

Come accennato, nel corso della ricerca, il team ha anche esaminato l’influenza degli adiuvanti (sostanze che vengono aggiunte ai vaccini) sulla risposta immunitaria.

Ebbene, essendo queste sostanze dei veri e propri alleati, hanno dimostrato di modulare l’attivazione e la produzione di citochine da parte delle cellule T. 

Ciò significa che la scelta di adiuvanti può portare a esiti diversi, un aspetto fondamentale nella progettazione di vaccini più efficaci e mirati.

Altra novità intrigante 

Uno degli aspetti più intriganti emersi da questa ricerca pionieristica è la scoperta di come un particolare tipo di anticorpo, noto come IgG, presente nel flusso sanguigno, possa dimostrarsi particolarmente efficace nel neutralizzare le varianti emergenti del virus. Ciò è stato osservato in modo significativo quando l’induzione di tali anticorpi è avvenuta attraverso la via del vaccino nasale.

Infine, pare che questo approccio innovativo non solo sia in grado di proteggere da infezioni acute, ma sembrerebbe limitare la trasmissione del virus.

«Anche se la fase acuta della pandemia potrebbe essere alle nostre spalle, l’aumento di nuove varianti, tra cui JN.1, che ha innescato un aumento dei ricoveri ospedalieri a livello locale, dimostra che abbiamo spazio nel nostro arsenale di vaccini e trattamenti per strumenti ancora migliori. Questo studio dimostra che la vaccinazione delle mucose è promettente per migliorare l’efficacia del vaccino contro il COVID-19 con potenzialmente meno richiami necessari».

A sottolinearlo, il professor Patrick Tan, vicepresidente senior per la ricerca della Duke-NUS.

Un vaccino brevettato

Il vaccino è stato brevettato. Cosa che, non solo sancisce ufficialmente la scoperta, ma stimola anche la possibilità di partnership, che accelerino lo sviluppo e la produzione, su larga scala, di questa promettente soluzione.

Il futuro delle difese immunitarie potrebbe attraversare la strada delle mucose?

Fonti

O’Neill A, Mantri CK, Tan CW, Saron WA, Nagaraj SK, Kala MP, Joy CM, Rathore APS, Tripathi S, Wang L-F, St. John AL. La vaccinazione mucosale SARS-CoV-2 dei roditori suscita una funzione di memoria centrale sistemica T superiore e anticorpi neutralizzanti incrociati contro le varianti di interesse. eBioMedicina

Materiale fornito dalla Duke-NUS Medical School