dati covid

La Fondazione Gimbe, che da due anni e mezzo effettua un monitoraggio indipendente sulla pandemia, chiede il ripristino della pubblicazione giornaliera dei dati Covid. Il Ministero della Salute, infatti, ha disposto la sospensione della pubblicazione del bollettino quotidiano. La nuova cadenza sarà settimanale.

Evidenzia però Gimbe in una nota: “A partire dal 30 ottobre, risulta interrotta anche la pubblicazione quotidiana dei dati grezzi sul repository ufficiale. Al momento, pertanto, la Fondazione Gimbe è impossibilitata a garantire il monitoraggio indipendente condotto negli ultimi due anni e mezzo a beneficio della cittadinanza, delle istituzioni e degli organi di informazione“.

La Fondazione ha inviato al neo ministro Orazio Schillaci una richiesta di ripristino immediato della pubblicazione giornaliera dei dati. “Devono essere disponibili non solo “alle autorità competenti” ma anche alla comunità scientifica e alla popolazione intera” – ha sottolineato Gimbe.

Dati Covid, il ministro Schillaci: “Verso la normalità”

Il Ministro della Salute, “a sei mesi dalla sospensione dello stato d’emergenza e in considerazione dell’andamento del contagio da Covid-19, ritiene opportuno avviare un progressivo ritorno alla normalità nelle attività e nei comportamenti“; che devono essere sempre” ispirati a criteri di responsabilità e rispetto delle norme vigenti“. Con queste parole aveva annunciato la sospensione della pubblicazione giornaliera dei dati con una nota ufficiale lo scorso 28 ottobre. Nella stessa nota, comunicava anche l’avvio del reintegro in servizio del personale sanitario sospeso per inadempienza all’obbligo vaccinale. Decisione che tante polemiche, inevitabilmente, ha suscitato.

Il bollettino sarà “reso noto con cadenza settimanale, fatta salva la possibilità per le autorità competenti di acquisire in qualsiasi momento le informazioni necessarie al controllo della situazione e all’adozione dei provvedimenti del caso“.

Personale sanitario, verso il reintegro dei non vaccinati

Il ministero nella stessa nota aveva anche annunciato, “in vista della scadenza al prossimo 31 dicembre delle disposizioni in vigore” e per la “preoccupante carenza di personale medico e sanitario segnalata dai responsabili delle strutture sanitarie e territoriali“, un provvedimento di reintegro del personale sanitario non vaccinato contro il Covid prima del termine di scadenza della sospensione e l’annullamento delle relative multe previste dal Dl 44/21. Dal 1 novembre lo stop anticipato all’obbligo vaccinale e, di conseguenza, la possibilità di reintegro.

Secondo i dati della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), al 31 ottobre i medici e odontoiatri sospesi erano 4.004 (lo 0,85% dei 473.592 iscritti). Tuttavia però di questi il 47% (1.665 medici) ha più di 68 anni e per questo è fuori dal Ssn. Solo i restanti 1.878, sarebbero idonei al rientro in servizio, ma sarebbero quasi tutti liberi professionisti.

Il ministro Schillaci, al termine del CdM del 31 ottobre aveva però anche sottolineato l’importanza della campagna vaccinale nel contrasto alla pandemia. Ed evidenziato “l’impegno e la dedizione nella lotta al Covid-19 dei medici e degli operatori sanitari“; categorie queste che hanno pagato “un tributo pesante anche in termini di vittime“.

Nel frattempo resta l’obbligo di utilizzo delle mascherine nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali. E’ stato confermato con un’apposita ordinanza per i lavoratori, gli utenti e i visitatori fino al 31 dicembre 2022.