Casgevy: terapia genetica e trattamento delle malattie ematiche

L’Agenzia britannica Medicine and Healthcare products Regolatory Agency (MHRA) ha approvato la terapia genica sperimentale autologa Casgevy. Il trattamento sfrutta la potenza della modifica genetica CRISPR-Cas9 nel trattamento di malattie del sangue come l’anemia falciforme e la β- talassemia

Da Casgevy una speranza per il trattamento di anemia falciforme e talassemia

Casgevy– Immaginate un futuro in cui le malattie genetiche, che per anni hanno sfidato la medicina, possano essere affrontate con una precisione chirurgica a livello genetico.

Casgevy (exagamglogene autotemcel), con il suo approccio pionieristico, ha sollevato le speranze e le aspettative non solo per i pazienti afflitti da queste malattie, ma anche per il mondo della ricerca scientifica.

Lanemia falciforme, conosciuta anche come “anemia a cellule falciformi”, può infliggere un dolore debilitante, mentre la β-talassemia richiede spesso trasfusioni regolari, entrambe incidendo pesantemente sulla qualità della vita dei pazienti.

Tuttavia, con l’approvazione di Casgevy, si apre la strada a una potenziale cura per queste patologie finora considerate intrattabili.

Una terapia mirata per il trattamento delle patologe genetiche

Sviluppata da due colossi del settore, la società farmaceutica Vertex Pharmaceuticals di Boston, Massachusetts, e la società di biotecnologia CRISPR Therapeutics di Zug, Svizzera, Casgevy è frutto di anni di ricerca meticolosa e sforzi dedicati alla creazione di un trattamento innovativo.

Utilizzando il rivoluzionario strumento di modifica genetica CRISPR-Cas9, i ricercatori sono riusciti a individuare e correggere specifiche anomalie genetiche che causano queste malattie del sangue, così da poterle affrontare in modo più mirato e preciso che mai. Utile precisare che i pionieri di CRISPR, Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna hanno vinto il Premio Nobel per la chimica nel 2020.

Scoperte e studi rivoluzionari: due importanti traguardi

L’emozione e l’attesa generate dall’approvazione di Casgevy non sono affatto casuali.

Due i traguardi più significativi.

Dal punto di vista del dolore, gli studiosi hanno monitorato da vicino ventinove partecipanti su quarantacinque, nel corso di un periodo sufficiente a raccogliere risultati significativi.

Ed essi sono stati sorprendenti: Casgevy ha dimostrato la sua efficacia, alleviando completamente le sofferenze fisiche che affliggono i pazienti per almeno un anno dopo il trattamento, coinvolgendo ben ventotto dei partecipanti.

β-talassemia: una speranza

Cellule del sangue

Promettente anche la sfida nella lotta alla β-talassemia, una malattia che richiede tradizionalmente trasfusioni di sangue mensili. Cinquantacinque individui hanno partecipato allo studio con Casgevy, quarantadue dei quali hanno potuto essere monitorati per un periodo di tempo sufficiente a rivelare risultati rilevanti.

E le notizie sono state altrettanto stupefacenti: trentanove di questi partecipanti non hanno avuto bisogno di alcuna trasfusione di globuli rossi per almeno un anno dopo il trattamento. E per coloro che, purtroppo, hanno avuto ancora bisogno di supporto trasfusionale, il fabbisogno è stato ridotto di oltre il 70%, un segno tangibile di come Casgevy stia cambiando il gioco nel trattamento di questa malattia.

Casgevy: in cosa consiste

Ma come agisce questa terapia genica?

Iniziamo, precisando che le cause di queste malattie del sangue si devono a errori nei geni responsabili della codifica dell’emoglobina, una molecola essenziale nel trasporto dell’ossigeno nel corpo umano.

Nell’anemia falciforme, i globuli rossi hanno una forma irregolare (assomigliano a una falce), sono viscosi e creano grumi che possono ostruire i vasi sanguigni, causando crisi dolorose e riducendo l’apporto di ossigeno ai tessuti.

Dall’altra parte, la β-talassemia è caratterizzata da mutazioni che portano a bassi livelli di emoglobina nel sangue, provocando affaticamento, mancanza di respiro e altri sintomi legati a un ridotto numero di globuli rossi.

E qui entra in gioco come Casgevy

I medici attingono cellule staminali del midollo osseo dei pazienti affetti da tali condizioni e, grazie all’innovazione di CRISPR-Cas9, modificano i geni responsabili della produzione dell’emoglobina.

In che modo? Lo strumento rivoluzionario utilizza un RNA guida per indirizzare l’enzima Cas9 verso la sezione specifica del DNA, dove poi interviene tagliando entrambi i filamenti di DNA.

Il gene bersaglio di Casgevy, chiamato BCL11A (ostacola la produzione di una forma di emoglobina presente solo nei feti) viene così interrotto.

La sospensione del gene consente dunque la produzione di emoglobina fetale, priva delle anomalie che caratterizza l’emoglobina adulta, nelle persone affette da anemia falciforme o β-talassemia.

Un lungo cammino verso la guarigione

Ma il percorso verso la guarigione non è immediato. Prima di reintrodurre le cellule modificate nel corpo, è necessario preparare il midollo osseo a riceverle. Una volta infuse, queste cellule staminali iniziano a generare globuli rossi contenenti emoglobina fetale, alleviando i sintomi aumentando l’apporto di ossigeno ai tessuti. Di conseguenza, mentre le cellule trattate si stabilizzano nel midollo osseo, dando vita a globuli rossi con emoglobina stabile, i pazienti potrebbero dover trascorrere almeno un mese in ospedale.

Casgevy: effetti collaterali

Il cammino verso la rivoluzione medica rappresentata da Casgevy è permeato di entusiasmo e speranza, ma anche di una priorità inderogabile: la sicurezza dei pazienti. I partecipanti coinvolti negli studi hanno sperimentato alcuni effetti collaterali, come nausea, affaticamento e febbre, insieme a un lieve aumento del rischio di infezioni.

Tuttavia, è fondamentale sottolineare che non sono emersi problemi significativi legati alla sicurezza del trattamento. In ogni caso, l’attenzione e il monitoraggio costante da parte delle autorità e dei ricercatori sono una testimonianza del rigore scientifico e dell’impegno per garantire che ogni passo in avanti sia un passo sicuro.

Un punto di attenzione critico riguarda l’uso di CRISPR-Cas9 e la possibilità di modifiche genetiche non intenzionali, il cui impatto potrebbe essere ancora sconosciuto. È noto che questa tecnologia, sebbene straordinaria nel suo potenziale curativo, potrebbe generare modifiche genetiche impreviste con conseguenze ancora non del tutto comprese.

In questo contesto dunque, l’ottimismo è misurato…

Casgevy: l’approvazione globale e le sfide dell’accessibilità

Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration sta valutando l’approvazione di Casgevy, per il trattamento dell’anemia falciforme. Consulenti esperti si sono recentemente riuniti per discutere della potenziale rivoluzione che questa terapia potrebbe portare. Anche l’Agenzia europea per i medicinali sta esaminando attentamente il trattamento per entrambe le malattie, proiettando l’attenzione sul palcoscenico internazionale.

Tuttavia, l’accesso a questa terapia potrebbe inizialmente essere riservato a nazioni con economie sviluppate e sistemi sanitari robusti, anche perché non è un semplice trattamento “pronto all’uso”, «bensì una procedura che richiede risorse e strumenti di alto livello», sottolinea Simon Waddington, genetista dell’University College di Londra.

Costi proibitivi

Anche il costo rimane uno dei maggiori ostacoli. Il prezzo elevato di Casgevy potrebbe infatti limitarne l’accessibilità.

Sebbene il prezzo specifico di Casgevy nel Regno Unito non sia ancora stato fissato, stime preliminari indicano che potrebbe aggirarsi intorno ai 2 milioni di dollari per paziente, allineato con altri trattamenti genici esistenti. Tuttavia, Vertex, il produttore, sta lavorando attivamente per garantire l’accesso e il rimborso ai pazienti idonei. Un portavoce dell’azienda ha sottolineato l’impegno nel collaborare con le autorità sanitarie per rendere la terapia disponibile il più rapidamente possibile. ONA

In definitiva, Casgevy potrebbe rappresentare un passo epocale nella medicina moderna, ma la sua efficacia non può trascurare l’accessibilità e l’equità nell’approccio terapeutico. È imperativo garantire che questa promettente terapia non sia un privilegio dei pochi, ma un diritto di tutti coloro che ne hanno bisogno.

Fonti

Nature.com