Il caldo eccessivo ha provocato la morte di almeno 15mila persone in Europa nell’estate 2022. La stima è dell’OMS – Organizzazione mondiale della Sanità, ed è ancora incompleta. I dati, resi noti dal direttore per l’Europa Hans Kluge, parlano di 4.500 morti in Germania, circa 4.000 in Spagna, più di 3.200 in Gran Bretagna e di un migliaio in Portogallo.
Ondate di calore, siccità e incendi hanno tormentato l’Europa per tutta l’estate del 2022. E tutti questi fenomeni hanno avuto ripercussioni anche sulla salute delle persone e non soltanto sull’ambiente. “Secondo il Copernicus Climate Change Service dell’Unione Europea – si legge nella nota dell’Oms – la regione è appena stata trascinata attraverso l’estate più calda e l’agosto più caldo mai registrati. Oltre alle alte temperature, abbiamo combattuto incendi devastanti in tutta la regione; essi hanno causato le emissioni di carbonio più elevate dal 2007, inquinato la nostra aria, ucciso molte persone – inclusi, spesso, gli intervistati in prima linea nei servizi di emergenza – sfollato molte di più e distrutto ampie fasce di terra per diversi anni a venire“.
Quando le ondate di caldo eccessivo diventano “killer”
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Le ondate di calore, possono uccidere quando riescono ad esacerbare situazioni croniche come malattie cardiovascolari, cerebrovascolari, patologie respiratorie o diabete. “Lo stress da caldo, quando il corpo non riesce a raffreddarsi, è la principale causa di morte per agenti atmosferici nella regione europea” – ha dichiarato Kluge.
E le temperature continuano ad alzarsi: in media 0,5 gradi ogni decennio. “Le temperature estreme hanno causato oltre 148.000 vittime nella regione europea negli ultimi 50 anni. In appena un anno da allora, abbiamo perso almeno altre 15.000 vite. Nel 2021, eventi meteorologici e climatici ad alto impatto hanno provocato centinaia di vittime e colpito direttamente oltre mezzo milione di persone. Circa l’84% di questi eventi erano inondazioni o tempeste“.
L’impatto è destinato ad essere ancora più grave. Si deve considerare infatti che l’aumento della temperatura media globale è di 1,1°C e che potrebbe arrivare anche a 2°C e più rispetto ai livelli preindustriali. Il cambiamento climatico influirà pesantamente sulla salute della popolazione.
E’ ora di intervenire sul clima: la COP27
Fino al 18 novembre rappresentanti e negoziatori di tutto il mondo saranno riuniti a Sharm el-Sheikh, in Egitto per la COP27. E’ la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici: l’obiettivo è quello di trovare un accordo per ridurre con urgenza ulteriormente le emissioni di gas serra ed adattarsi al cambiamento climatico in corso.
Spiega ancora l’Oms: “Adattamento significa rendere i sistemi sanitari e le società in grado di affrontare il futuro. Ad esempio, i piani d’azione per il calore e la salute sono fondamentali per l’adattamento ai cambiamenti climatici, proteggendo le comunità dalla morte e dalle malattie legate al calore. Più di 20 Paesi della regione hanno in atto piani sanitari per il calore. Anche se questo è incoraggiante, è tutt’altro che sufficiente. Perché i piani siano efficaci, abbiamo bisogno di un forte coordinamento e cooperazione intersettoriale. Se saremo meglio preparati per una regione più calda, salveremo molte vite“.
“Il cambiamento climatico sta rendendo milioni di persone malate o più vulnerabili alle malattie in tutto il mondo e la crescente distruttività degli eventi meteorologici estremi colpisce in modo sproporzionato le comunità povere ed emarginate“. Lo afferma il dott. Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS. “È fondamentale che i leader e i responsabili delle decisioni si uniscano alla COP27 per mettere la salute al centro dei negoziati“.