allarme siccità

In Italia scatta l’allarme siccità. Il fiume Po è in secca e l’agricoltura inizia ad avere problemi per le irrigazioni, che al momento sono garantite, al nord, dal prelievo dai laghi. Si va verso il razionamento dell’acqua. Purtroppo non piove da settimane e il letto del fiume sta desertificando. In alcuni punti, verso Ferrara, è arrivato a una portata di 180 metri cubi al secondo: praticamente un rigagnolo. E tale portata ridotta potrebbe causare un altro problema, forse ancor più temuto della siccità in sé: l’avanzata dell’acqua marina dalla foce, che renderebbe salata e del tutto inutilizzabile l’acqua del fiume.

Le regioni stanno vagliando in queste ore la possibilità di emanare delle ordinanze di razionamento. E il Governo di varare lo stato di emergenza, per concedere dei contributi alle aziende che iniziano a soffrire la crisi. L’emergenza peggiore è però quella del Piemonte, dove 145 comuni soffrono la siccità e dove il Lago Maggiore negli ultimi giorni ha visto scendere il proprio livello di circa un metro.

Allarme siccità, la stima Onu: nel 2050 metà Terra arida

Siccità, cambiamento climatico e desertificazione dell’ambiente sono temi che vanno di pari passo. Lo scorso 17 giugno è stata la “Giornata mondiale delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione e alla siccità” e l’ONU ha lanciato un allarme molto chiaro. Si stima infatti nel 2050 metà Terra possa diventare arida e che, nel mondo, circa 200 milioni di persone dovranno lasciare le proprie terre nei prossimi anni.

Secondo il WWF invece sono già circa 4 miliardi le persone che, almeno per un mese all’anno, soffrono già di una grave carenza di acqua. Settecentomila invece le persone che soffrono di periodi di siccità più lunghi.

Il focus di Legambiente è invece sull’Italia. Il nostro Paese ha già vissuto negli ultimi decenni almeno quattro momenti di grave crisi: nel 1997, nel 2002, nel 2012 e nel 2017. Quest’ultima la più grave anche dal punto di vista economico. L’Italia è anche tra i Paesi europei in cui ci sono più persone esposte a stress idrico: 15 milioni (26% della popolazione), dopo la Spagna con 22 milioni (la metà della popolazione), e seguita da Grecia con 5,4 milioni di persone (49%) e da Portogallo con 3,9 milioni di persone (41%).