neurofeedback

L’ospedale San Raffaele di Milano sta promuovendo una raccolta fondi per l’acquisto di due apparecchi per il neurofeedback e per la formazione di un ricercatore clinico. Le donazioni possono essere effettuate online, attraverso una piattaforma di crowfunding specializzata.

Spiega il policlinico universitario che “Le diagnosi di malattie mentali sono in aumento per molteplici cause ambientali come lo stress ed i cambiamenti sociali, che interagiscono con caratteristiche strutturali predisponenti psicologiche e biologiche delle persone nel determinare le patologie. Secondo I dati dell’OMS, nei primi 20 posti delle malattie invalidanti si trovano molte patologie mentali. La depressione è la prima causa“.

Con questo progetto, l’IRCSS San Raffaele di Milano punta ad intervenire sui pazienti psichiatrici affetti da depressione, ansia, dipendenze come quella alcolica e patologie psicotiche attraverso la tecnologia computer-assisted. Lo scopo è anche lo studio clinico degli effetti delle strategie.

Neurofeedback, di cosa si tratta?

Il neurofeedback è una tecnica che, attraverso l’uso di un computer, permette di educare il cervello di una persona a produrre onde cerebrali in specifiche ampiezze e posizioni, controllando la propria attività cerebrale visualizzandola in tempo reale su un monitor. Lo scopo del neurofeedback è quello di aiutare i pazienti a percepire il raggiungimento di specifici stati di attivazione corticale, in modo da riuscire a raggiungerli volontariamente o su richiesta.

Si tratta di una tecnica ancora sperimentale, ma ritenuta efficace in numerose condizioni cliniche come ansia, epilessia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo del sonno, depressione, sindrome di Tourette, fibromialgia, disturbo da deficit di attenzione iperattività (ADHD). Si usa anche per cefalea ed emicrania, in associazione al biofeedback elettromiografico e/o termico. Può rappresentare una alternativa all’intervento farmacologico. Un altro utilizzo è quello volto al miglioramento della memoria e all’aumento delle performance cognitive: l’utilità è nello studio, nello sport e sul lavoro.

Una seduta di neurofeedback si svolge in un arco di tempo che va dai 30 ai 60 minuti; il tempo varia a seconda della capacità del soggetto di restare concentrato. Si fa accomodanre il paziente su una poltrona, davanti a un computer. Il trainer collega degli elettrodi sul cuoio capelluto del paziente e la sua attività cerebrale si proietta sul monitor; viene anche amplificata con segni acustici e visivi, per segnalare meglio il suo andamento e renderla più comprensibile al paziente.

Il neurofeedback non è invasivo, non comporta la somministrazione di sostanze o scariche elettriche, né l’esposizione a campi magnetici e non ha effetti collaterali.

Il San Raffaele per il neurofeedback, strategia attiva

Il neurofeedback è una strategia attiva per il paziente. Ed è sostanzialmente questa la novità più importante. Lo spiega il San Raffaele nella pagina della raccolta fondi. Il paziente diventa “parte integrante della terapia“, diventa quindi “consapevole delle sue reazioni cerebrali a stimoli negativi e positivi”; e soprattutto impara “con l’aiuto di un terapeuta attraverso esercizi, a controllarle, modificando parte dell’attività cerebrale correlabile ad alcuni sintomi”.

Una strategia del tutto diversa rispetto a come si è proceduto finora, con strategie che “sono però ‘passive’ in quanto inducono un cambiamento nell’attività neuronale sottostante l’area di applicazione, ma senza un coinvolgimento attivo del paziente; che di per sé potrebbe potenziare il recupero cognitivo migliorando gli esiti degli interventi riabilitativi cognitivo-comportamentali“.

Il rapper Tony Effe testimonial della campagna

Al fianco dell’IRCSS San Raffaele di Milano, per questa campagna di raccolta fondi per il neurofeedback, c’è il rapper Tony Effe. “Ho deciso di sostenere questo progetto – ha dichiarato – perché vedo tanti giovani ragazzi e ragazze vittime di depressione. Sapere che c’è la possibilità di fare qualcosa di concreto, che uscirne si può, mi ha spinto subito a prendere posizione e affiancare il San Raffaele, eccellenza italiana e internazionale nel campo della medicina e della ricerca“.