povertà in italia

La soglia di povertà in Italia ha raggiunto dei limiti allarmanti; il dato riemerge con prepotenza nella VI Giornata mondiale dei poveri (domenica 13 novembre), voluta da Papa Francesco. Secondo i numeri del Rapporto della Caritas italiana 2022, presentati appena il mese scorso, ci sono nel nostro Paese 5,6 milioni di poveri assoluti; di questi 1,4 milioni sono bambini (fonte: Istat). Questi dati

Il numero dei poveri assoluti è in aumento sin dal 2008, con la crisi finanziaria globale. Un nuovo picco si è registrato nel 2020, con la recessione della pandemia; ed in particolare nei gruppi sociali e demografici che avevano subìto maggiormente gli effetti delle crisi precedenti. Ossia le famiglie con figli minori, i lavoratori a termine, le donne e gli immigrati. E nel 2022 non ancora terminato, si è aggiunta la crisi internazionale con la guerra in Ucraina.

I dati che ha presentato la Caritas sono riferiti al 2021. Il campione, 2.797 Cda e servizi dislocati su 192 diocesi (pari al 85,4% del totale), afferenti a tutte le 16 regioni ecclesiastiche italiane.

Povertà in Italia: Covid, crisi economica e giovani

Caritas Europa e Don Bosco International hanno condotto anche un’indagine in 10 Paesi europei, per studiare la fase di transizione scuola-lavoro; il riferimento è stato a giovani e adolescenti che vivono in famiglie in difficoltà. “Secondo i dati raccolti presso un campione di giovani in cinque paesi, il 41,3% di essi ha vissuto in famiglia gravi problemi economici a causa del Covid; il 44,1% riceve aiuto per pagare le spese scolastiche; il 37,4% non si sente preparato per continuare gli studi; il 57,1% non si sente pronto ad entrare nel mondo del lavoro; il 78,6% non è stato aiutato da nessuno a scuola per orientare il proprio futuro“. I direttori dei Centri di Formazione Professionale Salesiani confermano l’impatto del Covid-19: la pandemia ha influito significativamente nella pianificazione del futuro per almeno quattro studenti su cinque; e ciò è avvenuto soprattutto in termini negativi.

Strettamente correlato al livello di istruzione – spiega Caritas italiana – è il dato sulla condizione professionale. Nel 2021 cresce l’incidenza dei disoccupati o inoccupati che passa dal 41% al 47,1%; parallelamente si contrae la quota degli occupati che scende dal 25% al 23,6%.

(…) La pandemia da Covid-19 ha enfatizzato molte conseguenze della crisi economico- finanziaria del 2008 non ancora superate. Tante risultano essere oggi le fragilità connesse al mercato del lavoro italiano, in continuità con il recente passato: l’ampia diffusione di occupazioni a bassa remunerazione e bassa qualifica; la segmentazione del mercato occupazionale; le marcate differenze territoriali; il dualismo tra insider (lavoratori con contratti stabili) e outsider (lavoratori precari); la diffusa precarietà; la forte incidenza dei lavori irregolari (nel 2016 l’Istat aveva stimato l’esistenza di 3,7 milioni di lavoratori a tempo pieno nell’economia informale, pari al 15,7% di tutta l’occupazione del Paese); la diffusione dei contratti di lavoro non standard, soprattutto tra i giovani e del part-time involontario“.

“Pavimenti appiccicosi”: la povertà intergenerazionale

Secondo il Rapporto, l’Italia è ultima tra i Paesi europei più industrializzati. Inoltre per i nati in famiglie che si trovano in fondo alla scala sociale (nell’ultimo quintile di reddito), si è visto che diminuiscono le chanches di salire i gradini della scala sociale. L’espressione “pavimenti appiccicosi” descrive come i livelli di mobilità ascendente siano contenuti e sembrino avvantaggiare chi proviene da famiglie di classe media e superiore; mentre sembrano limitate le possibilità di accedere ai livelli superiori per chi si colloca sulle posizioni più basse della scala sociale.

Tra loro il 28,9% resterà proprio nella stessa posizione sociale dei genitori. Sei assistiti Caritas su 10 sono poveri intergenerazionali. In Italia occorrono 5 generazioni per una persona che nasce in una famiglia povera per raggiungere un livello di reddito medio (la media OCSE è di 4-5 generazioni)“. Sono alcuni dei dati, in pillole, del Rapporto di Caritas sulla povertà.

Ascoltando la voce delle persone provenienti da contesti familiari in cui la povertà è stata trasmessa per almeno tre generazioni, emerge un quadro in cui ai fattori fondamentali che determinano la trasmissione della povertà (educativa, lavorativa ed economica), si aggiungono la dimensione psicologica (bassa autostima, sfiducia, frustrazione, traumi, mancanza di speranza e progettualità, stile di vita “familiare”)”.

Gli aiuti dovrebbero andare dunque secondo due direzioni-chiave: la cura della relazione di fiducia e l’inserimento attivo nelle comunità.

Come intervenire sulla povertà in Italia: le proposte

Il Reddito di Cittadinanza è una delle misure prese per il contrasto alla povertà in Italia. Finora è stata percepita da 4,7 milioni di persone, ma raggiunge poco meno della metà dei poveri assoluti (44%).

Caritas ha sottolineato l’opportunità di assicurare l’accesso soprattutto a tutti coloro che versano nelle condizioni peggiori; ed inoltre di favorire adeguati processi di inclusione sociale.

È urgente promuovere la gestione associata dei Comuni che così possono ricevere le risorse dedicate agli Ambiti Territoriali Sociali per le assunzioni di personale (si tratta delle risorse del Fondo Povertà); occorre separare le funzioni amministrative e gestionali da quelle sociali di accompagnamento delle persone per fare in modo che i percorsi sociali vengano attuati per tempo e per tutti; vanno create condizioni per la effettiva collaborazione dei servizi sociali con le altre realtà territoriali, senza appesantimenti burocratici; bisogna creare équipe di lavoro composte dai diversi servizi territoriali che gestiscano costantemente insieme i casi; bisogna superare i vincoli della privacy per il confronto sulle situazioni delle persone; occorre prevedere nei Comuni personale dedicato alla realizzazione di progetti, come i PUC (Progetti Utili alla Collettività), affinché l’offerta di servizi di inclusione per le persone sia disponibile e accessibile nella sua gamma completa“.