Cellulare e tumore al cervello

Cellulare e tumore al cervello: una sentenza della Corte d’Appello di Torino ha riconosciuto, alcuni giorni fa, il nesso causale tra un neurinoma dell’acustico e le tante ore trascorse al cellulare per lavoro. Confermando la decisione del 2020 del Tribunale di Aosta, i giudici piemontesi hanno stabilito che a un lavoratore della Cogne Acciai Speciali spetti la rendita mensile Inail per malattia professionale L’importo è di 400 euro al mese. “Esiste un’elevata probabilità che a causare il tumore sia stato il cellulare” – riporta la sentenza.

L’uomo, un pensionato di 63 anni, era un tecnico specializzato e, tra 1995 e il 2008, aveva usato il telefonino per circa diecimila ore. Una media di due ore e mezza al giorno, per lavoro. Tale utilizzo, secondo la consulenza del professor Roberto Albera, ordinario di Otorinolaringoiatra dell’Università di Torino, nominato dalla CdA, potrebbe effettivamente aver avuto un ruolo nello sviluppo della patologia. “Appare ben evidente che al momento l’etiologia del neurinoma dell’acustico non è conosciuta, ma che tra i fattori concasuali vi sia l’esposizione a radiofrequenze se la dose espositiva è stata di sufficiente entità“.

Al paziente la condizione associata a “sordità sinistra, paresi del nervo facciale, disturbo dell’equilibrio e sindrome depressiva” è stata riconosciuta come malattia professionale. Così l’ente è stato condannato a pagare la rendita: prima dai giudici valdostani e ora con la sentenza di conferma a Torino.

Cellulare e tumore al cervello, il precedente

Anche in una precedente sentenza, nel 2020, la CdA di Torino si era pronunciata in modo simile. Ad accordare in primo grado la richiesta del lavoratore – affetto sempre da neurinoma dell’acustico – era stato il Tribunale di Ivrea, con la sentenza n. 96/2017 pubblicata il 21.4.2017. Anche in quel caso il lavoratore aveva effettuato per motivi di lavoro un “uso abnorme di telefoni cellulari nel periodo 1995-2010“. L’uomo coordinava 15-20 persone e da ciascuna era interpellato 2-3 volte al giorno o anche di più, con chiamate della durata di 5-10 minuti ciascuna.

Anche in quel caso i giudici hanno riconosciuto il nesso causale tra uso del cellulare e tumore al cervello. Ed hanno anche citato la IARC, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). “Il 31.5.2011 – è riportato in sentenza – ha reso nota una valutazione dell’esposizione a campi elettromagnetici ad alta frequenza, definendoli come “cancerogeni possibili per l’uomo”; dall’altra lo studio Interphone individua un rischio del 40% superiore per i glioma (famiglia di tumori cui appartiene anche quello che ha colpito il ricorrente) negli individui che abbiano usato il cellulare molto a lungo e per molto tempo“.

Nesso tra tumori e uso del cellulare, cosa dice la scienza

La IARC ha affrontato il tema del rischio di cancro nell’uomo a seguito di esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza, in una monografia del 2011. Il testo ha analizzato vari tipi di esposizione, a partire da quelli collegati a particolari attività lavorative. Ad esempio “il personale militare e di sicurezza che utilizza dispositivi walkie-talkie; operatori radar; addetti alla manutenzione e riparazione di antenne radio e televisive; saldatori che eseguono saldature dielettriche (ad alta frequenza) e sigillatura di materie plastiche; lavoratori che utilizzano radiazioni RF per operazioni di asciugatura o test; fisioterapisti che impiegano apparecchiature mediche per diatermia“.

Per quanto riguarda l’esposizione relativa all’uso dei cellulari, la IARC si è interessata, riconoscendo da parte dell’opinione pubblica globale “una crescente preoccupazione per i potenziali rischi per la salute associati all’uso dei telefoni cellulari, in particolare la possibilità di un aumento del rischio di cancro al cervello. Queste preoccupazioni hanno stimolato un programma di ricerca diversificato, compresi studi epidemiologici condotti per valutare l’associazione dell’uso del telefono cellulare con il rischio di cancro al cervello e altre malattie“. Ha inoltre precisato che “gli studi condotti fino ad oggi includono pochi partecipanti che hanno utilizzato i telefoni cellulari per > 10-15 anni. Eventuali rischi che potrebbero essere associati a un’esposizione più lunga o a un intervallo più lungo dalla prima esposizione non verrebbero rilevati dagli studi esistenti“.

Lo studio Interphone su uso del cellulare e tumore al cervello

Lo studio Interphone ha costituito la più ampia indagine sull’uso del telefono cellulare e sui tumori cerebrali, compresi gli studi sulle componenti di glioma, neuroma acustico e meningioma. Si è trattato di uno studio caso-controllo multicentrico, in cui il gruppo di lavoro ha considerato principalmente le analisi aggregate pubblicate nel 2010 e nel 2011.

Hanno partecipato allo studio 13 Nazioni, tra cui l’Italia, seguendo un protocollo comune focalizzato su due tipi di tumore cerebrale: il glioma e il meningioma. Intervistate circa 10.700 persone tra i 30 e i 59 anni di età, di cui 2.708 erano pazienti con glioma e 2.409 pazienti con meningioma; 5.634 persone invece erano il gruppo di controllo, pazienti non affetti da tumore. A tutti è stato chiesto di indicare le proprie modalità d’uso del telefono cellulare.

Il parere dell’Istituto superiore di Sanità

Nel complesso, questa ricerca non ha evidenziato incrementi del rischio di tumore cerebrale attribuibili all’uso del telefono cellulare. Si tratta di un’osservazione coerente con i risultati di numerosi studi di laboratorio che non hanno documentato effetti cancerogeni o genotossici in animali o in sistemi cellulari esposti ai campi elettromagnetici a radiofrequenza usati nella telefonia cellulare, né hanno individuato i meccanismi attraverso cui le radiofrequenze potrebbero provocare il cancro.

Il quadro d’insieme emerso da questo studio e dalla letteratura scientifica preesistente, non suggerisce una relazione causale tra uso del telefono cellulare e tumori cerebrali. La durata d’uso del cellulare a cui si riferiscono le evidenze oggi disponibili, però, è piuttosto limitata e non abbiamo praticamente informazioni su durate d’uso dei cellulari superiori a 15 anni. È opportuno, pertanto, sorvegliare l’incidenza di tumori cerebrali nella popolazione, valutare se l’uso del telefono cellulare aumenti il rischio di questi tumori nei bambini e negli adolescenti e approfondire le evidenze epidemiologiche attuali con studi meno suscettibili a distorsioni di quelli condotti finora“. E’ la conclusione a cui è arrivato l’Istituto superiore di Sanità (ISS).

Perché quindi i giudici, pur essendo sconosciuta la causa del neurinoma dell’acustico, hanno comunque riconosciuto il nesso causale tra uso del cellulare e tumore al cervello? In presenza della possibilità lasciata aperta dalla IARC sulla cancerogenità dei campi elettromagnetici, è prevalso il principio del “più probabile che non”. Che nei casi citati si giustifica con le particolari condizioni di lavoro dei pazienti, molto più esposti di altri alle radiofrequenze, peraltro di telefonini di vecchia generazione.

Cos’è il neurinoma del nervo acustico

Il neurinoma del nervo acustico è una neoplasia benigna che si sviluppa nell’ottavo nervo cranico. Quest’ultimo è formato da due rami: il cocleare, che è fondamentale per l’udito, e il ramo vestibolare, che invece è fondamentale per l’equilibrio.

La causa di questo tumore è attualmente sconosciuta e quindi non ci sono nemmeno metodi di prevenzione. Tuttavia quasi mai è asintomatico, quindi il paziente si accorge dai sintomi di avere questa patologia. I sintomi che la persona presenta dipendono dalla grandezza del tumore benigno e dall’eventuale interessamento di altre strutture nervose vicine. La crescita del neurinoma del nervo acustico può anche essere importante, arrivando ad interessare i nervi cranici vicini o il tronco cerebrale.

Si può verificare un abbassamento delle capacità uditive di grado variabile e ingravescente, in modo monolaterale All’ipoacusia si possono aggiungere ronzii e disturbi dell’equilibrio. A volte, ma più di rado, possono verificarsi anche vertigini. Quando si verifica la compressione del nervo trigemino, oltre ai sintomi uditivi, possono esserci anche disturbi della sensibilità facciale. Se il tumore interessa anche il nervo facciale, si verificano anche disturbi del gusto e paresi.