incendi - Rischio amianto

Gli incendi del 2021 sono stati più devastanti di quanto ci si potesse aspettare. Ad essere bruciato, infatti, il triplo degli ettari di vegetazione rispetto al 2020. Sul “podio” dei maggiori danni ci sono la Sicilia, la Calabria e la Sardegna. A tracciare il bilancio della passata stagione, è l’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

Boschi e macchia mediterranea in fiamme significa un ambiente più povero e meno bello. Significa perdere in pochi attimi ciò che la natura ha impiegato anni a realizzare.

Incendi, nel 2021 il Meridione a fuoco

Chi ha fatto registrare l’area bruciata più vasta, con circa il 3,5% della sua superficie regionale, è la Sicilia; ad essere interessati dagli incendi, il 60% dei comuni su un totale di 235 comuni. La Sicilia è però la seconda per impatto sulle aree boschive (circa il 12%, tra macchia mediterranea e piantagioni di conifere); la prima è infatti la Calabria: quest’ultima è la regione che ha subìto il maggiore impatto, con il 37% delle aree bruciate, di cui un quarto costituita da boschi di conifere (prevalentemente piantagioni). La Calabria ha fatto contare il 2,4% di superficie bruciata (240 i comuni interessati).

La Sardegna è invece la terza regione più colpita in termini di aree forestali bruciate rispetto al contesto nazionale. Solo 40 gli eventi registrati (rispetto ai 500 della Sicilia); ma nel maxi incendio di fine luglio nel complesso Forestale Montiferru-Planargia fu interessato circa il 63% del totale del territorio. Si trattò dell’incendio più esteso in Italia (10 i comuni del Montiferru coinvolti, con ingenti danni economici, sociali e paesaggistici).

Tra i parchi nazionali più colpiti, anche stavolta c’è la Calabria, con il Parco Nazionale dell’Aspromonte: qui in fumo è andato circa il 10% del patrimonio boschivo. Pesante purtroppo anche l’impatto ambientale: il fuoco ha infatti interessato le aree protette della Faggeta di Valle Infernale (patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco) e del Bosco di Acatti.

Il bilancio dell’Ispra tra clima ed ecosistema

Il territorio colpito dagli incendi in Italia negli ultimi 20 anni, è costituito per circa la metà da foreste. Esse rappresentano un terzo del territorio nazionale (circa 8 milioni e mezzo di ettari); la quota bruciata solo nel 2021 è pari allo 0,5% del territorio Italiano: un’area di ampiezza corrispondente al Lago di Garda.

Il bilancio dell’Ispra vuole essere – spiega lo stesso Istituto – “uno strumento di analisi per fornire tempestivamente informazioni relative agli effetti sugli ecosistemi naturali degli incendi avvenuti in un anno e per contribuire in futuro ad interventi attivi di contrasto agli incendi boschivi e alla progettazione di ripristini ambientali“.

Sottolinea inoltre l’Ispra che: “Il legame tra cambiamenti climatici ed incendi è complesso: non vanno considerati solo gli effetti diretti di siccità prolungata ed alte temperature, ma anche gli effetti del clima sugli insetti e sulle malattie delle piante, che le rendono più vulnerabili e quindi rendono le coperture arboree ancora più suscettibili ad incendio.
Gli effetti e i danni agli ecosistemi forestali causati dagli incendi possono accelerare i processi di perdita di biodiversità, rilascio di anidride carbonica, aumento del rischio idrogeologico, erosione del suolo, inquinamento da polveri dell’aria e dei corpi idrici. Dal punto di vista ecologico, le foreste hanno una innata capacità di resilienza agli effetti degli incendi. Tuttavia, se abbastanza vasti e frequenti, gli incendi possono determinare danni di lungo periodo e una perdita permanente di superficie boschiva”.

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