In Italia ogni anno muoiono 11mila persone a causa dell’antibioticoresistenza. Il ministero della Salute, l’Aifa e l’Iss hanno lanciato l’allarme su questa “pandemia silente” che ha fatto guadagnare all’Italia la maglia nera.
«La promozione di un uso appropriato degli antibiotici è un obiettivo che si può raggiungere solo investendo sull’empowerment dei cittadini. E sensibilizzando sull’importanza di affidarsi al medico di medicina generale, che garantisce l’appropriatezza alle prescrizioni». Così il ministro della Salute Orazio Schillaci all’apertura del Convegno per la Giornata Europea e Settimana Mondiale per l`uso prudente degli antibiotici svoltosi a Roma.
«La resistenza antimicrobica e in particolare l’antibioticoresistenza è oggi considerata una delle principali minacce per la sanità pubblica a livello globale», ha continuato Schillaci. «L’uso eccessivo e improprio di antibiotici in ambito umano, veterinario e zootecnico sono i principali fattori alla base dello sviluppo dell’antimicrobicoresistenza. Questi insieme alla diffusione purtroppo ancora elevata delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria».
Antibioticoresistenza, in Europa oltre 35mila decessi annui
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Le infezioni resistenti ai farmaci antimicrobici provocano ogni anno oltre 35mila decessi nelle Nazioni europee. Circa un terzo di questi decessi avviene in Italia. Secondo i dati diffusi da Aifa, nel 2022 si è registrata una ripresa dei consumi degli antibiotici sistemici con un +24, % rispetto al 2021.
«Dai dati della Tessera Sanitaria si stima che, nel 2022, tre persone su dieci hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici», ha proseguito il ministro. I livelli d’uso più elevati si sono riscontrati nei bambini fino a 4 anni di età e nelle persone con più di 75 anni. «Questo – ha aggiunto Scillaci – fa capire quanto sia urgente promuovere un uso appropriato degli antibiotici, facendo leva sulla corretta informazione. Ma anche sulla responsabilità individuale e sul miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva. Fare passi in avanti in questa battaglia è essenziale anche per la sostenibilità del sistema».
Il Piano Nazionale di Contrasto all’Antibioticoresistenza
Secondo l’Ocse, in assenza di nuove politiche di sanità pubblica, nell’Ue, nel 2035, una infezione su tre sarà resistente agli antibiotici. «Su questo – ha ricordato il ministro – l’Italia ha già messo in campo un forte impegno che va in questa direzione. Ciò attraverso il Piano Nazionale di Contrasto all’Antibioticoresistenza 2022-2025. I tre pilastri del PNCAR sono la sorveglianza, la prevenzione delle infezioni e l’uso corretto degli antibiotici. La strategia che seguiamo è articolata su più fronti.
Tra questi, c’è il rafforzamento della prevenzione e della sorveglianza delle Infezioni Correlate all’Assistenza in ambito ospedaliero e comunitario. Per contrastarle è fondamentale ridurre il numero complessivo delle infezioni, anche puntando ovviamente sulle vaccinazioni. A tale riguardo siamo impegnati sia nella promozione attiva delle vaccinazioni che nel sostegno allo sviluppo di vaccini contro ceppi batterici resistenti».
Il ruolo dell’innovazione e della ricerca
Secondo il ministro Schillaci, un ruolo fondamentale deve essere riservato all’innovazione e alla ricerca in ogni ambito. Ovvero, nella prevenzione, nella diagnosi e nella terapia delle infezioni resistenti agli antibiotici. «Fattore irrinunciabile – spiega Schillaci – è poi una formazione adeguata degli operatori sanitari. È importante che i programmi di formazione continua e i curricula includano anche una formazione intersettoriale obbligatoria sulla prevenzione e controllo delle infezioni. E anche sui rischi ambientali e sulla biosicurezza che sono tutti associati all’antimicrobico resistenza.
Su questo obiettivo è concentrato il Piano straordinario di formazione sulle infezioni ospedaliere che stiamo portando avanti nell’ambito del PNRR. C’è bisogno, però, e lo sappiamo, di un’accelerazione. In questa partita così importante per la salute pubblica e per il futuro del nostro sistema sanitario, dobbiamo avere tutti lo stesso obiettivo», conclude il ministro.