abusi nello sport

Presentata nei giorni Athlete Culture & Climate Survey, la prima indagine statistica sul tema della violenza e degli abusi nello sport in Italia. La presentazione si è svolta nei giorni scorsi all’Università La Sapienza di Roma, nell’Aula magna del Palazzo del Rettorato, ed ancora prima – lo scorso 13 giugno – a Milano.

L’indagine si è ispirata al progetto Child Abuse in Sport: European Statistics ed aveva lo scopo di contribuire a costruire un quadro compiuto del fenomeno. Change the Game, che ha commissionato a Nielsen la ricerca, si è avvalso un comitato scientifico composto da diversi esperti del settore.

L’indagine ha infatti ricevuto il supporto di Sapienza, del Dipartimento per lo sport della Presidenza del consiglio dei ministri, del Consorzio Vero volley, di Terre des hommes, della Fondazione Candido Cannavò per lo sport e del direttore del comitato scientifico, il professor Mike Hartill (Department of Social sciences for child protection & safeguarding edge hill university, Lancashire).

I numeri degli abusi nello sport

All’indagine hanno partecipato 1.446 atleti tra i 18 e i 30 anni, con la caratteristica comune di aver praticato sport durante la minore età. Il 39% dei rispondenti ha dichiarato di aver subìto almeno una forma di violenza interpersonale durante gli anni dello sport nella minore età. Quindi quattro atleti su dieci sono stati vittime di abusi nello sport prima dei 18 anni.

Le forme di violenza più diffuse: psicologica (30%), il 55% prima dei 15 anni; seguono la violenza fisica (19%), atti di negligenza (15%), sessuale (14%). Riguardo al genere, si tratta del 40% degli uomini e del 37% delle donne. Umiliazioni, insulti, attribuzioni di appellativi e percosse sono tra gli episodi riferiti dalle vittime.

Per quanto riguarda i responsabili delle violenze, essi sono i compagni di squadra per gli uomini (26% da nuovi compagni; 37% da quelli già conosciuti). Per le donne sono gli allenatori/allenatrici: il 35% rispetto al 27% indicato dagli uomini.

La maggior parte (80%) di chi ha subìto atti di violenza e abusi nello sport, ha riportato conseguenze: nel 32% lo ha abbandonato, nel 13% ha avuto problemi di salute temporanei e nel 7% cronici.

La collaborazione del Ministero dello Sport

L’obiettivo, oltre a colmare una carenza di conoscenza e informazione quantitativa sul fenomeno e mettere in luce le criticità che favoriscono il perpetrarsi degli abusi e violenze, era di fornire un’analisi anche qualitativa per aiutare a definire e migliorare gli interventi, anche nell’ottica della prevenzione“.

A spiegarlo, il Ministero dello Sport, che ha anche sottolineato che la ricerca si è “resa possibile grazie al supporto e al contributo del Dipartimento per lo Sport, che nel 2020, ha dato vita a un Tavolo tecnico per la co-costruzione e la promozione della Policy per la tutela dei minorenni nel mondo dello sport con particolare riferimento alle pratiche contro il maltrattamento e gli abusi e di cui Change the Game ne è parte integrante“.