La fisioterapia muscolo-scheletrica, fortemente ancorata al modello bio-psico-sociale, mira a ottimizzare le strategie di prevenzione, cura e riabilitazione della persona con problemi del sistema muscolo-scheletrico. «I disordini muscolo-scheletrici rappresentano un gruppo eterogeneo di patologie e hanno un peso considerevole sullo stato di salute della popolazione». A parlare è Annamaria Servadio, presidente dell’Ordine dei Fisioterapisti (OFI) del Lazio.
L’OFI ha partecipato al Congresso Nazionale della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT) di Roma. All’interno del programma scientifico, è stata dedicata una sessione al contributo che la comunità scientifica riconosce alla Fisioterapia muscolo-scheletrica.
Servadio, aprendo i lavori della sessione, ha posto l’attenzione sulladiagnosi precoce e sulla prevenzione. Infatti la Fisioterapia svolge un ruolo nella cura e nella prevenzione che comportano «una riduzione della disabilità», ha affermato Servadio. «Produce anche un miglioramento della prognosi e dell’aspettativa di vita, con conseguente abbattimento dei costi indiretti».
Anziani, prevenire i rischi e praticare esercizio fisico
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All’interno della sessione sono stati affrontati vari temi. Tra questi: la necessità non più rinviabile di ripensare a strumenti di valutazione funzionale maggiormente appropriati alla persona, alla prevenzione delle cadute dell’anziano. Ma anche come coniugare prevenzione del rischio e attività fisica nella persona anziana attiva.
«Strettamente correlato alle patologie dell’apparato muscolo-scheletrico è il ricorso alla protesizzazione, tendenza in continua crescita», ha evidenziato il presidente OFI. «Questa tendenza è dovuta da una parte all’aumento dell’aspettativa di vita, dall’altra ai miglioramenti apportati sia alle tecniche chirurgiche sia alle caratteristiche dei dispositivi impiantati. L’interdisciplinarità, poi, è il valore primario del nostro SSN che produce salute soprattutto nelle condizioni più complesse. L’apertura della SIOT ai Fisioterapisti e alla Fisioterapia muscolo-scheletrica descrive il significato reale di quella rete di connessioni tra professioni e professionisti con gli specialisti ortopedici. Rispondere ai bisogni di salute delle persone è la sfida da cogliere insieme alle altre professioni sanitarie».
Fisioterapia, tele-riabilitazione e prevenzione nello sport
Riferimenti importanti sulla tele-riabilitazione sono stati portati all’attenzione da Matteo Cioeta, Fisioterapista IRCSS San Raffaele – Roma, come strumento da implementare nella pratica clinica quotidiana. Oltre allo sviluppo costante di nuove tecnologie, i ricercatori hanno dimostrato l’efficacia degli interventi da remoto in numerose patologie che includono anche le lesioni muscolo-scheletriche.
La sessione si è conclusa con l’intervento di Luca Conciatori, Fisioterapista Libero Professionista, Consigliere di OFI Lazio. Dopo aver affrontato il tema della prevenzione in ambito sportivo, Conciatori ha posto l’attenzione sulle competenze che i Fisioterapisti hanno acquisito in Fisioterapia sportiva. Hanno saputo coniugare, anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, il rapporto tra prevenzione e incremento della performance. Questi aspetti sono discussi in ambito agonistico per la prevenzione degli infortuni e degli incidenti sportivi che interessano l’apparato muscolo scheletrico.
Ripensare il modello della riabilitazione nel nostro Paese
Al termine del Congresso Nazionale è emersa la necessità di ripensare il modello della riabilitazione nel nostro Paese, adattandolo ai mutati bisogni di salute. Si deve partire proprio dai disordini muscolo-scheletrici e dal contributo ormai ampiamente riconosciuto alla Fisioterapia muscolo-scheletrica.
Urge un nuovo modello di gestione delle malattie acute e croniche che non attende il verificarsi dei bisogni dei cittadini. Un modello che intercetti le esigenze di ognuno prima che le patologie insorgano o si aggravino. Garantire, dunque, alla persona interventi adeguati e differenziati in rapporto al livello di rischio o di gravità del problema. E puntare sulla prevenzione, sull’educazione e sulla promozione del coinvolgimento attivo della persona nel processo di cura.