Oggi, nei Paesi Ocse, una infezione batterica su cinque è resistente al trattamento antibiotico. Si tratta di infezioni che non rispondono alle cure farmacologiche e causano la morte di circa 79mila persone ogni anno (6500 solo in Italia).
Il dato emerge dall’ultimo report dell’Ocse “Embracing a One Health Framework to Fight Antimicrobial Resistance”, che mette in evidenza alcuni particolari allarmanti. Tra questi, si citano anche le infezioni resistenti acquisite in ambito sanitario, che rappresentano oltre il 60% dei decessi legati generalmente a questo problema. Le vittime della resistenza antimicrobica sono soprattutto gli anziani. Infatti circa due decessi su tre che si verificano tra le persone di età superiore ai 65 anni sono causati da infezioni.
I dati del rapporto Ocse che riguardano l’Italia
Indice dei contenuti
In Italia, tra il 2009 e il 2019, la percentuale di K. pneumoniae resistente ai carbapenemi, antibiotici ad ampio spettro, è aumentata di 30 punti percentuali. Sono gli anziani a sostenere il peso maggiore del bilancio delle vittime della resistenza antimicrobica. Un fenomeno che è cresciuto a causa dell’uso inappropriato dei farmaci antimicrobici, al punto che un’infezione su cinque è proprio causata da superbatteri.
Secondo il rapporto, la resistenza agli antimicrobici di terza linea (i farmaci di ultima istanza contro le infezioni difficili da trattare), costituirà in futuro un serio problema. Difatti, se non controllata, la resistenza potrebbe essere 2,1 volte più elevata entro il 2035 rispetto al 2005. Equivale a dire che i sistemi sanitari potrebbero non avere più opzioni di cura per i pazienti affetti da malattie. Purtroppo si tratta di malattie serissime come la polmonite e le infezioni del sangue.
Infezioni e costi, le previsioni per il futuro
Le previsioni Ocse che riguardano la Grecia, l’India e la Turchia sono preoccupanti. Il rapporto anticipa che oltre il 40% di tutte le infezioni causate dalle 12 combinazioni antibiotici-batteri studiate dall’Ocse diventeranno resistenti ai medicinali entro il 2035. E sarà elevato il prezzo che si pagherà per le azioni mancate nella lotta alla resistenza antimicrobica. Un costo, quello per i trattamenti delle complicanze causate dalle infezioni resistenti, che supererà i 28,9 miliardi di dollari ogni anno.
Il confronto effettuato nei 17 paesi per i quali sono disponibili i dati fornisce elementi sulla spesa sanitaria totale sostenuta a causa della resistenza antimicrobica. Spesa che ammonta ogni anno a circa il 19% della spesa sanitaria totale dovuta al trattamento dei pazienti affetti da Covid-19 nel 2020.
Resistenza antimicrobica, l’impatto sulla produttività
La resistenza antimicrobica “ha – si legge nel report – anche un impatto importante sulla partecipazione e sulla produttività della forza lavoro. Si stima che ammonti a 36,9 miliardi di dollari, corrispondenti a circa un quinto del prodotto interno lordo del Portogallo nel 2020”.
Lo studio chiarisce che è necessario “aumentare gli investimenti nei pacchetti di azioni One Health contro la resistenza antimicrobica”. Ciò determinerebbe “un ritorno sull’investimento significativamente maggiore dei costi di implementazione. Ogni dollaro investito in politiche ad hoc nei settori sanitario e alimentare genera rendimenti equivalenti a 5 dollari in benefici economici”. Rendimenti che si ottengono “attraverso la riduzione della spesa sanitaria e l’aumento della produttività sul lavoro”.