tumore alla prostata

Esistono almeno cinque cibi scudo contro il tumore alla prostata. Lo affermano dalla Società Italiana di Andrologia (SIA), che nei giorni scorsi si è riunita a congresso nazionale a Roma.

La prostata è quella ghiandola che, nell’uomo, produce e immagazzina il liquido seminale. E’ formata da tessuto fibroso e muscolare e si trova al di sotto della vescica, pochi centimetri davanti al retto.

Gli alimenti che proteggono la prostata dal tumore, nonché essere di supporto alla terapia aiutando a ridurne la tossicità e a bloccare la progressione del tumore. Ad essere sfruttate sono le proprietà antiossidanti di questi alimenti, che sono:

  • the verde
  • pomodoro cotto
  • frutti rossi
  • uva
  • melograno

“Moltissime ricerche – ha spiegato Davide Arcaniolo, membro della Commissione Scientifica della SIA in una nota – hanno evidenziato il potere preventivo di molti composti di origine naturale. Quelli maggiormente studiati sono senz’altro le epigallocatechine e il licopene, sostanze ad azione antiossidante ed antinfiammatoria, contenute in grande quantità principalmente nel the verde e nel pomodoro. In uno studio clinico su un gruppo di soggetti ad alto rischio di tumore alla prostata si è visto che chi assumeva regolarmente epigallocatechine derivate dal the verde vedeva ridotto del 60% il rischio di ammalarsi rispetto a chi assumeva solo una sostanza placebo. Il rischio può ridursi fin dell’80% con un’assunzione di queste sostanze per due anni consecutivi”.

Tumore alla prostata, il più diffuso per gli uomini

In Italia nel 2020 sono stati registrati più di 36mila nuovi casi di tumore alla prostata. Con il 18,5% è il cancro più diagnosticato nella popolazione maschile, anche se per fortuna con una prognosi quasi mai infausta. La sopravvivenza a cinque anni di distanza dalla diagnosi è in media del 92%. La diagnosi precoce aiuta molto ed in particolare sarebbe utile il test PSA (“prostate specific antigene”, che tradotto in italiano significa antigene prostatico specifico) che permetterebbe di individuare prima il tumore. Tuttavia su questo tema il dibattito nella comunità medica è ancora aperto, perché esso si presenterebbe alterato anche in caso di iperplasia benigna o di infezione.

Il rischio di ammalarsi aumenta con l’aumentare dell’età. Il tumore alla prostata colpisce dopo i 50 anni, ma circa due terzi delle neoplasie si individuano tra gli over 65.

Fattori di rischio: familiarità e stile di vita

Tra i fattori di rischio, uno dei più importanti è la familiarità. Se infatti ci sono stati altri casi in famiglia, è bene sottoporsi a controlli regolari; il rischio aumenta del doppio rispetto a chi non ha altri casi tra consanguinei. Anche lo stile di vita fa la sua parte: per esempio, una dieta ricca di grassi saturi, età avanzata, assunzione eccessiva di alcol, obesità, mancanza di esercizio fisico.

“E’ fondamentale prendere coscienza di quelli che sono i principali fattori di rischio” – ha detto Alessandro Palmieri, presidente SIA. “La ricerca ha sempre cercato di individuare farmaci o prodotti naturali in grado di prevenire l’insorgenza di tumore della prostata, se somministrati a individui a maggior rischio o a quei pazienti che presentavano già delle lesioni precancerose. Tuttavia bisogna prestare la massima attenzione ai supplementi. Devono essere prescritti dallo specialista per individuare il tipo di prodotto giusto per ciascun paziente, con le giuste modalità di utilizzo. In modo che la dose corretta non sia troppa bassa e quindi inefficace, ma neppure troppo alta e quindi a rischio di effetti collaterali”. Quindi, ok agli integratori, ma solo se prescritti dal medico e nelle opportune dosi.