Tucatinib

Contro il tumore al seno è disponibile oggi anche il Tucatinib, un nuovo farmaco per la cura della fase avanzata. Rappresenta infatti una terapia mirata nel cancro della mammella localmente avanzato o metastatico HER2 positivo e risulta molto efficace contro le metastasi cerebrali.

Approvato dall’Ema nel giugno 2021, l’Aifa – Agenzia Italiana del Farmaco con la determina del 7 novembre 2022 ne ha approvato la rimborsabilità in Italia come terza linea di trattamento. Il farmaco può essere usato, cioè, da chi vede progredire la malattia nonostante due precedenti terapie. Si tratta del 15% dei casi.

Tucatinib contro la forma più aggressiva del tumore

La forma tumorale positiva alla proteina HER2 è quella più aggressiva. Dagli anni Duemila esistono varie terapie mirate, ma non sempre il carcinoma risponde, o risponde a sufficienza, per cui avere un’arma in più con il quale tenerlo sotto controllo è cosa buona. Inoltre tende a ripresentarsi e circa la metà delle pazienti sviluppa anche metastasi cerebrali; contro le quali lo stesso farmaco risulta efficace.

Il Tucatinib è un farmaco in grado di bloccare la replicazione cellulare del tumore con un meccanismo d’azione differente rispetto agli altri chemioterapici. Inoltre ha mostrato vantaggi anche nella sopravvivenza, oltre che nel controllo della malattia: ha fatto segnare infatti una riduzione del rischio di morte del 34%. Si somministra in combinazione con l’anticorpo monoclonale Trastuzumab e con la Capecitabina.

In Italia 53mila diagnosi all’anno di carcinoma mammario

In Italia ci sono circa 800mila donne che hanno ricevuto una diagnosi di carcinoma mammario. Sono il 44% delle pazienti oncologiche e il 24% di tutti i casi prevalenti (uomini inclusi). Sono circa 53mila invece i nuovi casi diagnosticati ogni anno. Un numero che tende a salire, ma che per fortuna vede aumentare anche le guarigioni. E la sopravvivenza media a cinque anni dalla diagnosi è dell’87%.

Del tumore al seno, va detto che non tutte le sue forme necessitano di chemioterapia. Effettuando i test genomici, che aiutano a stabilire il grado di aggressività del tumore e a personalizzare le cure, è possibile capire se la chemioterapia – per una specifica paziente – è utile o meno. A prescriverli è opportuno che sia un team multidisciplinare presso una delle centinaia di breast unit presenti sul territorio nazionale. Dal 2021 sono anche rimborsabili dal Sistema sanitario nazionale.