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Una vittima su tre non sa che Sexting e Revenge Porn sono reati. Il dato emerge dalle rilevazioni dell’osservatorio permanente di Permesso Negato, che si è avvalsa del supporto di The Fool, ente specializzato nella reputazione digitale. L’associazione no-profit Permesso Negato è specializzata nel supporto alle vittime di pornografia non consensuale (Ncp) e di altre forme di violenza online.

Il Sexting è l’invio di foto e video a sfondo sessuale; il Revenge porn consiste nella condivisione pubblica di immagini o video intimi attraverso internet, senza il consenso dell’altra persona.

donatore di sangue sexting e revenge porn

In base ai dati raccolti, risulta che il 4% degli italiani è stato vittima di Revenge Porn e quasi il 9% conosce una vittima. Meno della metà dei soggetti coinvolti, però, “conosce bene” il revenge porn (42%). Il 4,1% del campione è stato invece vittima di revenge porn: l’età media è di 27 anni, e perlopiù il genere è femminile. Una vittima su tre, inoltre, pensa che il revenge porn non sia reato in Italia. E questo tende ad aumentare la percentuale di chi, pur essendo vittima, non denuncia. Infatti solo il 50% delle vittime intervistate dichiara di averlo fatto.

Farmacie in prima linea contro Sexting e Revenge Porn

Di Sexting e Revenge Porn si è parlato anche alla Camera. “Educazione e Consapevolezza al Sexting. Stop al Revenge Porn”. Questo il titolo della conferenza istituzionale che si è svolta infatti presso la Camera dei Deputati contro questo grave fenomeno. Organizzato dall’associazione METE con il Patrocinio di Federfarma, di Farmaciste Insieme e dell’Osservatorio Internazionale sui Diritti Umani (OIDUR), l’evento faceva parte di un percorso iniziato negli anni scorsi con una serie di incontri on line nelle scuole allo scopo di sensibilizzare i ragazzi e le loro famiglie su questi temi delicati.

Le farmacie italiane sono in prima linea contro il fenomeno del Sexting e Revenge Porn. “Le farmacie hanno accolto e supportato con convinzione l’iniziativa proposta da METE” – spiega Roberto Tobia di Federfarma. “Noi farmacisti abbiamo un canale di comunicazione privilegiato con i cittadini che ogni giorno entrano nelle nostre farmacie. Il fatto che moltissime vittime o loro familiari si siano rivolti a noi per chiedere aiuto testimonia l’attualità e l’urgenza del tema. Per questo sarebbe auspicabile che il progetto venisse esteso alle 19.000 farmacie italiane”.

Commissione sul femminicidio: “Fare prevenzione”

Oltre alle politiche normative, è importante intervenire anche – e lo stiamo facendo con la Commissione bicamerale d’inchiesta sul femminicidio – sulla prevenzione, intesa come cultura del rispetto”. Lo ha detto l’on. Elisabetta Christiana Lancellotta.

Dobbiamo offrire gli strumenti affinché si comprenda la cultura del rispetto. Lo stiamo facendo in maniera determinata e trasversale, come testimonia il disegno di legge sull’Educazione alle relazioni presentato pochi giorni fa”.