Aumentano le donazioni di sangue cordonale in Italia. Il fatto è positivo, soprattutto in vista della giornata mondiale della donazione di sangue 2023. Restano però ancora molto poche le persone che decidono di donare. Meno di settemila nel 2021, come rivela il Report 2022 sulle Banche del Sangue di Cordone Ombelicale in Italia del Centro Nazionale Sangue.
Il dato è in crescita del 6,3% rispetto all’anno precedente, ma le donazioni hanno interessato solo il 2,8% dei parti negli ospedali italiani adibiti alla raccolta. Nel 2021 la percentuale si è fermata al 2,5%, quindi anche in questo caso si può parlare di aumento anche se in misura ridottissima. Il 2020, a causa della pandemia da Covid, per la prima volta il segno è stato negativo; e la sua influenza si sente tutt’ora, perché nel 2019 le donazioni avvenivano nel 3,8% del totale dei parti.
“Vedere crescere il numero delle donazioni di sangue cordonale in Italia, nonostante gli strascichi della pandemia di Covid e un numero sempre più basso di nascite è un segnale positivo“. Commenta così i dati la dottoressa Simonetta Pupella, responsabile dell’area tecnico-sanitaria del Centro Nazionale. “Ma è bene ricordare due cose, che siamo ancora lontani dai livelli pre-Covid e che ancora molti neo-genitori in Italia rinunciano alla possibilità di un gesto solidaristico che potrà in futuro salvare molte vite umane“.
Sangue del cordone ombelicale, cos’è e perché è utile
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Il sangue cordonale è quello che si trova nel cordone ombelicale che lega il feto alla madre durante la gestazione. Esso è presente anche nella placenta dopo la nascita del bambino.
Perché è importante donarlo? Il sangue cordonale è ricco di cellule staminali ematopoietiche, ossia cellule non specializzate che sono capaci di differenziarsi nelle tipologie di cellule del sangue: globuli rossi, bianchi e piastrine. Dunque conservarlo per se stessi (donazione autologa) o donarlo ad altri (uso allogenico) può essere utili per vari scopi medici.
Il ruolo chiave delle cellule staminali
Il trapianto di cellule staminali è tra i trattamenti previsti a seguito della raccolta di sangue cordonale e rappresenta una vera e propria terapia salvavita per la cura di molte gravi malattie del sangue, immunodeficienze e malattie metaboliche. Il sangue del cordone ombelicale può essere usato infatti in vari trattamenti per curare le malattie del sangue, come leucemie, linfomi o talassemia. Le cellule staminali infatti possono rigenerare il sistema ematopoietico danneggiato e fornire una fonte di cellule sanguigne sane.
Ecco perché è così importante donarlo. La facilità di raccolta, oltretutto priva di rischi sia per la madre che per il bambino, inoltre, fa della donazione del sangue cordonale una procedura più conveniente rispetto alla donazione di midollo osseo, che ha peraltro anche maggiore rischio di rigetto rispetto alla prima.
Il Sistema Sanitario Nazionale dispone di banche del sangue cordonale in strutture pubbliche accreditate: ad oggi – riporta il Centro Nazionale Sangue – “le unità di sangue cordonale bancate nei centri italiani sono 47mila, di cui il 90% (42.336), sono conservate in vista di un utilizzo per fini solidaristici a chiunque dovesse averne bisogno“.
La donazione di sangue cordonale: autologa e pubblica
La donazione di sangue cordonale autologa si effettua per due motivi. A spiegarlo è il Ministero della Salute.
- “Per il neonato o un suo consanguineo qualora, al momento del parto o in epoca pregressa, presenti una patologia per la quale il trapianto di cellule staminali emopoietiche sia clinicamente appropriato;
- nel caso di famiglie a rischio di avere figli affetti da malattie geneticamente determinate per le quali risulti appropriato l’utilizzo di tali cellule”.
La donazione del sangue cordonale per uso pubblico, invece, si può eseguire solo se i donatori rispettano determinati requisiti; e se, nella regione in cui avviene il parto, siano presenti strutture di conservazione e banche del sangue cordonale. Il fine allogenico della donazione rende il sangue cordonale adatto all’uso pubblico e quindi disponibile per qualsiasi paziente compatibile che sia in stato di bisogno.