gelato

Pranzare con il gelato non è la scelta migliore: secondo gli esperti, infatti, il gelato, non contenendo fibre, fa arrivare all’ora di cena affamati.

Con l‘avvicinarsi della bella stagione, e quindi del caldo, mutano le abitudini alimentari. Si preferiscono cibi freschi, leggeri e possibilmente piatti unici. Negli ultimi anni, le preferenze alimentari degli italiani nei mesi più caldi si sono rivolte al gelato. Da semplice dessert, infatti, il gelato è diventato il protagonista dei pasti perché rinfresca, non fa perdere tempo ai fornelli e il costo è abbordabile. Ma è davvero una scelta ottimale?

Mauro Minelli, docente di dietetica e nutrizione umana all’Università Lum di Bari, sostiene che «è difficile resistere al sapore dolce e fresco del gelato. Ma alla domanda se sia giusto o meno utilizzare il gelato come sostituto del pasto, una pausa di riflessione si impone. Sono scientificamente accertate le potenzialità del gelato di stimolare la produzione di serotonina. Sulla sua capacità di contrastare l’aggressività, l’impulsività, lo stress e la fatica siamo tutti edotti». Ci sono, tuttavia, alcuni aspetti da valutare.

Vantaggi e svantaggi del gelato a pranzo

Questo alimento contiene, rispetto a un pasto bilanciato, meno proteine, ma soprattutto non contiene fibre. Queste, legandosi all’acqua e aumentando il proprio volume, esercitano un effetto saziante. «Tradotto in termini pratici tutto questo vuol dire che sostituire un pasto con un gelato ci farà arrivare a cena sicuramente più affamati», spiega Minelli.

«L’eccesso di zuccheri semplici genererà un repentino picco glicemico e un cospicuo rilascio di insulina da parte del pancreas. Fisiologicamente il ruolo dell’insulina è quello di indurre le cellule a utilizzare i carboidrati come fonte energetica. Prodotta in eccesso, però, l’insulina determinerà un rapido abbassamento della glicemia che ci porterà ad avere fame molto di più e molto più in fretta».

Attenzione ai grassi e agli zuccheri semplici

Vista la sua ricca composizione, il gelato, se consumato consapevolmente, è anche in grado di apportare calcio, fosforo, vitamine, acqua. Contribuisce così «tanto più nei mesi estivi, a una corretta integrazione di nutrienti e a una opportuna idratazione», chiarisce la nutrizionista Dominga Maio. «Interpretato in questo modo, il gelato risulta essere alimento energizzante, fruibile, con le dovute attenzioni, da bambini e anziani e certamente da chi pratica sport».

Apporta calorie che possono essere simili a quelle di un pasto completo e bilanciato, ma è manchevole di qualcosa rispetto a quest’ultimo. Difatti, i macro e i micro-nutrienti sono contenuti nel gelato in proporzioni quantitative irregolari e disarmoniche. «Il gelato, infatti, è costituito principalmente da grassi, oltre che da zuccheri semplici. E questi ultimi, se presenti in eccesso, sono convertiti dal nostro organismo in grassi destinati a depositarsi nei tessuti. Primo fra tutti quello adiposo», evidenzia la nutrizionista Ilaria Vergallo.

Se fatto in casa possiamo consumarlo tutti i giorni

«Tuttavia, un margine di tolleranza riteniamo possa essere credibilmente ammesso», dichiarano Minelli, Maio, Vergallo. «Nell’ambito di una dieta equilibrata, si può occasionalmente pranzare con un gelato purché non diventi un’abitudine. Meglio orientarsi verso gusti allo yogurt o frutta e scegliere un gelato artigianale, decidendo di consumarlo durante uno spuntino con una piccola porzione in coppetta. Meglio ancora dopo aver fatto attività fisica. Se poi si tratta di un gelato fatto in casa senza zuccheri aggiunti, con latte o yogurt, allora via libera al suo uso come spuntino anche tutti i giorni», concludono i tre esperti.