punture di vespa

All’ospedale Bambino Gesù è disponibile il vaccino per difendere i bambini contro lo shock anafilattico provocato dalle punture di vespa. I mesi più a rischio sono soprattutto quelli di settembre e ottobre per le persone allergiche al veleno di insetti. Sono comprese nell’elenco, ovviamente, anche le vespe orientalis, per le quali a Roma sono giunte molte segnalazioni per la presenza di sciami nelle scorse settimane.

Contro le reazioni pericolose come lo shock anafilattico in caso di puntura accidentale, all’ospedale pediatrico Bambino Gesù – rende noto la struttura – è attivo un servizio di vaccinazione specifica (immunoterapia desensibilizzante) a cui possono accedere bambini e ragazzi con diagnosi di allergia grave al veleno di imenotteri (vespe, api, calabroni)“.

Le punture di imenotteri – spiega ancora l’azienda sanitaria – scatenano reazioni allergiche in circa 2 persone su 100. Fortunatamente, tra i bambini il fenomeno è molto meno frequente che negli adulti. Tuttavia, proprio a causa del veleno di insetti, ogni anno in Italia muoiono da 5 a 20 persone (tra adulti e bambini)“.

Punture di vespa, come funziona la terapia salvavita

L’immunoterapia desensibilizzante consiste nella somministrazione per via sottocutanea del veleno degli insetti a cui si è allergici. Si parte da dosi molte basse e via via si aumentano, per “abituare” il corpo alla sostanza fino ad una soglia di tolleranza accettabile; tale procedura è in grado di prevenire lo shock anafilattico, di scongiurare quindi quelle gravi crisi che possono portare anche al decesso della persona allergica in caso di puntura accidentale.

Il vaccino deve essere proseguito per 5 anni e l’effetto si mantiene solitamente per molti anni dopo la sospensione della cura” – spiega il professor Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia del Bambino Gesù. “Il trattamento è pienamente efficace già dal dodicesimo mese: se il bambino viene punto accidentalmente non rischia più lo shock anafilattico“.

Al servizio si accede dopo aver effettuato una “visita allergologica”. Saranno gli specialisti ad avviare la procedura, quando possibile ed opportuno.