punture d'insetti

Le punture d’insetti, soprattutto in estate e in primavera, sono più frequenti; esattamente come quelle di tracina e meduse, se la nostra destinazione è il mare. Attenzione alle vipere, invece, se ci troviamo in montagna o in aperta campagna. Nella maggior parte dei casi sono dolorose solo nell’immediatezza, ma poi alla fine sono innocue. A volte invece, come nel caso di soggetti allergici, possono essere molto pericolose. Come prevenire le punture, come difendersi quando gli insetti pungono (o mordono) per non farsi rovinare la giornata?

Intanto per orientarci meglio nel mondo degli insetti, è utile fare una classificazione di base. Non tutti ovviamente pungono. Tra i numerosi ordini di insetti conosciuti, quelli che possiamo riconoscere e incontrare più facilmente sono:

  • ditteri: mosche, zanzare, tafani e pappataci;
  • imenotteri: formiche, api, vespe, bombi;
  • coleotteri: maggiolino, coccinella, scarabeo, tarlo del legno;
  • ortotteri: grilli, cavallette;
  • dicotteri: blatte, mantidi;
  • dermatteri: forbicine.

Punture di zanzare, vespe, api, bombi

Possiamo incontrare molto di frequente, soprattutto in campagna ma anche in città, vespe, api, bombi e zanzare. Sono tutti insetti volanti, ma non tutti si comportano allo stesso modo o pungono alla stessa maniera. Api e bombi, per esempio, pungono solo in risposta ad una potenziale minaccia, come quando li cacciamo muovendo le mani velocemente. Consigliabile, dunque, se non vogliamo essere punti, è allontanarsi lentamente o continuare a fare ciò che stavamo facendo. L’insetto con molta probabilità resterà alle sue attività.

Diverso il caso delle vespe, in cui vanno inclusi anche i calabroni: si tratta infatti di animali più aggressivi, che non hanno bisogno di essere minacciati perché pungano; è sufficiente la condivisione dello spazio. Come difendersi allora? Il segreto è la prevenzione. In loro presenza è bene allontanarsi il prima possibile. Non avvicinarsi al loro nido, non colpirli o tentare di ucciderli, soprattutto nelle vicinanze del nido, perché i feromoni dell’insetto morto potrebbero rimanere attaccati alla pelle o ai vestiti e quindi attirare il resto dello sciame; non compiere movimenti bruschi: potrebbero inseguirti ed attirare lo sciame al loro seguito; inoltre i calabroni sono attirati per loro natura dal sudore. Lavarsi e cambiarsi può essere d’aiuto.

Le zanzare invece sono diverse da tutti gli altri: si cibano del sangue umano, quindi non pungono per reazione ad una minaccia, ma per sopravvivenza. La loro puntura non è dolorosa, ma solo fastidiosa per il prurito che dà successivamente. Il vero pericolo è rappresentato dai virus che possono trasmettere all’uomo. Esse sono infatti responsabili della diffusione di malattie come la malaria e la febbre dengue (febbre del Nilo). Prevenire le infestazioni di zanzare ed utilizzare repellenti è utile per difendersi dalle punture e dalle malattie conseguenti.

Punture d’insetti: imenotteri, come intervenire?

Le punture di vespa, api e bombi sono tutte simili fra loro. Nei casi normali, l’area che si trova intorno al pizzico diventa rossa e presenterà a breve una tumefazione. La puntura di ape si riconosce perché il pungiglione resta all’interno della pelle, continuando ad iniettare il veleno; gli altri presenteranno solo il foro con rossore e una tumefazione che si ridurrà entro qualche ora, mentre il prurito resterà per oltre una giornata.

In caso di allergia alle punture d’insetti, potrebbero comparire sintomi come asma, gonfiore alla gola e alle labbra, orticaria. Cercare il pungiglione e rimuoverlo con le dita o una pinzetta, applicare un impacco freddo sulla puntura e portare subito la persona al pronto soccorso. Se l’allergia è grave, si può verificare uno shock anafilattico: tale reazione compare in un tempo che va dai 5 ai 20 minuti dopo la puntura. Tra i rischi, c’è anche il decesso.

Nei bambini e negli adolescenti a rischio, è possibile procedere – a scopo preventivo – con l’immunoterapia desensibilizzante. Si tratta però di una procedura che si attua esclusivamente in ospedale con medici specializzati; consiste infatti nell’inoculazione del veleno di insetto a dosi crescenti. Questo “vaccino” si prosegue anche per 5 anni ed è riservato a soggetti ad alto rischio, come bambini che abitano in campagna o sono figli di agricoltori/apicoltori; “nell’adolescente va iniziata anche in caso di reazioni allergiche di medio-alta intensità anche se non è a rischio la sopravvivenza del paziente” – indica l’ospedale Bambino Gesù di Roma.

Il morso delle formiche: prurito e fastidio

Ma perché, le formiche mordono o pungono? E’ una delle domande che spesso ci si pone quando si affronta questo argomento e non si frequenta molto la campagna. La risposta è sì: i morsi di formica sono a pieno titolo punture d’insetti. Le formiche – alcuni tipi – pungono e mordono, a seconda se la loro specie è dotata di pungiglione con veleno (acido formico) oppure no; in quest’ultimo caso usano la mandibola. Quando pungono o mordono le formiche? Quando si sentono minacciate e mai per attaccarci; per esempio quando calpestiamo o ci sediamo per sbaglio sul formicaio.

Anche se la puntura di formica non è pericolosa, può essere molto fastidiosa. Provoca infatti forte prurito e talvolta gonfiore, rossore e formare una piccola vescica; insomma può dare reazioni allergiche di modesta entità. Dopo una ventina di minuti l’area colpita sarà meno dolorante. Nei soggetti fortemente allergici, può provocare nausea, dolore toracico e difficoltà respiratorie, ma si tratta di casa rari.

Per alleviare il fastidio provocato da un morso di formica, si può applicare del ghiaccio ma non a diretto contatto con il luogo della puntura; si dovrebbero osservare intervalli di una ventina di minuti. Se il dolore non passa, rivolgersi al medico. In caso di formazione di una vescica, si può proteggere per permettere il riassorbimento del liquido; se essa si rompe, disinfettare per evitare infezioni.