Le punture di insetto non sono solo fastidiose, ma anche pericolose e i rischi che si corrono sono, oggi, in aumento. E non solo per chi decide di recarsi all’estero, ma pure per chi rimane in Italia. Ciò accade perché gli spostamenti delle persone sono diventati sempre più frequenti. Di conseguenza, molti patogeni, un tempo confinati nelle regioni tropicali, si sono ambientati anche nelle nostre regioni.
L’Associazione microbiologi clinici italiani (Amcli) rammenta a tutti i vacanzieri e a chi rimane a casa i rischi e i suggerimenti per difendersi dalle punture. Se si va all’estero, soprattutto verso destinazioni tropicali, bisogna rivolgersi, prima di partire, a un centro specializzato in medicina dei viaggi. Il centro consiglierà eventuali misure di profilassi. E se al rientro insorgono malesseri o febbre, ci si dovrà recare al più presto in un reparto di malattie infettive.
Punture di insetto: attenzione alle zanzare (virus del Nilo)
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Zanzare, zecche e pappataci possono trasmettere sia all’uomo, sia agli animali, patogeni in grado di causare malattie fastidiose e potenzialmente gravi. «I nemici da cui guardarsi sono essenzialmente tre: le zanzare, i flebotomi o pappataci, le zecche».
A parlare è Concetta Castilletti, coordinatore del Gruppo di lavoro sulle infezioni virali emergenti (Glive) dell’Amcli. «La zanzara, e più specificamente la culex pipiens, è la più diffusa nel nostro Paese. È uno dei serbatoi del Virus del Nilo occidentale ormai endemico in molte aree dei paesi Europei e del bacino mediterraneo, tra cui l’Italia». Spesso, la puntura di una zanzara infettata dal virus, non determina alcun sintomo. In un caso su cinque, però, può provocare mal di testa, febbre, eruzioni cutanee, dolori articolari e muscolari. Raramente, il virus raggiunge il sistema nervoso centrale, causando encefalite o meningite o sintomi come rigidità del collo, disorientamento.
Il pappatacio, il vettore del virus Toscana (Tosv)
«Il flebotomo o pappatacio è invece – spiega Giada Rossini, segretario del Gruppo di lavoro Glive-Amcli – il vettore del virus Toscana (Tosv). Nella maggior parte dei casi, questo virus provoca una lieve forma febbrile. Nelle forme più gravi può causare mal di testa, febbre, nausea, vomito e dolori muscolari, eritemi cutanei maculo-papulari, sino a meningiti e meningoencefaliti. Oltre al Tosv, i pappataci trasportano altri patogeni, in particolare la Leishmania, un protozoo parassita che causa la leishmaniosi, malattia particolarmente pericolosa per i cani. Può colpire anche l’uomo, specialmente i bambini, gli anziani e i soggetti fragili».
In questi casi, è importante una diagnosi microbiologica precoce e corretta, come sottolinea Pierangelo Clerici, presidente Amcli. «Il nostro impegno è quello di promuovere e sostenere le attività dei laboratori di microbiologia clinica dedicate alla diagnosi di conferma delle infezioni. La diagnosi microbiologica precoce e corretta è uno dei punti cardine del sistema sorveglianza».
Il virus dell’encefalite da zecche è il pericolo maggiore
Luisa Barzon, referente del Laboratorio di riferimento della Regione Veneto per gli arbovirus e altri patogeni emergenti, mette in guardia dalle zecche. «C’è poi la zecca in grado di trasmettere virus, batteri e protozoi patogeni per l’uomo, come la malattia di Lyme, la rickettsiosi, la tularemia, l’ehrlichiosi».
In Italia, è il virus dell’encefalite da zecche il pericolo maggiore. «Dopo il morso di una zecca infetta, circa il 70% delle persone sviluppa un’infezione asintomatica o paucisintomatica», continua Barzon. «Il restante 30% sviluppa sintomi simil-influenzali con febbre alta, mal di testa, stanchezza, dolori ai muscoli e alle articolazioni della durata di una settimana».
Per l’encefalite da zecca esiste un vaccino per l’adulto (da somministrare a partire dai 16 anni) e uno pediatrico. Il vaccino non protegge contro altri virus e batteri che possono essere trasmessi da punture di zecca. Pertanto è necessario adottare le precauzioni per evitare punture nelle zone a rischio.
Punture di insetto: difendersi da zanzare, zecche, pappataci
Maria Rosaria Capobianchi, consulente per la ricerca, ospedale Sacro Cuore Don Calabria Irccs, Negrar di Valpolicella (Verona), sottolinea l’importanza di pochi semplici accorgimenti. Consiglia, infatti, di:
- trattare le caditoie di propria pertinenza con prodotti larvicidi;
- evitare ristagni d’acqua;
- mettere al riparo dalla pioggia tutto ciò che può raccogliere acqua;
- chiudere ermeticamente i recipienti che non possono essere spostati;
- svuotare giornalmente i sottovasi ed altri recipienti;
- tagliare periodicamente l’erba e controllare lo sviluppo della vegetazione.
«La prevenzione più efficace – continua Capobianchi – consiste nel ridurre la probabilità di subire punture. È buona norma, dunque, proteggere gli ambienti di casa, per esempio usando le zanzariere alle finestre. E utilizzare repellenti che abbiano una significativa concentrazione di principio attivo in modo da poter essere efficaci per parecchie ore».