osteoporosi

L’osteoporosi è una malattia in forte crescita nel mondo e anche in Italia. Nel nostro Paese interessa fino al 6% della popolazione. Per questo, presso l’Ordine dei medici-chirurghi e degli odontoiatri della Provincia di Roma è nata la Commissione per l’osteoporosi.

Composta dal chirurgo ortopedico e presidente della Fondazione per la lotta all’osteoporosi e artrosi (Aila), Francesco Bove, dal vicepresidente dell’Omceo Roma, Stefano De Lillo, dal professor Giulio Maccauro, ordinario di ortopedia e traumatologia al Policlinico Gemelli, dal professor Ciro Villani, ordinario alla Sapienza e da altri tre specialisti: Mario Manili, Giancarlo De Marinis e Giorgio Bove.

L’osteoporosi è un’emergenza sociale

«Siamo di fronte a vera e propria emergenza di carattere sociale, che richiede la massima attenzione da parte delle autorità sanitarie», ha spiegato il professor Francesco Bove. Ha continuato: «La malattia è in forte crescita nel mondo e anche in Italia, legata principalmente al fenomeno dell’invecchiamento della popolazione. Sappiamo che il nostro è il Paese con il più alto numero di ultra 65enni. Siamo al 20%, e abbiamo un numero altissimo di ultra ottuagenari, la fascia critica dello sviluppo di patologie importanti come l’osteoporosi. Un “tarlo silenzioso”, perché questa malattia si manifesta solo nel momento in cui sono evidenti le complicanze, ovvero le fratture del femore e della colonna vertebrale».

Bove ha poi aggiunto: «L’osteoporosi interessa circa il 20% delle donne in età post menopausale. Un fatto riconducibile alla mancanza degli ormoni estrogeni, che hanno la funzione di bilanciare il ricambio del calcio nelle ossa. Ma la patologia colpisce anche gli uomini dopo i 65 anni e può interessare fino al 6% della popolazione».

L’importanza della prevenzione della malattia

«Bisogna fare informazione», ha spiegato Bove, «sensibilizzare le persone, svolgere la prevenzione primaria, che serve a evitare la patologia. Il 50% delle persone non sa di essere affetto da osteoporosi. Un altro 50% è convinto di esserne affetto, in realtà non è così».

Fare informazione spetta soprattutto ai medici di base. I medici di famiglia sono i primi ad avere un rapporto con i pazienti. «Bisogna arrivare prima che si sviluppi la patologia. Fondamentali sono gli stili di vita, l’alimentazione», dice Bove.

Osteoporosi, la vitamina D è fondamentale

«Noi abbiamo un patrimonio osseo e la necessità di introdurre calcio in tutte le fasi della vita. Da quelle legate alla crescita agli anni della menopausa per la donna e dopo i 65 anni per l’uomo. Fasi in cui dobbiamo mantenere questo patrimonio, che mano a mano si perde. Si dismettono circa mille milligrammi di calcio al giorno, numero che può arrivare in breve tempo al 5% del patrimonio. È dunque ovvio che dobbiamo reintrodurre il calcio che perdiamo. Lo dobbiamo fare assumendo vitamina D, prodotta con l’esposizione ai raggi del sole, elemento che consente l’assorbimento del calcio nello stomaco e nell’intestino».

L’attività fisica aiuta a prevenire l’osteoporosi

Fare prevenzione significa prevenire le fratture. «Dieci anni fa l’Aifa parlava di centomila fratture vertebrali nel nostro Paese», aggiunge Bove, «le fratture producono un danno economico per le spese primarie di circa 1 miliardo. Oltre al costo assistenziale, si registra un disagio sociale: la persona, infatti, non cammina, non sta in piedi e i suoi familiari perdono spesso intere giornate di lavoro».

Fare prevenzione significa anche fare attività fisica. «La colonna deve essere attivata. Non solo dagli anziani. In fase preventiva, devono farlo tutti, anche chi fa attività sedentaria come gli impiegati. Non significa solo andare in palestra, ma fare movimento. Combattere il fenomeno della sedentarietà che caratterizza la società moderna».

Importante anche la diagnosi precoce. «Si fa con la Moc, strumento fondamentale in grado di verificare in maniera matematica il nostro patrimonio osseo», spiega Bove. «Si svolge una volta all’anno e consente di verificare se stiamo perdendo tale patrimonio. E se questo accade, significa che ci stiamo avvicinando al rischio di frattura».