Da un sondaggio condotto nelle scuole è emerso che il 93,1% degli scolari ritiene utile parlare di obesità e sovrappeso patologico.
Secondo i dati 2022 dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), il 18% dei ragazzi fra gli 11 e i 17 anni è in sovrappeso e il 4% risulta obeso. Il 67,8% riconosce che i giovani affetti da obesità hanno più difficoltà a inserirsi in un gruppo. Il 91,3% dichiara che sono anche più soggetti ad atti di bullismo.
Fra la popolazione adulta, invece, il 29% afferma di avere poca o nessuna conoscenza riguardo al tema del sovrappeso, dell’obesità e dei rischi correlati.
Più della metà degli intervistati riconosce l’importanza dei fattori genetici o della predisposizione familiare. I fattori psicologici e le condizioni socioeconomiche non sono percepiti da molti come una causa significativa.
“Feel Good”, l’iniziativa di Cittadinanzattiva-Federfarma
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Ai dati riportati si è giunti grazie all’iniziativa di Cittadinanzattiva–Federfarma, denominata “Feel Good”, che ha coinvolto 5 scuole e 105 farmacie in Piemonte, Lazio, Sicilia.
La campagna ha presentato diverse attività. Tra queste:
- Un percorso informativo-formativo interattivo on line, realizzato nelle scuole partecipanti da esperti su tre tematiche specifiche. Cioè benessere fisico e psichico, promuovere la body positivity, riconoscere e affrontare fenomeni di body shaming nella vita quotidiana e online;
- La realizzazione di appositi corner informativi, con i ragazzi nel ruolo di “informatori di salute” sui temi della campagna;
- La formazione su fattori di rischio e stili di vita, con il coinvolgimento di genitori e docenti per il ruolo di prevenzione e sostegno alla cura;
- La somministrazione, nelle farmacie aderenti, di un questionario per rilevare il grado di consapevolezza e percezione dei fattori di rischio e interventi personalizzati di educazione sanitaria.
Indagine sull’obesità, le risposte degli studenti
All’indagine hanno partecipato 325 studenti di cinque scuole secondarie di secondo grado. Sette studenti su dieci asseriscono che l’obesità può influenzare la qualità della vita. Circa la metà la considera “una patologia in grado di determinare una situazione di malattia”. Quasi due su cinque (38,9%) affermano che sia un disturbo alimentare. Il 54,5% sostiene che nel nostro Paese l’obesità è un fenomeno preoccupante soprattutto tra i bambini e al sud. Per il 68,4% di loro non esiste un’unica causa che determina l’obesità, ma più cause legate tra loro.
«L’obesità – dichiara Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva – è una patologia dalle forti implicazioni sociali, oltre che impattante per i costi sanitari, individuali, collettivi. C’è molto da investire, soprattutto nella popolazione giovanile. Per farlo, la scuola e i social media possono essere il contesto privilegiato. Si deve poi riconoscere l’obesità nei Lea e rafforzare centri ed equipe specializzate ed integrate».
Le nove priorità individuate da Cittadinanzattiva
Per un approccio alla lotta contro l’obesità, Cittadinanzattiva individua nove priorità che prevedono l’impegno del governo. Ma anche delle autorità sanitarie, delle società scientifiche e delle associazioni civiche e di pazienti. Si tratta di:
- Implementare una campagna istituzionale di sensibilizzazione e informazione.
- Riconoscere l’obesità come malattia cronica.
- Rafforzare la rete di servizi e professionisti a livello.
- Riconoscere e valorizzare il contributo della farmacia di comunità.
- Contrastare l’aumento del sovrappeso e dell’obesità in Italia.
- Vigilare affinché siano rispettati i menù previsti dai contratti in essere, per garantire pasti sani ed equilibrati per le diverse fasce di età.
- Mitigare l’impatto delle disuguaglianze socio-economiche.
- Contrastare lo stigma sociale promuovendo nei media e nelle politiche pubbliche una rappresentazione più equilibrata di chi ne è affetto.
- Garantire un approccio intersettoriale e interministeriale nella pianificazione e realizzazione di interventi integrati di contrasto all’obesità quale problema di salute pubblica.