Donare gli organi è un’azione che può salvare molte vite e in tanti casi il trapianto consente di tornare a vivere normalmente.

È quanto accaduto a Paolo, un quarantanovenne in dialisi che ha vissuto diverso tempo in una condizione diversa da quella che era stata la sua vita. Ingegnere, sportivo agonista di sci pieno di energie è entrato in dialisi per una malattia renale che si portava dietro da tempo.

L’attesa della lista trapianto non prometteva nulla di buono: pochi organi e tanti pazienti. Ciò nonostante l’attività trapianto di rene a Torino sia ai massimi storici. Nel 2023. Infatti, sono stati effettuati 229 trapianti di rene all’ospedale Molinette.

Da tempo, tuttavia, la moglie aveva preso in pugno la situazione per cambiare in meglio il destino di suo marito e di tutta la famiglia. Si era proposta per donargli un rene ed è stato scacco matto allo stato di malato.

Reso possibile un trapianto controgruppo

Dopo analisi ed esami sia sul ricevente, sia sulla donatrice, presso la Nefrologia Dialisi e Trapianti dell’ospedale Molinette i sanitari hanno eseguito un trattamento preventivo. Si tratta di un trattamento di “desensibilizzazione” del ricevente, mirato a prepararlo per il trapianto, nonostante la differenza del gruppo sanguigno tra donatrice e ricevente. Si è giunti, così, al notevole risultato di rendere possibile il trapianto controgruppo, riducendo il rischio di rigetto, e si è immediatamente proceduto all’intervento chirurgico.

I chirurghi vascolari e gli urologi delle Molinette, guidate rispettivamente dal dottor Aldo Verri e dal professor Paolo Gontero, hanno eseguito l’intervento.

Successivamente, marito e moglie sono stati ricoverati presso l’unità semintensiva della Nefrologia, gestita dall’équipe nefrologica del professor Biancone. L’intero ospedale ha contribuito al successo del trapianto, dalle attività dei laboratori alle numerose unità di sangue garantite dai donatori della Banca del sangue e ai servizi di radiologia. 

La partecipazione al World Transplant Winter Games 2024

Esattamente cinque mesi dopo l’intervento, il paziente ha partecipato e vinto due manches di slalom gigante, superando atleti austriaci e croati molto competitivi.

Tutto ciò è accaduto recentemente in occasione dei World Transplant Winter Games 2024, i Giochi Mondiali Invernali dei Trapiantati, organizzati a Bormio da ANED. Qui si sono ritrovati i partecipanti di 22 Paesi, dall’Australia agli Stati Uniti, dal Canada alla Finlandia. Oltre 200 atleti trapiantati di organi e di midollo osseo hanno preso parte alla manifestazione sportiva. 

Partecipare a una competizione del genere richiede alcune capacità: velocità, precisione nei movimenti, forza muscolare, resistenza e, non da ultimo, attenzione e concentrazione. Infatti, senza questi elementi, un concorrente potrebbe facilmente rallentare o fermarsi durante la gara. Paolo, invece, ha dimostrato di possedere tutte queste qualità in misura straordinaria. Ma non era questione di vincere o perdere una gara: partecipare era già una vittoria in partenza. 

Medaglia d’oro nello sci e nella vita

«La potenza del trapianto renale, soprattutto quando avviene da donatore vivente, continua a sorprenderci», ha affermato il professor Biancone. ««In breve tempo può cancellare anni di malattia e sofferenza, come dimostra chiaramente questa notizia. Tutto ciò è reso possibile dalla generosità dei donatori, la cui donazione può salvare numerose vite». 

E se esiste la medaglia d’oro di sci, esiste anche una medaglia più importante, quella della generosità: una l’ha vinta Paolo, l’altra sua moglie.