nucleare

Alla centrale nucleare di Latina è terminata l’estrazione dei fanghi radioattivi. Lo ha comunicato la Sogin, società pubblica che si occupa della dismissione delle centrali nucleari italiane.

L’attività si è svolta attraverso l’impianto Leco, Latina Estrazione Condizionamento, appositamente progettato e realizzato da Sogin per estrarre e condizionare in matrice cementizia circa 15 metri cubi di fanghi radioattivi che erano stoccati in un serbatoio interrato in acciaio inox. Questi fanghi erano stati prodotti dai sistemi di trattamento degli effluenti liquidi radioattivi quando la centrale pontina era in esercizio” – ha spiegato l’azienda.

I tecnici di Sogin hanno iniziato le operazioni il 24 novembre scorso, da remoto, attraverso una sala di controllo dedicata. Rispettati i tempi previsti. I 70 manufatti prodotti dall’attività sono stati trasferiti e stoccati nel deposito temporaneo della centrale stessa e quando sarà disponibile il Deposito Nazionale, essi saranno trasferiti lì.

Nucleare, l’impatto ambientale del decommissioning

Per quanto riguarda la centrale nucleare di Latina, sia l’impianto Leco che il serbatoio interrato usati per l’estrazione dei fanghi, alla fine dei lavori, saranno bonificati e demoliti. L’impianto di condizionamento, invece, sarà utilizzato per condizionare anche i rifiuti radioattivi che deriveranno dalla fase due di disattivazione della centrale. Quest’ultima partirà però con la disponibilità del Deposito Nazionale; poi sarà demolito anche l’impianto di condizionamento.

Questa soluzione ingegneristica – ha sottolineato la Sogin – ha garantito la massima sicurezza nello svolgimento dei lavori e di ridurre al minimo la quantità di rifiuti radioattivi prodotti. Senza produrre alcun impatto sull’ambiente.

Complessivamente, lo smantellamento della centrale di Latina produrrà circa 320 mila tonnellate di materiali. Di queste, saranno inviate a recupero 297 mila tonnellate (il 93%), per la maggior parte composte da metalli e calcestruzzo“.

Deposito nazionale rifiuti radioattivi, a che punto siamo?

La mappa delle aree potenzialmente idonee

Il Deposito nazionale sarà costruito in un’area di circa 150 ettari: 110 dedicati al Deposito e 40 al Parco Tecnologico. Nel Deposito si effettueranno:

  • smaltimento rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività (VLLW-Very Low Level Waste e LLW-Low Level Waste);
  • stoccaggio-immagazzinamento a titolo provvisorio di lunga durata dei rifiuti radioattivi a media e alta attività (ILW-Intermediate Level Waste e HLW-High Level Waste)“.

Il Parco Tecnologico invece sarà un centro di ricerca su: smantellamento degli impianti nucleari; gestione dei rifiuti radioattivi; radioprotezione; salvaguardia ambientale.

Sogin ha stimato che nella fase di costruzione (4 anni) “i benefici occupazionali complessivi potranno superare le 4.000 unità l’anno (2.000 diretti fra interni ed esterni, 1.200 indiretti e 1.000 indotti)”. Mentre nella fase di esercizio (40 anni) “l’occupazione diretta è stimata in circa 700 addetti, fra interni ed esterni, con un indotto che può incrementare l’occupazione fino a circa 1.000 unità“.

I tempi di costruzione del Deposito nazionale non sono ancora definiti. Dopo anni di attesa, infatti, solo nel gennaio 2021 è stata pubblicata la mappa CNAPI (Carta nazionale aree potenzialmente idonee). Le zone individuate in base ai 28 criteri di esclusione e di approfondimento elaborati dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) sono state 67. Il 14 gennaio 2022 si è chiusa la consultazione pubblica con gli enti interessati, comprensiva del Seminario Nazionale. Pubblicate anche le osservazioni trasmesse dai Comuni e dalle Regioni: sono liberamente scaricabili e visionabili online.

Il 15 marzo 2022 Sogin ha trasmesso al Ministero della Transizione Ecologica la proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI). Una volta esaminata e approvata dai vari enti e organismi di controllo, la mappa sarà pubblicata; entro 30 giorni gli enti locali potranno esprimere la manifestazione di interesse (non vincolante) ad ospitare il sito.