vaiolo delle scimmie

Identificato oggi il primo caso italiano di vaiolo delle scimmie. Il paziente si trova ricoverato all’ospedale Spallanzani di Roma e si tratta di un uomo rientrato da un viaggio alle Isole Canarie; sentendosi male, si è presentato al pronto soccorso del Policlinico Umberto I. Poi il trasferimento all’istituto specializzato per la cura delle malattie infettive.

L’ospedale Spallanzani di Roma

Il virus è stato identificato con l’utilizzo di tecniche molecolari e attraverso il dissequenziamento genico dei campioni delle lesioni cutanee del paziente. Attualmente il paziente è ricoverato e si trova in isolamento; sarebbe in condizioni generali discrete.

Sono però “in corso le indagini epidemiologiche e il tracciamento dei contatti” – ha specificato l’ospedale. Ci sarebbero infatti altri due casi sospetti, ma per averne certezza bisognerà attendere.

“Avviata l’indagine epidemiologica sul primo caso di vaiolo da scimmie in Italia. I nostri migliori professionisti, i cosiddetti cacciatori di virus, stanno ricostruendo tutto l’albero dei contatti. Isolati già i primi contatti stretti con precise indicazioni e prescrizioni. Non sarà fornita a nessuno alcuna indicazione né di luoghi né nominativa, nel massimo rispetto della privacy, al fine di favorire la massima collaborazione. L’INMI Spallanzani su questo ha una grandissima esperienza e avrà a disposizione la collaborazione di tutte le nostre aziende sanitarie locali”. A comunicarlo, l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato.

Vaiolo delle scimmie, di cosa si tratta

Il vaiolo delle scimmie è una malattia virale simile al vaiolo umano, ma meno contagiosa e con conseguenze meno gravi per l’uomo. Tuttavia l’attenzione deve restare alta. Nei Paesi africani, infatti, ha contato una mortalità del 10% delle persone infettate.

Come si trasmette l’infezione? Il monkeypox virus – così si chiama il patogeno che causa il vaiolo delle scimmie – si trasmette dall’animale all’uomo attraverso i fluidi corporei come la saliva (ad esempio con un morso) oppure con il contatto diretto con l’animale. Il virus è presente, oltre che nelle scimmie, anche tra i piccoli roditori, anche se prevalentemente in Africa. Da uomo a uomo, invece, il virus può trasmettersi con un contatto prolungato faccia a faccia (attraverso il droplet), per contatto con le lesioni o sempre con i fluidi corporei infetti.

I sintomi nell’uomo sono febbre, cefalea, stanchezza, dolori muscolari, linfonodi gonfi e manifestazioni cutanee come croste, vescicole, pustole.

L’OMS ha segnalato all’inizio di maggio un innalzamento dei casi in Gran Bretagna, Spagna e Stati Uniti, ma non ha raccomandato restrizioni per viaggi e scambi commerciali con questi Paesi.