celiachia

Una settimana per parlare di celiachia. Sarà attiva fino al 22 maggio ed è organizzata dall‘Associazione Italiana Celiachia. Tanti eventi online e in presenza che permetteranno di approfondire il tema e sensibilizzare. Nata nel 2015, la Settimana della celiachia si svolge tutti gli anni a maggio in corrispondenza della Giornata Internazionale (16 maggio).

In Italia circa 600mila persone sono celiache e si stima che ve ne siano almeno altre 400mila non ancora diagnosticate.

Fare corretta informazione aiuta tutti. Le persone che sono affette da celiachia ma non lo sanno, potrebbero infatti iniziare a cercare un aiuto per scoprire la malattia. Oppure chi ad esempio ha una attività nel settore della ristorazione, potrebbe voler allargare la sua clientela anche alle persone celiache. Spesso infatti ancora si pensa che nelle attività commerciali serva una cucina dedicata: si tratta di un falso mito; al ristoratore basta prestare attenzione agli ingredienti che utilizza nella preparazione dei cibi ed alle procedure di preparazione, evitando la contaminazione nei piatti per contatto con cibi contenenti glutine o con superfici sporche. Per la pulizia dei piatti basta quella ordinaria.

Celiachia, come si fa a riconoscerla?

La celiachia non è una allergia al frumento. Si tratta invece di una infiammazione dell’intestino determinata dal consumo di glutine, che è un complesso proteico non essenziale per la dieta umana perché composto da proteine non nobili. Mangiare senza glutine per i celiaci è dunque essenziale: le persone che sono affette da questa malattia dovranno iniziare una dieta priva degli alimenti contenenti glutine e mantenerla per tutta la vita. Al contrario, per chi non ne soffre, eliminare il glutine non ha alcun senso: non comporta infatti alcun beneficio né carenze. Può significare invece escludere – inutilmente – una serie di alimenti che rendono varia la dieta. Ecco perché è sconsigliato per le persone non celiache, eliminare il glutine.

L’infiammazione cronica dell’intestino si scatena dopo l’ingestione del glutine nelle persone che sono geneticamente predisposte. L’assunzione del glutine da parte di una persona celiaca non mette a rischio diretto la sua vita, ma comporta sempre un danno per l’intestino. Provoca infatti la distruzione dei villi intestinali, che sono quella parte dell’organo che permette l’assorbimento delle sostanze nutrienti. Le potenziali conseguenze della celiachia sono infatti malnutrizione e autoimmunità, che a loro volta possono influenzare altri organi dando luogo a sintomi, disturbi e altre problematiche.

La celiachia si riconosce attraverso alcuni sintomi che fanno da campanello d’allarme e si accerta mediante un protocollo diagnostico.

Sintomi celiachia e diagnosi della patologia

I sintomi della celiachia variano da persona a persona. Possono arrivare appena dopo l’assunzione del glutine o dopo alcune ore; in genere la celiachia si manifesta con diarrea, vomito, dolore addominale, cefalea. Ci sono anche persone che sono del tutto asintomatiche.

Le potenziali conseguenze di una celiachia che arriva ad influire sul funzionamento di altri organi, invece, sono: anemia, osteoporosi, dermatite, ulcere del cavo orale, aborti ricorrenti, infertilità, associazione con altre malattie autoimmuni; si può arrivare anche a complicanze gravi come epilessia e linfoma intestinale.

La diagnosi di celiachia avviene con un preciso protocollo. Da evitare assolutamente il fai da te e il ricorso a diete particolari se non si ha una diagnosi certa in mano, perché quest’ultima potrebbe essere compromessa a causa di test falsati dalla dieta stessa. La diagnosi di celiachia avviene in base ai risultati di analisi del sangue, seguite da una biopsia intestinale.

La celiachia è inoltre una patologia che ha una componente genetica. Nella popolazione generale il rischio è dell’1%, mentre per i familiari diretti di un celiaco (parentela di primo grado: figli, genitori, fratelli/sorelle) il rischio aumenta fino al 10-15%. E’ sempre consigliato quindi fare un test genetico e, in caso di predisposizione, ripetere i markers ogni due anni se non compaiono sintomi.

Quali sono gli alimenti senza glutine?

Gli alimenti che sono già in natura privi di glutine, sono: mais, riso, miglio, amaranto, quinoa; e poi frutta e verdura, legumi; per i derivati animali: carne, latte, pesce, uova.

Tra gli alimenti trasformati, ci sono sicuramente il formaggio e la passata di pomodoro; resta sempre comunque buona norma controllare in etichetta che ci siano l’indicazione e il simbolo del “senza glutine” (gluten free).