Malattie neurodegenerative

In Italia l’Alzheimer rappresenta nella popolazione anziana una delle principali cause di disabilità e dipendenza. Secondo i dati dell’Istituto superiore sanità (Iss), nel 2020 le persone affette da demenza erano 1,2 milioni. Tra queste, più della metà soffrivano di Alzheimer. Una situazione cruciale che ha riportato le malattie neurodegenerative al centro dell’agenda politica, favorendo il piano di azioni e investimenti su più fronti avviato.

«Le malattie neurodegenerative, come Alzheimer, la Sla e il Parkinson, e quelle neuroimmunologiche, come la sclerosi multipla, rappresentano una delle grandi sfide della salute pubblica. Siamo chiamati ad affrontarle con un impegno deciso, per le ripercussioni che hanno dal punto di vista non soltanto sanitario, ma anche sociale ed economico». Sono le paroleche il ministro della Salute Orazio Schillaci ha pronunciato nel suo intervento al convegno “Alzheimer e neuroscienze: una priorità per il Paese”.

Malattie neurodegenerative, una sfida da affrontare

Secondo il ministro della Salute, le malattie degenerative rappresentano una sfida da affrontare con «il dialogo e la collaborazione più ampia fra le istituzioni. Ma anche fra la politica, le associazioni dei pazienti, le società scientifiche, i ricercatori, gli enti e gli organismi che si dedicano all’avanzamento delle conoscenze e della presa in carico di questi pazienti».

Il Governo ha già predisposto un piano per potenziare e ottimizzare la presa in carico. «Mi riferisco in particolare alla riforma dell’assistenza territoriale, progettata attraverso i fondi del Pnrr», ha dichiarato Schillaci. «La riforma dovrà portare a una presa in carico più efficace e vicina ai bisogni sociosanitari, in un’ottica di prossimità e continuità assistenziale. Presa in carico da perseguire attraverso l’integrazione fra tutti i presidi territoriali, ma a partire dall’idea della Casa come primo luogo di cura».

Irccs, ricerca e Piano nazionale demenze

Un sostegno arriva anche dalla ricerca condotta dalla Rete degli Irccs delle Neuroscienze e della Neuroriabilitazione, che annovera oggi 30 Istituti. Dalla rete è nato un modello organizzativo che sta svolgendo un ruolo importante nella ricerca sull’Alzheimer, mirando alla comprensione dei meccanismi della malattia. Ciò è finalizzato allo sviluppo di trattamenti efficaci e a migliorare la qualità della vita dei pazienti.

«Con il Piano nazionale demenzeha continuato Schillaci – è nato il Tavolo permanente sulle demenze. È stato anche istituito un Fondo ripartito fra le Regioni impegnate ad attuare i piani regionali triennali. Piani volti a potenziare la diagnosi precoce, il trattamento e il monitoraggio dei pazienti con malattia di Alzheimer. Ciò al fine di migliorare il processo di presa in carico dei pazienti stessi».

Prevenire le demenze con stili di vita sani

Gli esperti ritengono che i casi di malattia di Alzheimer e quelli di demenza vascolare siano legati agli stili di vita e siano, pertanto, prevenibili. «L’Oms definisce l’attività fisica e uno stile di vita sano strategie importanti per prevenire la demenza e il rischio di decadimento cognitivo nella popolazione generale. In particolare – ha proseguito il ministro – sono implicati sette fattori: diabete, ipertensione, obesità, inattività fisica, depressione, fumo e basso livello di istruzione.

Su questi temi, il ministero della Salute sta puntando molto. Ed è importante il contributo di tutti. Il lavoro che si sta svolgendo selezionerà i pazienti che saranno destinatari dei nuovi trattamenti farmacologici, disponibili nel prossimo futuro anche in Italia. In attesa di una terapia farmacologica disease-modifying, la Rete Rin ha sviluppato, anche attraverso la piattaforma di tele-neuroriabilitazione, protocolli di riabilitazione cognitiva e di neuro-modulazione. E ha dimostrato l’efficacia nel rallentare la progressione del declino cognitivo».