La terapia ormonale sostitutiva in menopausa può contribuire a ridurre il rischio di insulino-resistenza. E anche a ridurre i disturbi metabolici legati a un aumento della fragilità ossea e del rischio cardiovascolare. Inoltre, protegge dal prediabete.
È quanto emerge da una nuova meta-analisi condotta su 29mila donne dalla Drexel University College of Medicine di Philadelphia. Meta-analisi che ha dimostrato come la terapia ormonale sostitutiva in menopausa può contribuire a ridurre il rischio di insulino-resistenza. Centrale il ruolo dell’endocrinologo come specialista di riferimento, spesso sottovalutato anche dalla stessa classe medica.
Terapia ormonale sostitutiva (TOS), risorsa preziosa
Indice dei contenuti
Recenti studi hanno dimostrato che la terapia ormonale sostitutiva (TOS) è una risorsa preziosa, quando usata appropriatamente, per ridurre i sintomi della menopausa. Sviluppa, infatti, un’azione protettiva a lungo termine sulle malattie cardiache e metaboliche e sull’insorgere dell’osteoporosi.
Per molti anni, le donne e gli operatori sanitari hanno evitato la terapia ormonale per timore che potesse aumentare il rischio di tumore alla mammella. Ma se assunta sotto controllo medico, personalizzata e costantemente monitorata, non bisogna averne paura. «Tuttavia, in Italia, su oltre 10 milioni di donne in menopausa, appena il 4-5% ne fa uso». A dichiararlo è Gianluca Aimaretti, presidente della Società Italiana di Endocrinologia (SIE) e direttore del Dipartimento di Medicina Translazionale (DiMET) dell’Università del Piemonte Orientale.
Spiegati in un congresso gli effetti della terapia ormonale
Nel corso del congresso della “Menopause Society di Chicago”, sono stati spiegati gli effetti della terapia ormonale. È ormai certa la sua efficacia nel ridurre il rischio di sviluppare l’insulino-resistenza, precursore del diabete, contrastando il calo dei livelli di estrogeni. Ciò si verifica quando una donna entra in menopausa.
«Oggi – dichiara Aimaretti – le donne trascorrono in menopausa circa un terzo della loro esistenza. Teniamo conto che la loro aspettativa di vita è di circa 85 anni, mentre l’età media della menopausa è 52. Pertanto, il mancato trattamento con le tante soluzioni disponibili significa costringerle a trascorrere 30 anni o più con una qualità di vita non ottimale. E un rischio elevato di malattie cardiache, metaboliche e ossee».
Terapia ormonale, riduce la resistenza all’insulina
Lo studio ha dimostrato che entrambi i tipi di terapia ormonale hanno ridotto significativamente la resistenza all’insulina nelle donne sane in postmenopausa. Sebbene l’uso di soli estrogeni sia stato associato a una riduzione più evidente rispetto a una terapia ormonale combinata. Questo potrebbe dipendere dal fatto che l’estrogeno ha la capacità di migliorare la sensibilità all’insulina nei muscoli e nel grasso. Aiuterebbe, così, le cellule a rispondere meglio ad essa. Può anche ridurre il grasso viscerale, che è notoriamente associato alla resistenza all’insulina. Inoltre, l’estrogeno è un antinfiammatorio ed è in grado di abbassare i livelli di acidi grassi liberi circolanti. Essi determinano la disfunzione e la morte delle cellule beta pancreatiche deputate alla produzione dell’ormone.
Nuove soluzioni terapeutiche per le pazienti oncologiche
Il nuovo studio conferma che la terapia ormonale può avere un ruolo chiave anche nella riduzione della resistenza all’insulina. E di conseguenza, di tutti i problemi di salute a essa associati. Tutto questo oltre al trattamento dei sintomi della menopausa che possono minare significativamente la qualità della vita di una donna.
Nel frattempo, la ricerca scientifica sta producendo nuove soluzioni terapeutiche per le donne che non possono assumere la terapia ormonale, come ad esempio le pazienti oncologiche.
Di recente, l’Agenzia italiana del farmaco ha approvato Fezolinetant, terapia orale non ormonale, che agisce bloccando le neurochinine B. Si tratta delle molecole che regolano la temperatura corporea a livello cerebrale e riducono il numero e l’intensità delle vampate di calore e delle sudorazioni notturne.