Inquinamento

Il ministero della Salute ha aggiornato il documento risalente al 2019 “Inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici – Elementi per una strategia nazionale di prevenzione”.

Il documento si concentra in particolare sulle malattie cardio-respiratorie e allergiche, evidenziando le relazioni di queste patologie con l’inquinamento atmosferico e i cambiamenti climatici.

Il Comitato Esecutivo dell’Alleanza Globale contro le Malattie Croniche Respiratorie (Gard Italia) ha ritenuto indispensabile l’aggiornamento in “seguito agli importanti avvenimenti successivi al 2019. Tra questi, la pandemia da Covid-19, la pubblicazione delle nuove linee guida per la qualità dell’aria emanate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

E anche la serie di pubblicazioni Lancet Countdown e i nuovi documenti dell’Intergovernmental Panel on Climate Change. Da citare, inoltre, il programma Next Generation Eu, il PNRR, la realizzazione di nuove ricerche scientifiche e la pubblicazione dei loro risultati”.

Il documento accerta, dunque, che l’inquinamento e il clima che cambia provocano seri rischi per la salute.

Salute a rischio per l’aria inquinata e il clima che cambia

Il ministero della Salute, nella redazione del documento, ha inteso puntare sull’inquinamento atmosferico esterno e su quello indoor, i cui livelli possono essere notevoli. Soprattutto nelle case dove vengono utilizzati combustibili fossili e/o da biomasse in stufe non ventilate per cucinare e riscaldare.

L’Inquinamento atmosferico (IA) e i Cambiamenti climatici (CC) – si legge nel documento – comportano gravi rischi per la salute pubblica. Politiche integrate volte a contrastare IA e a mitigare i CC possono ottenere vantaggi maggiori rispetto ai costi sanitari per la cura delle patologie causate. La riduzione di inquinanti atmosferici di breve durata come il metano, l’ozono troposferico e il black carbon protegge il clima. E migliora anche la qualità dell’aria. Tale approccio integrato è raccomandato per proteggere la salute dei gruppi più vulnerabili della popolazione. E ridurre i costi sanitari legati alle malattie croniche”.

Inquinamento indoor e outdoor pericolosi per l’uomo

Secondo lo studio Global Burden of Disease, pubblicato su Lancet nel 2020, l’inquinamento atmosferico, nel 2019, era la quarta causa di morte per le donne. Il tabacco la sesta, mentre negli uomini il tabacco è la prima, l’inquinamento atmosferico la quarta.

L’inquinamento indoor (IP) è invece responsabile del 4,1 % del carico globale di malattia nel mondo. Secondo l’Institute of Health Metrics and Evaluation (IHME) statunitense, negli ultimi anni 2,31 milioni di morti sono attribuibili a IP. L’Oms nel 2022 ne stimava 120.000 solo nella regione europea. L’inquinamento indoor (indoor pollution) è la modificazione della normale composizione o stato fisico dell’aria atmosferica interna. A differenza dell’inquinamento dell’aria atmosferica esterna (outdoor pollution), solo negli anni più recenti è emersa l’esigenza di approfondire le conoscenze sull’inquinamento indoor. Soprattutto di fronte all’aumento di evidenze scientifiche allarmanti sugli effetti sanitari legati a questo fenomeno.

Cambiamenti climatici, comprendere i rischi sulla salute

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) il cambiamento climatico “è responsabile del 2,4% di tutti i casi di diarrea nel mondo. E del 2% di tutti i casi di malaria. Inoltre, nel 2000, si stima che 150mila morti e 5.5 milioni di DALY’s siano stati provocati dal cambiamento climatico”.

I DALY’s, Disability-Adjusted Life Years, rappresentano il numero stimato dei giorni/anni di vita persi a causa di malattie debilitanti.

Finora, la maggior parte del lavoro svolto sul cambiamento climatico mirava ad ottenere risultati a lungo termine. Adesso, invece, bisogna agire per proteggere le vite umane. Questo perché, secondo l’ISS, aumenta l’evidenza scientifica che i cambiamenti nel clima globale avranno effetti profondi sulla salute e sul benessere dei cittadini del globo. È necessario comprendere gli effetti sulla salute, specialmente su quella delle categorie fragili.