Il glioblastoma multiforme (Gbm) è un tumore solido che aggredisce il cervello: incurabile, anche a causa delle numerose recidive. La sopravvivenza, infatti, è di circa 13-14 mesi dalla diagnosi.
Di solito i pazienti vengono sottoposti a interventi chirurgici per la rimozione del tumore, con successive radio e chemioterapia. Tuttavia, rimane il problema delle recidive, difficili da prevenire.
“Questo perché le poche cellule tumorali rimaste quiescenti nel tessuto sano dopo le terapie sono in grado di sviluppare resistenze ai trattamenti”, spiega l’AIRC.
Glioblastoma multiforme, la novità di Genenta science
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Ma c’è una novità nel campo della ricerca scientifica con la sperimentazione di una nuova terapia cellulare che addestra il sistema immunitario. Messa a punto dalla Genenta science, biotech italiana quotata al Nasdaq, la nuova terapia ha la caratteristica di sottoporre il paziente ad un unico trattamento.
Pierluigi Paracchi, fondatore e Ceo di Genenta Science, ha spiegato che la terapia arma il sistema immunitario rendendolo capace di contrastare attivamente il tumore.
L’intervento del Ceo Pierluigi Paracchi
“Questo è possibile prelevando le cellule staminali del sangue dei pazienti e ingegnerizzandole in laboratorio. Dove poi viene inserito al loro interno un gene in grado di produrre una potente proteina antitumorale, l’interferone alfa – spiega Paracchi nell’intervista a BenEssere,-. A quel punto le cellule vengono reinfuse nei pazienti e la terapia prevede un’unica iniezione definitiva”.
In un corpo malato, le cellule tumorali richiamano e “corrompono” i globuli bianchi – preposti alla distruzione delle cellule tumorali– che così possono infiltrarsi nel tumore aiutandolo a progredire.
Glioblastoma multiforme, si addestra il sistema immunitario
“Attraverso un virus reso innocuo e incapace di replicarsi, noi riusciamo a entrare nelle cellule staminali per istruirle a produrre dei globuli bianchi da usare come cavalli di Troia – continua Paracchi -. Una volta richiamati dal tumore, infatti, rilasciano in loco l’interferone alfa, noto per i suoi effetti anti-proliferativo e anti-angiogenico. Ossia inibisce sia la moltiplicazione delle cellule tumorali, sia la crescita dei vasi sanguigni che le nutrono”.
Quindi, grazie ad un’unica infusione, il sistema immunitario continuerà a produrre globuli bianchi addestrati anche a distanza di tempo. E così sapranno riconoscere nuovamente le cellule tumorali.
Farmaco Temferon, ok della Commissione UE
Lo scorso giugno la Commissione europea ha concesso la designazione di farmaco orfano (Orphan Drug Designation – ODD) alla terapia (Temferon) sviluppata da Genenta science per il trattamento del Gbm.
La Commissione UE concede l’ODD ai medicinali in fase di sviluppo per il trattamento di condizioni rare che colpiscono non più di cinque persone su 10.000 nell’UE. Ma solo a condizione che non vi siano altre opzioni terapeutiche soddisfacenti e che il medicinale possa apportare benefici significativi alle persone colpite dalla malattia.
“Il comitato dell’Agenzia europea per i medicinali ha valutato la domanda per la designazione di farmaco orfano di Genenta per Temferon e ha concordato sul potenziale significativo che il farmaco potrebbe apportare ai pazienti affetti da Gbm se approvato. Tale designazione supporta e facilita lo sviluppo della nostra piattaforma tecnologica basata sulla terapia cellulare per i tumori solidi” ha affermato Paracchi.
Il farmaco Temferon è ancora in fase di sperimentazione clinica e i pazienti stanno dimostrando una buona risposta. Infatti il tasso di sopravvivenza supera la media della normale prognosi, oltrepassando anche i 2/3 anni.