Fumo e giovani, un binomio che vede una crescita nelle fasce dei giovanissimi con un 36,6% tra i 14 e i 17 anni. Il Rapporto Nazionale sul Tabagismo dell’ISS, diffuso in occasione della Giornata mondiale senza tabacco dello scorso maggio, ha fornito i dati sul numero dei fumatori in Italia. Dati allarmanti soprattutto per quanto riguarda gli adolescenti tra i 14 e i 17 anni considerati policonsumatori: ossia fanno simultaneamente uso di sigarette tradizionali, sigarette elettroniche (e-cig) e prodotti a tabacco riscaldato.
Fumo e giovani, dati dell’indagine dell’ISS
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Dall’indagine ISS-Explora emerge che:
- Il 36,6% degli studenti tra i 14 e i 17 anni e il 9,6% tra 11 e 13 consuma almeno un prodotto tra sigaretta tradizionale, e-cig o tabacco riscaldato almeno una volta al mese. A differenza degli adulti, tra i giovani il consumo è più diffuso tra le ragazze.
- Tra i 14 e i 17enni che consumano tabacco o nicotina il 38,7% è un ‘policonsumatore’: utilizza più di un prodotto. Il restante campione si divide quasi equamente tra consumatori esclusivi di sigarette tradizionali e di sigarette elettroniche.
- Nella fascia 14-17 anni, l’80,3% di chi consuma tabacco o nicotina ha assunto alcol nell’ultimo mese, contro il 37,5% di chi non ne fa uso. Dati che dimostrano come gli adolescenti che assumono nicotina hanno una maggiore propensione all’assunzione di alcol e altre sostanze. Inoltre hanno maggiori fragilità a livello emotivo e nei rapporti con scuola e famiglia.
- Nei consumatori è molto più alta anche la percentuale di chi ha dichiarato di aver assunto cannabis o sostanze psicoattive o di aver preso ansiolitici nell’ultimo mese.
- Nei ragazzi 14-17enni, il 68,3% di chi consuma tabacco o nicotina dichiara una cattiva qualità del sonno rispetto al 48,4% di chi non ne fa uso. Più alta è anche la percentuale di chi ha difficoltà a parlare con i genitori, di chi ha peggiori prestazioni scolastiche (bocciato o con un rendimento scolastico più basso della media della classe) e di chi ha un uso problematico dei social.
Fumo, gli interessi economici prevalgono
Il convegno ha visto la presenza di ricercatori e docenti che sono da sempre in prima linea nel contrasto al tabagismo, che non trova un concreto sostegno nelle scelte politiche. Gli interessi economici sembrano prevalere sulla salute. Anche su quella dei giovanissimi che vivono un crescendo di fragilità.
Fumo e giovani, l’intervento del prof. Garattini
“Abbiamo ancora più di 10 milioni di fumatori nel nostro Paese – spiega Prof. Silvio Garattini dell’Istituto di ricerche dell’Istituto Mario Negri -. Soprattutto abbiamo un gran numero di giovani che fumano: tra i 14 e i 17 anni, ma in realtà partono anche dai 12 anni. Tenendo poi conto del fatto che si fuma e anche si beve, si determina un fattore moltiplicativo per i tumori causati da fumo e alcol. La situazione non è poi molto cambiata perché il numero di fumatori che abbiamo oggi non è diverso da quello di dieci anni fa.
Tutto questo, nonostante le sigarette elettroniche, che vengono propagandate come se fossero una soluzione al problema del fumo. In realtà non lo sono. Al contrario, aggiungono una grande quantità di nicotina che viene immessa nei polmoni ma anche nell’ambiente. Parliamo di green ma poi abbiamo 5 miliardi di mozziconi di sigaretta che ogni anno si depositano sul nostro territorio. Parliamo di sostanze vanno in giro: nelle acque, ritornano nel suolo e quindi negli alimenti”.
L’importanza della prevenzione secondo Garattini
“Penso che abbiamo bisogno di riproporre al mondo della medicina la prevenzione. Tuttavia la prevenzione è in contrasto con il mercato della medicina: perché se riduciamo i fattori di rischio riduciamo anche il mercato. Ci sono delle iniziative che bisogna prendere e che purtroppo i nostri politici hanno difficoltà ad accettare. È una presa in giro aumentare le sigarette di 20 centesimi. Abbiamo bisogno di raddoppiarlo il prezzo e portarlo a quello degli altri Paesi”.
Sul tema prevenzione per i giovani il prof. Garattini propone di investire nella peer education (educazione tra pari). “Dobbiamo mobilizzare i giovani perché sono loro che hanno la possibilità di convincere i loro coetanei – continua Garattini -. Come avviene in Inghilterra e in Francia dove gli studenti universitari di medicina sono obbligati ad andare a parlare ai giovani delle scuole medie su questo tipo di problemi“.
Fumo e giovani, l’intervento della dott.ssa Cattaruzza
Presente al tavolo la dott.ssa Maria Sofia Cattaruzza, presidente della società italiana di tabaccologia che parla anche del ruolo dei social.
“Dobbiamo far capire ai giovani che cosa significa una dipendenza da tabacco – dichiara la dott.ssa Cattaruzza -. Soprattutto perché stiamo assistendo alla diffusione delle sigarette elettroniche usa e getta che contengono tantissima nicotina. La problematica è grave perché parliamo di giovani anche di 12-13 anni che non hanno raggiunto la maturità celebrale. Ciò significa che le strutture celebrali ancora non mature vengono inondate da una massiccia quantità di nicotina con la conseguenza di una forte dipendenza. Inoltre, i social insegnano loro ad utilizzare questi prodotti anche attraverso i video giochi. C’è un mondo che ci sfugge. A tal proposito, si dovrebbero sviluppare delle pagine sui siti istituzionali rivolte ai giovani, per contrastare quelle informazioni che arrivano dall’industria”.
Fumo, l’intervento dell’ex ministro Sirchia
I dati tracciano un quadro allarmante sul rapporto tra fumo e giovani. Ma le proposte da sole non bastano. Serve un’azione politica che metta in atto un piano di prevenzione. L’ex ministro della Salute Girolamo Sirchia nel suo intervento ricorda il ruolo decisivo delle scelte politiche.
“I dati parlano sa doli. Ma non vengono raccolti da chi dovrebbe intervenire: il Governo e il Parlamento – spiega Sirchia -. Dobbiamo dire la verità: per anni non c’è stata e non c’è una volontà politica che parte da un piano di governo per la prevenzione e non dai singoli ministri. Infatti succede quello che abbiamo visto recentemente: il Ministro delle Politiche agricole stipula con le multinazionali del tabacco un accordo che prevede un aumento della produzione di tabacco in Italia. Se siamo a questo punto bisogna fermarsi e ragionare”.
“Ma possono farlo solo il Governo e il Parlamento – continua Sirchia –. Ragionare vuol dire mettere in atto e non semplicemente guardare i dati. Hanno tutti gli strumenti per frenare questa crescita ma manca la volontà. Se non c’è l’etica dell’impresa siamo perduti. Ma solo il Governo e il Parlamento possono imporre l’etica d’impresa. Aspettiamo che chi può decidere, predisponga un piano di intervento e soprattutto lo porti avanti. Ma ricordiamoci che c’è una spaventosa connivenza tra le multinazionali e l’azione di governo. Noi siamo tra gli ultimi in Italia che hanno messo in atto contro queste connivenze degli strumenti legislativi. Oggi la salute pubblica è un po’ in disuso”.