Esseri umani o esserlo? Troppo o troppo poco? Fragilità, gestione delle terapie e disequilibri non solo familiari.
Chi non ha visto versare qualche lacrima da amici, familiari o pazienti fragili. “Y”, potrebbe essere ciascuno di noi. E una sua storia potrebbe essere la nostra. Poco importa se vera o inventata. giusta o sbagliata. Chi non ha richiesto supporto o ha pensato di averne bisogno? L’assistenza supposta o trovata per un qualcosa percepita come diverso dal solito. Qualcosa diventato improvvisamente invalidante. Senza imbarazzi e senza banalizzazioni, nei contesti sociali si toccano degli argomenti “scomodi” con una naturalezza sempre più importante. Può infatti succedere, ad un certo punto della vita, improvvisamemnte, che il nostro organo, guida della razionalità e del raziocinio vada in standby. Per cause biologiche, stress, perché si arriva al limite. Aver bisogno di chiedere pareri medici o supporto farmacologico, quando non si arriva a trattamenti sanitari importanti o ad aver bisogno di assistenza di ricovero.
Stress psichico e psicologico
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Capita di non riuscire a placare la rabbia o di non riuscire a frenare nervosismo e lacrime. Capita di dover arginare attacchi di panico. Di passare periodi duri e che si fatichi a gestire situazioni prima reputate semplici da affrontare. Alcune malattie, abituano a comportarsi in modo diverso. In questo contesto diventa davvero difficile avere a che fare con persone che non stanno bene. Soprattutto se riguarda qualcuno a cui vogliamo bene. D’altronde: chi si rompe una gamba ha certamente bisogno di assistenza. Di pratiche rapide che risolvano questioni impellenti.
Le storie quindi sono tutte uguali e tutte diverse. Amici e familiari in crisi. Dentro casa e fuori. Coincidenze che saltano. Molte persone poi hanno bisogno di affrontare difficili esperienze di ricovero, che se non trattate con la giusta cura rischiano di diventare vere e proprie esperienze traumatiche. E come le storie più controverse non tutte e non sempre hanno un lieto fine. Eppure le storie possono essere ingiustamente trattate nello stesso modo.
Emozioni: un motore da trattare nel modo giusto
Nel corso della storia, le emozioni degli altri hanno cominciato a svolgere una serie di significati importanti. All’interno delle vite di ciascuno di noi le hanno stravolte. E hanno completato e smistato oltremodo le dinamiche sociali. Avere a che fare con le proprie e quelle altrui è diventata una sfida da gestire ogni giorno. Alla ricerca continua di un riassemblaggio del proprio equilibrio. E gli ambienti medici più importanti non hanno potuto fare a meno di accorgersene cercando di sopperire con la loro modalità a questa “urgenza” del secolo corrente.
negli ultimi 8 anni ci sono stati diversi approfondimenti soprattutto a livello medico, pubblicati dal Ministero della salute che ogni anno stila i dati dei cambiamenti avvenuti tra il servizio proprosto, le cure svolte e la richiesta di assistenza. In ambito sociale invece si è visto come l’empatia si sia rivelato uno strumento essenziale per mediare conflitti e facilitare il dialogo tra diverse culture, razze e religioni. L’ascolto empatico è diventato un pilastro della mediazione internazionale e della diplomazia, dove l’abilità di mettersi nei panni dell’altro è vista come un mezzo per costruire ponti e risolvere dispute. Non solo imbito medico ma di vita. In momenti di crisi, come le guerre o i conflitti etnici, è stato proprio l’ascolto senza pregiudizi e la comprensione del dolore altrui a permettere la ricostruzione di relazioni e la creazione di accordi pacifisti.
Politiche sanitarie e dati
Le politiche sanitarie sono risultate stravolte da questi nuovi approcci. L’empatia e l’ascolto sono due strumenti fondamentali e nell’arco degli anni è aumentato il loro valoreò. Si sono infatti accaparrati sempre più importanza. ponendosi al centro del dibattito e risaltando il loro ruolo fondamentale e di primo piano nei vari ambiti e settori. Sono risultati infatti strumenti potenti, in grado di contenere emozioni quali sofferenza e conflitto, tanto forti e capaci di cambiare il corso degli eventi. Tra gli ambienti in cui queste pratiche sono state integrate troviamo sicuramente tutte le professioni sanitarie, il sociale, gli ambienti diplomatici che le hanno rese una vera a propria “arte”. Di recente, la risposta alla sua globalità si è fatta sentire e ha virato il pensiero di molti mostrando una parte di noi guidata principalmente proprio da questi strumenti. Ma come gestirli?
Potremmo ad esempio pensare ad una macchina sportiva con un motore di alta cilindrata e con tanti cavalli ma guidata da un bambino che sa guidare solo una bicicletta. La distanza e la depersonalizzazione di alcune realtà empiriche hanno prodotto in età moderne nuove consapevolezze. Negli ultimi due secoli infatti la medicina ha fatto nelle sue varie branche, accezioni che hanno stravolto l’importanza del medico con il paziente. Eppure in molte realtà nonostante un sistema sanitario stra operativo e sotto pressione, soprattutto in alcuni periodi di emergenza, si sono collezionate carenze che rendono l’assistenza difficile. Soprattutto di alcune persone.
La cura dell’anima nel tempo: dalla filosofia alla spiritualità
La “cura dell’anima”, ha smesso di avvalersi di tecniche di erbe o antiche e filosofeggianti soluzioni. E fortunatamente ci si è allontanati dai tavoli chirurgici. Assecondando alcune differenze. un tempo vittime di pratiche impensabili. Si è dato spazio ad una modalità di conoscenza più ampia e radicata, e si è approfondito lo studio per i vari casi, che via via si stavano facendo largo. Adeguando ai cambiamenti le varie tecniche terapeutiche. Portandole ad essere più concrete, virate ad una vera e propria assistenza, concreta, coerente e subitanea volta ad arginare. In cui la comprensione diventa arma necessaria di primo contenimento. Ma avere a che fare con persone che non stanno bene , e perdono il loro naturale “equilibrio” dà vita ad una serie di paure difficili da affrontare.
Un primo esempio potrebbe essere la paura che il proprio impegno non basti a risolvere la soluzione dei propri cari. Che spesso hanno bisogno di medicinali per sopperire ad una situazione che va oltre il loro volere. La paura di non fare abbastanza e quella di prendere delle scelte sbagliate. Che la scelta di dar loro un farmaco piuttosto che un altro scardini quel precario equilibrio a cui un copro si è qabituato dopo tanto tempo. La salute comincia ad assumere connotati completamente differenti e il diritto alla salute viene rimescolato.
Freud e il suo approccio
Fu Sigmund Freud agli inizi del XX secolo a gettare le basi della comprensione psicologica moderna, introducendo concetti come l’ascolto attivo del paziente. Il suo approccio analitico, che poneva l’accento sull’ascolto delle paure, dei desideri e dei sogni dei pazienti, metteva in luce l’importanza della relazione empatica. Freud parlava di un ascolto “attento” e “senza giudizio”, concetti che oggi sono alla base delle terapie psicologiche contemporanee.
Ma l’empatia non può essere rivendicata solo alle scienze umane. cura e ascolto erano predicati Francesco d’Assisi e dalla vita monastica e monacale, pomendola all’apice delle situazioni religiose. era rivolta principalemtne ai lebbrosi e ai poveri, riconoscendo l’importanza di vedere e ascoltare il dolore degli altri per rispondere non solo con trattamenti fisici, ma anche con un conforto spirituale che parlava direttamente alla psiche.
Rogers e l’approccio più razionale
Nel ventennio successivo agli anni 60, Carl Rogers mette in campo l’“ascolto attivo” e introduce l’empatia come una risorsa psicologica. L’ascolto aperto comincia ad illuminar equello che a tutti gli effetti è una realtà difficile da gestire, soprattutto a livello politico e sociale, visti i grandi cambiamenti che si stanno affrontando in quel periodo storico.
Periodo che non si discosta poi tanto neanche dal nostro, quando infatti, ci si ritrova ad un riadattamento dell’essere umano in vista di tutto quello che è successo in uno dei periodi post pandemici più importanti degli ultimi tempi.
questo insieme allo stravolgimento delle guerre fredde diventate purtroppo improvvisamente “calde” hanno smistato equilibri sociali, a cui le persone hanno dovuto, come camaleonti, riadattarsi. E riassemblando il peso e l’importanza della propria storia e persona. Fare i conti con un presente “pressante” e un passato, injgombrqante, nemjmeno troppo distante. Ha rimescolato l’assetto psicologico e culturale. Che è passayo dall’essere solo familiare al diventare psico sociale. Ne sono un esempio esemplare entrambi i movimenti, quello femminista, in lotta per la parità e i propri diritti civili, nati negli USA, patria dello stesso Rogers, che risultava essere il capo fondatore di una psicoterapia che avesse al centro l’uomo come persona.
Movimenti sociali: tra passato e presente
Sono da rivendicare a quel periodo battaglie ottenute e vinte che le hanno portate ad avere: divorzio, aborto, riforma del diritto di famiglia, leggi sulla violenza contro le donne, consultori. Come non pensare al movimento nostrano degli ultimi anni, Non Una di Meno che ha viste in tutte le piazze uniti uomini e donne a sposare la causa per manifestare il proprio dissenso verso un sistema ancora ingiusto. Per ottenere giustizia su quegli uomini che uccidono le donne.
Le sue teorie rivoluzionarie influenzarono anche la medicina psicosociale, che oggi integra ascolto e cura come pratiche necessarie per trattare l’intera persona.
Nel futuro
La psicoterapia è entrata infatti a far parte della vita di tanti. In contesti di crisi sanitaria, come le pandemie, l’ascolto aperto diventa un elemento fondamentale non solo per offrire supporto psicologico ma anche per favorire un senso di comunità, superando la paura e l’isolamento.
L’empatia e l’ascolto aperto, esatamento come emozioni a conteneitore ambite ad un contesto familiare, saranno sempre più destinate a collaboraee nella crescita insieme a realtà che si occupano di altro. Psichiatria e psico-patologie, hanno bisogno di un prpofondo ascolto empatico, finalizzato non tanto ad una risoluzione ma ad accodarsi alla via giusta che porti verso uan guarigione. Rendendo la capacità di sopperire alle esperienze umane con la giusta consapevolezza.
Rendere migliore l’esperienza personale e quella collettiva resta un’esigenza impellente. Il fine è quello di rendere il mondo su misura per il singolo, che sia capace di influenzare positivamente la visione d’insieme, senza demagogizzare. L’empatia va usata non solo in ambito psicologico ma in tutti, ed è la chiave per costruire e costituire altri ambiti. Il risultato comporta relazioni più forti e sane che rispondano con efficacia alle esigenze più difficili.